Ciò che possiamo licenziare

martedì 26 giugno 2012

Bersani ,il mago Otelma, gli asini e i pulcini dei pinguini.



Pier Luigi Bersani ha deciso di arricchire il suo palmarès di un'altra eccellenza.
Dopo essere stato vice presidente della Comunità Montana Piacentina (giovanissimo), poi consigliere regionale e poscia presidente della regione Emilia e Romagna, nonché ministro dell'industria, ministro della navigazione (dove crede di aver imparato tantissimo), ministro dello sviluppo, quindi segretario del pd e infine massimo ispiratore delle migliori battute di Maurizio Crozza (non siamo qui ad infilarci il perizoma col filo spinato) eccolo autoaffibbiarsi in extremis la patente di mago. Neanche fosse il divino Otelma. Pochi sono riusciti a fare tanto in così poco tempo.
Per dare l'annuncio di questa sua nuova eccellenza il prode guerriero di Bettola (suo borgo natio) ha pensato bene di riunire millecinquecento segretari di circoli  democratici in quel di Roma. Ecco perché la politica costa. Tanto.
All'assemblea attonita, come racconta Maria Teresa Meli (1),  il prode segretario, con cravatta ben stretta al collo e maniche della camicia arrotolate fin sopra il gomito (il mago Otelma si abbiglia con più creatività), ha disvelato le sue innate doti da Cassandra. E la gran parte dei delegati giù a fare scongiuri.
“Debbo dire che quando sono caduti Prodi e Berlusconi, ci ho preso. - ha dichiarato Pier Luigi Bersani - Non capivo bene dove andava a cascare l'asino, ma fiutavo che stava per cascare. E anche adesso inizio a pensare ....” 
Se la semantica ha un senso questo piccolo cameo dice che si è arrivati alla frutta.
Il fatto che il segretario di quello che viene accreditato come il primo partito d'Italia  (circa il 15/18% dei voti al lordo di astenuti ed indecisi) dichiari con l'innocenza di un pupetto che ieri non capiva bene (occhio all'avverbio bene)  ma in compenso fiutava e che  oggi (solo oggi) inizi a pensare non può che aumentare la quantità depressione che oramai dilaga in questo stanco Paese. Ancorché rivitalizzato da Pirlo Andrea e compagnia.
Il bello del divino Otelma è che le sue profezie riguardano il futuro, magari lontanissimo e  inverificabile ma sono proiettate in avanti. Il brutto di Bersani e della sua stanca compagnia, è che sta costantemente a spiegare il passato e per il futuro oltre a scenari di sventure e preconizzate macerie non sa dire. Il che significa, tradotto in soldoni, che effettivamente se ne sta lì solo per insegnare a volare ai pinguini.
E senz'altro quel tal Alessandro di Camerata Picena di anni 17 e già segretario di circolo (che neanche Berlinguer che pure si iscrisse giovanissimo alla direzione del PCI) gli deve essere parso proprio un bel pulcino di pinguino a cui insegnare a volare. E così quando il giovane segretario di circolo  che, come tutti i pulcini vive di ingenuità, si è lanciato nell' innocente quanto programmatico “non abbiamo padroni” il mago Pier Luigi è corso ad abbracciarlo e a dedicargli un tweet: “Alessandro, segretario di circolo di 17 anni ha regalato il titolo all'assemblea: non abbiamo padroni”. Dove all'ingenuità si somma un bel tot di banalità e quel pizzico di demagogia e di cinismo che rende ancor più beffardo il gesto.
Benjamin Franklin dava di follia questa questa definizione: “la follia è fare sempre la stessa cosa sperando che il risultato cambi.”
Bersani-Mago-Cassandra che ne direbbe di darsi una bella regolata guardandosi attorno senza paraocchi prima di diventare il prossimo asino che va a cascare? O in alternativa: vada in Antartide: là è pieno di pinguini veri e magari qualcuno che ha voglia di tornare a volare lo trova,



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(1) Bersani: attenti si rischia il voto ad ottobre, Maria Teresa Meli, Corsera 24 giugno 2012

3 commenti:

  1. Domenica, o sabato, adesso non ricordo bene, comunque, due o tre giorni fa, sul Corsera è apparsa la vignetta tradizionale. C' Bersani, D'Alema e la Bindi. Il segretario di Bettola dice rivolto agli altri due: " Certo, se andiamo al voto, possiamo anche vincere le elezioni, ma dopo che facciamo?".
    Ecco...è proprio vero che un'immagine, in questo caso una vignetta, vale più di 1000 parole. Sono d'accordo con Castruccio quando sottolinea la banalità, unita all'ingenuità dei suoi 17 anni, del ragazzino che, come in un corteo studentesco, lancia il suo slogan " Non abbiamo padroni".
    Al ragazzino, invece, andrebbe spiegato che se non proprio dei padroni, abbiamo dei vincoli. Sono quelli comunitari, quelle delle riforme strutturali annunciate e poi annacquate dai partiti dell strana maggioranza. Ora, guardiamoci negli occhi e diciamoci la verità: chi, tra quanti frequentano questo blog, affiderebbero il loro bancomat anche al più caro degli amici, senza controllarne le spese. E' quello che chiede la Merkel. Vi sembra strano? I media questo dovrebbero spiegare alla gente. Non disegnare la Merkel in divisa da nazista. Ma, come si fa, tecnicamente, a condividere il debito, se una nazione, come la Francia, vuole ripristinare la pensione a 60 anni e i tedeschi invece vanno a 67? Perchè un metalmeccanico tedesco dovrebbe pagare la bella vita allo statale greco? Guardate che di questo si tratta. I 2000 miliardi di debito non li ha fatti Monti...è roba di 40 anni a sta parte. O vi siete dimenticati di quella famosa battuta ( Craxi) " E la nave va"...dove va? Sugli scogli come la Concordia di Schettino...
    Tra il 28 e il 29 giugno...si decide il nostro destino. Qualcuno crede che uscendo dall'Euro risolveremo i nostri problemi. Sono i demagoghi di sempre, a destra, Berlusconi, l'inquietante signora Santanchè, gli ex missini del PDL, l'agonizzante Lega; a sinistra la compagnia è fatta dai soliti 'incantatori' Vendola, Fassina, Di Pietro che magari pensa di diventare premier e quando sarà davanti ai vertici del Fondo Monetario Internazionale, potrà pronunciare la sua battuta più celebre: Che c'azzecca! E Bossi dietro farà una pernacchia e solleverà il dito medio.
    La pernacchia ricadrà su di noi e il dito medio, purtroppo, alle giovani generazioni di questo sfortunato paese che chiamano Italia.

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    1. Il tempo passato da questo articole e dalla condivisibile risposta conferma le tesi, ma la domanda è questa: se siamo così tanti a pensarla a questo modo, possibile mai che non troviamo un modo per abbattere il "sistema". Opure l'unione non fa più la forza?

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  2. Caro Carlo, innanzi tutto grazie per il tuo commento.
    L'unione fa ancora la forza ma a quanto pare ai giorni nostri quello che manca è proprio l'unione.
    In parlamento oltre 60 partiti e partitini, nella regione piemonte, tanto per fare un esempio più vicino alla gente,ci sono due gruppi consiliari che si richiamano a Mercedes Bresso e ciascuno formato da una sola persona. By the way hanno percepito ciascuno più di 200k all'anno come contributo al gruppo. Per il momento la nostra coscienza collettiva non ci ha ancora unito. Quando lo farà la paccottiglia di cui sopra lascerà elegantemente il campo.

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