Scandalo e turbolenze alla direzione nazionale del
Pd ma non per la sconfitta referendaria. E neanche per altre simili bagatelle.
Giachetti Roberto cerca un francesismo e si imbatte nella parte anatomica che
congiunge la schiena alle gambe. Sussulti e turbamenti. Maria Elena Boschi non
è svenuta: non conosceva il termine.
on.Roberto Giachetti, 4 legislature, ex radicale-verde-marghrita |
Grande scandalo domenica
18 dicembre alla direzione nazionale del Pd. Si sono registrati svenimenti,
ululati (da parte della minoranza), sbertucciamenti (da parte della
maggioranza) e anche un richiamo dal tavolo della presidenza. Nonché mani tra i
capelli del capo dei capi, Renzi Matteo, uomo morigerato che della aurea mediocritas ha fatto il suo habitus. Quando si manifestano
situazioni a dir poco scandalose è normale che queste siano le reazioni della
platea.
Platea affollata
quella della direzione piddina composta da oltre mille delegati che partecipano
al rito con in petto il sacro fuoco della passione per il radioso futuro.
Dunque scandalo. Ma perché? Forse perché il capo ha perso la battaglia che lui
stesso aveva definito madre di tutte le battaglie? No, Forse perché lo capo
stesso non ha mantenuto la parola di monacarsi dopo la sconfitta? No. Forse
perché lo medesimo capo ha pervicacemente tentato di ribaltare le logiche della
matematica nel dimostrare che è meglio avere il 40% invece del 60% andato agli
altri? No. Forse che ha preso la parola tal De Luca Vincenzo che è stato tra
primi a dileggiare il capo sconfitto? No. Nulla di tutto ciò.
Colpevole dello
scandalo fu Giachetti Roberto, renziano della primissima ora, ex aspirante,
anche se riluttante, alla poltrona di sindaco di Roma. Con il suo intervento il
Giachetti Roberto intendeva stigmatizzare la posizione assunta da altro Roberto
che di patronimico fa Speranza. Da notare la non voluta parziale omonimia. Al
dunque il Giachetti Roberto preso posto sul palco ha taciuto per qualche istante, attirando l’attenzione del popolo tutto,
chiaramente si intendeva che la sua fervida mente era alla ricerca di una
figura retorica, magari anche un francesismo, che gli consentisse di colpire
(verbalmente s’intende) lo Speranza Roberto.
Il caso o forse l’appassionata e
profonda cultura dantesca che lo contraddistingue l’ha portato invece a citare quella
parte anatomica che congiunge le gambe alla schiena. Già il sommo Alighieri ne
fece uso, nel’ottavo cerchio, quinta bolgia, quella dei barattieri ovvero
coloro che si sono macchiati di “astuzia truffaldina”, cosa vuol dire il caso, laddove
dicendo del dimonio Barbariccia scrisse «ed
elli avea del cul fatto trombetta» E così, forse anche in omaggio al capo che è
di Firenze, pure se del contado, se ne è uscito con: «Roberto (nel senso di
Speranza) hai la faccia come il culo.»
All’udire il
vergognoso termite molti gentiluomini sono sobbalzati e altrettante gentildonne hanno
avuto mancamenti, talune addirittura svenimenti. Non la sottosegretaria Maria
Elena Boschi che ha ruotato gli occhioni in un moto interrogativo chiedendo
spiegazione: pare non avesse mai udito simil vocabolo. Resa edotta ha guardato
il capo ed avendone avuta autorizzazione è svenuta.
Il casus belli dell’aforisma giachettiano è
stato il plauso manifestato dallo Speranza alle parole del capo quando questi ha
proposto l’inopinato ripescaggio del metodo elettivo detto mattarellum. Metodo a favore del quale, nel 2013, il Giachetti Roberto combatté ad oltranza
utilizzando l’arma che lui, ex radicale ancorché convertito al renzianesimo, conosce
meglio: il digiuno. Digiunò il Giachetti per ben due volte, la prima
addirittura per 123 giorni, dopo aver presentato una mozione che i suoi stessi
sodali piddini avevano sdegnosamente respinto di recupero di quel metodo
elettorale. Guarda caso il capogruppo alla camera del Pd era proprio quello stesso Speranza Roberto che adesso si dice d’accordo con il ripescaggio. Certo questo
cambio di verso dello Speranza un pochino irrita e sembra anche un tantinello
strumentale e sa di presa in giro. Di qui la frase del Giachetti che è stata
ripetuta al plurale: «avete la faccia come il culo.» Facendo intendere, forse
involontariamente, ma magari qualcuno si augura di no, che l’aver citato lo
Speranza era solo un esercizio di sineddoche. Laddove si cita la parte per il
tutto.
Sì, in effetti,
a guardarla in questo modo l’incipit
di Giachetti, collegato alla bolgia nella quale i barattieri ovvero come detto
i portatori di “astuzia truffaldina” sono infilati nella pece potrebbe non
sembrare proprio così fuori luogo. Come dire non solo lo Speranza. E per dirla
tutta anche il Giachetti Roberto, quattro volte deputato, ex radicale, ex
verde, ex margherita e finalmente Pd, sta
nel tutto.
CHE TRISTEZZA QUESTO INDIVIDUO
RispondiEliminaTi sei mai guardati allo specchio cafone
RispondiEliminaUn partigiano vecchio stile ..onore e dignità il resto sono tutte faccie da culo
RispondiEliminaComunisti un uomo con onore tra di voi c'è....mi raccomando fategli fare la fine di Pertini (se lo fate farete la stessa fine dei socialisti )
è l'italia dei furbi , ma voi pensate che un bravo professionista con una carriera sicura si metta a fare politica ? in politica ci vanno gli scarti della società , gente improvvisata quando non dei veri delinquenti
RispondiEliminaNon c'e' proprio scelta, tutti con la faccia da culo e da disonesti glielo si legge in faccia....e c'e' gente che li ascolta pure quando parlano!Fanno bene a derubarci....a noi pare che ci piaccia!
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