A Caserta Renzi perdona De Luca per il ritardo ma
gli intima di non parlare. Renzi ha imparato ad accendere il fuoco con i
bastoncini. De Luca accende il fuoco elettorale con fritture miste e giri in
barca. Disprezzo per gli elettori e ironia per il premier. Elogio del
clientelismo. Serracchiani, Romano, Fiano, Morani e gli altri pasdaran renziani
tacciono.
De Luca Vincenzo mostra a Renzi Matteo la strada |
Quando in quel
di Caserta De Luca Vincenzo è arrivato tutto trafelato all’ennesima
manifestazione pro riforma tenuta dal Renzi Matteo è stato accolto da un: «Vada
per il ritardo, basta che non fai dichiarazioni» E questa è stata l’unica novità
dell’intera manifestazione. Un bel cambio di verso. Non c’è dubbio. Finalmente si
dà un pochino di concretezza a quell’impegnativo slogan perché cambiare di
verso non è come dirlo.
D’altra parte in
un discorso ripetitivo il giusto in cui Renzi ha raccontato per l’ennesima
volta che c’è il nuovo ed il vecchio, che c’è chi vuol cambiare (lui) e chi
invece no (gli altri), che lui «non è quello
che …», al posto dei puntini metteteci quello che volete che tanto va bene qualsiasi
cosa e infine che tutti ce l’hanno con
lui, un guizzo di originalità ci voleva. E sentirgli parlare a De Luca in quel
modo è stato un vero cambio di verso. Forse si è accorto che non sempre il De
Luca fa ridere. Anche se ci si mette d’impegno.
In verità per un
boyscout di provincia il cambio di verso è stato trovarsi a braccetto con un
vecchio comunista, oggi ex come tanti, con la spiccata tendenza al clientelismo:
«Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Ah, che
cosa bella!» Certo Robert Baden-Powell questo incontro di amorosi sensi non se
lo sarebbe aspettato, ma d’altra parte lui insegnava ad accendere il fuochi con
i bastoncini mentre De Luca accende il sacro fuoco del renziano nuovo invitando
il suo amico Franco Alfieri a raggranellare qualche voto offrendo delle fritture
miste. Il che dimostra quanto siano tenuti in conto dal De Luca gli elettori campani.
Gente pronta a farsi convincere a votare questo o quello in cambio di
miserie. Al confronto il comandante Lauro era un ingenuo spendaccione, regalava
chili di spaghetti e scarpe, ma quella era l’epoca del boom economico. Oggi si
è un po’ più tirati.
Tirati sì ma poi
neanche tanto se è vero che con il suo amico De Luca il giovane Renzi, questa volta
nei panni di presidente del consiglio, è stato estremamente generoso: ha dato
270 milioni di euro per Bagnoli, altri 500 per la terra dei fuochi e poi ancora
50, sempre milioni, non si sa a che titolo, ma il De Luca Vincenzo ha garantito
che ci sono. E se lui dice che ci sono ci sono per davvero. E ancora 2 miliardi
e 700 milioni per il Patto per la Campania. E poi promesse di finanziamenti per
Caserta, Pompei, Ercolano e via dicendo. Pare proprio che tra il Renzi ed il De
Luca scorra un fiume di denaro pubblico. Ovviamente per il bene del popolo.
Però se questo è
amore non è esattamente a doppio senso infatti De Luca è un pragmatico che bada
al sodo: «Vi piace Renzi non vi piace Renzi a me non me ne fotte un c… » E dimostra
neanche tanto tra le righe di considerare il giovin fiorentino un po’ giuggiolo
e si gongola facendo l’elenco dei vari finanziamenti. Ogni voce è stata
chiosata con un: «E ce li ha dati» per chiudere con un «Che vogliamo di più?»
Proprio come se stesse parlando dell’amico un po’tarlucco a cui si possono spillare
soldi e favori a iosa.
Anche se vedere
il Renzi Matteo nella parte del fesso viene difficile considerandolo un bel
furbetto. Se quei quattrini ha rilasciato con tanta facilità ci sarà, forse,
magari, può essere, un vago ma senz’altro non personale o politico tornaconto.
Chi mai potrebbe sospettarlo? E anche questo è un bel cambio di verso: passare
dalla rottamazione delle vecchie cariatidi all’elogio del clientelismo. Che di
nuovo ha proprio poco. Naturalmente di tutto
ciò Andrea Romano, Emanuele Fiano, Alessia Morani, Alessandra Moretti e quel
campione di renzismo che è Ernesto Carbone non parlano. Zitta anche la Serracchiani. Come ti sbagli.
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