Dicono che non sono tutti uguali. Ma forse invece anche sì. Proprio uguali.
Una delle affermazioni che irrita maggiormente gli eletti nostri rappresentanti è: “sono tutti uguali”.
Pierferdinando Casini (1)
|
“ No, non siamo tutti uguali,sostengono indignati. Forse – e sottolineano con forza forse – tra noi qualche mela marcia c’è. Ma dove non ce ne sono? Ma sono poche, pochissime, quasi nulla.”
A parte il fatto che qui non si tratta di mele ma di rappresentanti del popolo forse qualche cosa ci sarebbe da dire.
La vulgata popolare, vox populi vox dei, al “sono tutti uguali” aggiunge a mò di spiegazione espressioni colorite le cui più timide si possono riassumere con “perché si fanno i fatti loro”, “perché sono ladri”, “perché sono alla ricerca costante di privilegi”, “perché non sanno cosa vuol dire fare sacrifici” … E si potrebbe continuare.
Luciano tristezza Violante (2) |
E’ ovvio che non sono tutti uguali, ci sono gli uomini e le donne (e da ora in avanti per comodità userò il maschile non nell’accezione di genere ma in quella cumulativa), ci sono quelli di centro-destra e quelli di centro-sinistra, ci sono quelli educati e ci sono i leghisti, ci sono quelli bassi e quelli alti, quelli pelati e quelli brizzolati, quelli che vestono elegante e quelli no, quelli che hanno dimestichezza con l’italiano e quelli no, quelli che una volta avevano le mani pulite e quelli che neanche allora, quelli inquisiti e quelli no, quelli condannati e quelli no, quelli che hanno creduto e magari ci credono ancora alle favole e quelli no, quelli che hanno pagato per essere in lista e quelli no, quelli che sanno quello che votano e quelli no, quelli che hanno una barca e quelli no, quelli che hanno una tenuta e quelli no, quelli che vanno in vacanza e non saldano il conto e quelli no, quelli che fuori di lì hanno un lavoro e quelli no, quelli che pagano i portaborse e quelli no, quelli che hanno diritto alla diaria e quelli no, quelli che sono ancora vergini e quelli no, quelli che … e quelli no. Quelli che sanno cosa vuol dire fare sacrifici e quelli no.
A proposito di quelli che sanno cosa vuol dire fare sacrifici: chi sono? E come fanno a riconoscere un sacrificio? E magari anche un privilegio?
Fausto cachemire Bertinotti (3) |
Già perché nessuno tra gli eletti, soprattutto tra quelli del centro-sinistra e della sinistra, perché tanto dagli altri neanche me l’aspetto, si era accorto che ai ristoranti di Camera e Senato, dove si pranzava e cenava con classe, i conti erano da mensa metalmeccanica. Dove pranzaxa la senatrice Finocchiaro ? E nessuno si è chiesto perché ricevendo oltre 3000€ mese per i portaborse questi vengono pagati1600€/mese lordi, si veda l’on. Marina Sereni (4). E che dire dell’on. Veltroni, che gli africani neanche vogliono, che percepisce l’indennità di trasferta essendo romano?
Ed ecco che Luciano tristezza Violante per non dire di Fausto cachemire Bertinotti accettano, graziosamente, di avere in usufrutto per i prossimi 10 anni, diconsi 10 anni, un ufficio, un’auto blu, una segretaria, altri cinque collaboratori e chissà cos’altro per aver posto i loro poco augusti glutei sullo scranno più alto del Parlamento. E non si vergognano. E invece dovrebbero. Anche sì.
Di Gianfranco Fini non ci si meraviglia.è un ex fascista abituato a mille piroette. Anche lui ai tempi s’è battuto contro il divorzio per poi sposare una divorziata e a sua volta divorziare e vivere more uxorio (che detto tra noi è anche un peccato,vero cardinal Bertone?). Cosa vuol dire la coerenza. E non parliamo di Montecarlo.
Anna Paola e Ricarda il giorno delle nozze |
Ma da lui e dalla piagnucolosa Pivetti , per l’appunto, ce lo si aspetta. Non ci si aspetta al contrario che Casini, magari anche per demagogia ma che fa?, decida di rinunciare al privilegio. E' un gesto di un qualche significato. Non foss'altro che serva a far capire ai quei giuggioli del pd come si presta attenzione alle voci del paese.
Altra perla ci arriva da Anna Paola Concia, che non contenta di essere deputata vuole anche l’assistenza sanitaria per la compagna tedesca,sposata in Germania.
Quel matrimonio mi parve un bell’atto mentre non pare affatto bella questa richiesta. Penso alla compagna del regista Stefano Rolla, uno dei morti di Nassiriya, che fu sempre esclusa dalle celebrazioni solo perché non sposata.
Questo sì comportamento veramente sconcio.
Mentre invece Anna Paola Concia rivendica il suo diritto, non per tutti e per tutte quelle coppie che sono come la sua ma solo per sé poiché un’altra corporazione, quella dei giornalisti, già gode di questo privilegio. E poi sono loro a tuonar contro le corporazioni.
Questa si che è sconcia.
E allora dov’è la differenza? .
-----------------------------------------------------------------------------
(1) foto origine http://www.enricoborghi.it/images/2005/12/21/...