Niente giubbotti di pelle nera, niente camicie stile pratorello, niente movenze da rapper.
Vestito classico, camicia bianca e cravatta. Quest'ultima dal discutibile colore oro che ricorda vecchi suggerimenti comportamentisti per influenzare l'interlocutore. Non hanno mai funzionato. Neanche questa volta.
Sorriso trentadue denti, voglia di trasmettere sicurezza e grande capacità di elusione alle domande che l'antica frequentazione ecclesiastica gli ha insegnato.
Quindi sul look si è partiti bene.
Un Formigoni normale, per quanto Formigoni possa essere normale. Solo qualche piccola deroga concessa al suo ego (micro, s'intende) ha fatto capolino.
Al giornalista Filippo Facci che gli portava la solidarietà sua e dell'arbiter elegantiarum, Oscar Giannino, per i suoi trascorsi look sbarazzini ha risposto con l'omaggio di una chiavetta usb contenente le suonerie della sua ultima campagna elettorale. Che evidentemente le tiene sempre in tasca come un frate le immaginette del santo patrono. Facci ha chiosato con un morbido “ardo di desiderio”. Che se questi sono i suoi ardori: auguri.
Però su un paio di questioni ha deciso di essere assolutamente preciso. Si fa per dire.
La complessa analisi che il Formiga, arrivato ormai al suo diciassettesimo anno di permanenza sul trono regionale, ha messo sul tavolo relativamente alla situazione lombarda è stata: “Vogliono minare il governo della Regione Lombardia che è l'unica ad avere il bilancio in pareggio. C'è un attacco concentrico di gruppi politici di gruppi mediatici e di grandi centrali finanziarie per destabilizzare la Lombardia per far fuori l'ultimo residuo di centro destra, per di più cattolico.”
Oddio, un complotto. L'ennesimo. Con una novità.
La novità è che adesso nel complotto ai suoi danni sono arruolate anche “grandi centrali finanziarie”. Che Moody's complotti contro Formigoni? Che dopo aver declassato l'Italia e le sue banche voglia declassare anche la regione Lombardia? Strano caso di de-escalation. Complotto oscuro o forse golpe, di cui sfuggono però, anche ad vecchio volpone come Salvatore Sechi fini ed obiettivi. Il perché, quindi, non si sa. Ma non è la prima volta: il nulla circondato dal vuoto.
E con la stessa precisione Formigoni ha ricordato che lui ha sempre saldato i conti delle sue vacanze e a supporto riporta, lui dice, una dichiarazione dello stesso Daccò: “Formigoni mi ha sempre rimborsato i viaggi, tramite un'altra persona. Non ricordo in che modo.”
Dove evidentemente si deve arguire che il Celeste sia in stretto contatto, oltre che con i poteri celesti e i suoi rappresentanti in terra, anche con il mondo dei fumetti.
Questa volta è toccato all'Uomo Mascherato (altrimenti detto l'Ombra che cammina) che salda il suoi conti senza lasciare traccia. Ché non ricordarsi il modo in cui si vien pagati è bizzarro. Di solito sono assegni, ma questo non è il caso, lasciano del loro passaggio una lunga scia come le lumache o denari contanti, sistema più sbrigativo e soprattutto anonimo. Salvo il fatto che Daccò non sia stato pagato in chiavette usb o immaginette di Comunione e Liberazione. Che in entrambi i casi si capirebbe perché Daccò vuol dimenticare.
Naturalmente nessuno in trasmissione si è sognato di chiedere al presidente chi sia la persona che gli fa da cassiere. Comunque rispetto a Scajola si è fatto un passo avanti: sembra che questa volta il pagamento non sia avvenuto a sua insaputa. E già questo non è poco.
Una faccia nuova (e triste) per l'Italia |
Alla domanda da quanti anni sia sulla ribalta della politica la risposta è stata secca: “ da 28 anni”.
Magari avesse colto l'ironia di chi gli faceva ammettere pubblicamente che una faccia di quell'età senz'altro non è nuova, anche in questa decotta e asfitta politica fatta di vecchi arnesi buoni per tutti gli usi.
Last but not least: Formigoni ha chiuso con un “ogni sera mi faccio l'esame di coscienza”. Complimenti. E auguri.
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