Con
la Cirinnà e successive promesse si dimostra come Renzi non conosca la proprietà cumulativa. Chissà perché il parlamento dovrà votare in due pezzi gli stessi concetti che erano in una sola legge. Speranza e Cuperlo non hanno ben capito in cosa consista il “non obbligo di
fedeltà” altrimenti sarebbero ben felici. Se la minoranza ha bargigli e speroni
lo dimostri altrimenti sarà solo un mocio wileda ben bagnato.
Di tanto in
tanto le cronache raccontano che esiste una minoranza all’interno del Pd. E
quando lo scoprono è in genere perché la suddetta minoranza ha da lamentarsi di
qualcosa. Sta succedendo anche ora dopo il tragicomico voto che ha portato all’approvazione
della legge sulle unioni civili. Legge che, a dispetto del buon senso, si
aspettava da millanta anni e che il precedente governo di centrosinistra, con
Dico e contro Dico, non era riuscita ad approvare. Oddio all’epoca nel Pd ci
stava pure tale Paola Binetti oltre che l’immarcescibile Beppe Fioroni e la solita congrega di baciapile. Che adesso si chiamano cattodem. La terra
gira, la società evolve ma quelli stanno sempre lì, come un piatto di fagioli
con le cotiche ben piantato sullo stomaco.
La legge, detta Cirinnà dal nome
della prima firmataria, è uscita un po’ ammaccata per non dire monca. Con
escamotage tutto italico, per ottenerne l’approvazione dai senatori, s’è deciso
di espungere dal testo quanto previsto per le adozioni e ogni seppur lontano
riferimento al fatto di equiparare le unioni civili al matrimonio. Poi con
furbizia tutta toscana è stato dichiarato che la questioni delle adozioni sarà
presto riproposta con un’altra apposita legge. Vien da domandarsi perché prima
no e poi sì ma stare nelle cucuzze del trio Renzi-Alfano-Verdini è altamente problematico.
Soprattutto perché non conoscono la proprietà commutativa che recita: cambiando
l’ordine degli addendi la somma non cambia. Ora non si coglie la ratio per cui quelli che non hanno
votato la questione dell’adozione come articolo all’interno di una legge la debbano poi votare come legge a se stante. Che
sommata alla precedente sarebbe uguale all’originaria Cirinnà. Boh!
Poi c’ è la
questione della minoranza Pd rappresentata da due rigogliosi rampanti come Roberto
Speranza e Gianni Cuperlo. Roba che al confronto una camomilla fredda risulta
essere un potente eccitante. Questi e gli altri con loro, Guerra, Gotor e via
dicendo, hanno approvato una legge senza capirla: non è la prima volta. E
disgraziatamente non sarà neppure l’ultima. Infatti la legge appena approvata -
di cui dovrebbero essere felicissimi – fornisce loro la legittimazione alla non
fedeltà. La legge per le unioni civili, di qualsiasi tipo, non
presuppone l’obbligo di fedeltà proprio del matrimonio. Anzi quel non obbligo è
stato proprio inserito affinché l’unione non fosse per nulla ed in nulla al
matrimonio equiparata. E allora Speranza e Cuperlo hanno in mano una specie di
bomba atomica. Appurato che l’unione tra il Pd, Ncd e Ala, cioè il partito di
Renzi e quelli di Alfano e Verdini si configura nella sostanza come una unione
in civile automaticamente scatta il non obbligo alla fedeltà. Così come l’adesione
ad un partito, sic stanti bus rebus
più che un matrimonio, com’era una volta, ora si configura come unione di fatto
in civile. E allora addio obbligo di fedeltà. Ben definito dalla legge. Quindi
libertà a tutto tondo per tutti.
Però c’è un “ma”.
Ogni libertà ha un suo prezzo e non tutti sono disposti all’esborso. Infatti la
libertà di voto comporta la seria possibilità che si vada al voto e allora qui
cascano gli asini. In primis perché a
stilare le liste del nuovo raggruppamento
Pd in Parlamento sarà Renzi che non sembra uno disposto a fare sconti alla
minoranza discola del suo partito salvo che non sia finta come quella dei sedicenti “giovani
turchi” di Orfini Matteo o sinistri alla Maurizio Martina o cariatidi alla Anna
Finocchiaro. In secundis perché chi
scalda gli scranni del Parlamento solo in virtù del porcellum e non ha seguito politico nel territorio, dentro e fuori
il partito, avrà da faticare tanto per ardire a riposare nuovamente su quei
banchi. E dovranno ipotizzare di cercarsi un’occupazione, magari meno
remunerativa. Altrimenti sarà il solito penultimatum
con parole di fuoco (di paglia) cui mai seguono atti come fu per il job act,
per la riforma del senato, della legge elettorale, della buona scuola e via
riformando. Si fa per dire. Quindi se han bargigli e speroni i galletti
Speranza e Cuperlo adoperino gli appigli della legge sulla unione in civile altrimenti
più che ai galletti assomiglieranno a moci wileda ben bagnati. Che forse è proprio quel che sono.
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