Ciò che possiamo licenziare

venerdì 1 settembre 2017

Stefano Zurlo, la statistica, lo stupro, gli italiani e gli stranieri.

Articolo choc di Zurlo Stefano su il Giornale. Laddove si cerca di dimostrare che il quattro sia superiore del sei. Quando la statistica obnubila la mente. Evidentemente lo Zurlo non ha frequentato La Statistica di Trilussa.
 
Stefano Zurlo, scrive su il Giornale
Stefano Zurlo lo scorso 28 agosto, ha redatto un illuminante articolo dall’emblematico titolo «Stupratori, il dato choc: stranieri quattro su dieci». Probabilmente la responsabilità del titolo non è sua ma sua è la capacità di choccare. Ed in effetti a leggere l’articolo, ci vuole uno stomaco forte, si rimane più che choccati. Addirittura allibiti. Interdetti. Costernati.  Lo Zurlo, infatti, si pone l’arditissimo obiettivo di dimostrare che la percentuale del “quasi quaranta per cento” è assai maggiore a quella del “più del sessanta per cento”. Impresa titanica nella quale neppure Pitagora e tutti gli altri illustri matematici che l’hanno seguito, hanno avuto l’ardire di cimentarsi. E lo Zurlo invece sì. E ci riesce pure. Nella sua logica. Ma solo nella sua, poiché fin dalle classi elementari ai bimbi dell’universo mondo si spiega che il quattro è di molto inferiore al sei o se si preferisce il sei è di molto superiore al quattro. 

Nessuno mai, e tanto meno un Vicario Imperiale, avrebbe posto attenzione ad un simile argomentare se la questione, non facesse perrno sullo stupro. E sullo stupro non si scherza. 

Lo Zurlo, che in alcuni siti viene indicato come docente di giornalismo presso la Link University di Roma, ma il suo nome non appare tra i docenti attualmente in carica, si lancia in un’ardita operazione di logica, oltre che di aritmetica, mettendo in relazione la percentuale di stupratori stranieri con la percentuale di stranieri residente nel Belpaese. Quindi l’8% della popolazione (gli stranieri)  responsabile del 39% degli stupri. E poiché è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio altrui piuttosto che la trave nel proprio ecco che lo Zurlo passa sopra al fatto che gli stupri denunciati sono commessi in più del sessanta dei casi da italiani. Senza contare che, come hanno raccontato diverse inchieste, molti italici stupri (e in questi sono da includersi oltre a quelli perpetrati sulle donne anche le violenze su bambine e bambini) avvengono tra le mura domestiche, sono opera di familiari e non vengono denunciati. Ma baloccarsi creativamente con le statistiche è tentazione a cui pochi sanno resistere. E lo Zurlo Stefano è certamente tra questi. Vien da pensare che lo Zurlo, in questa sorta di campionato Italia contro tutti, sarebbe più contento se le proporzioni fossero rispettate e cioè vedessero gli italici responsabili del 91,9% degli stupri. Lui, probabilmente, sarebbe in pace e i lettori sarebbero  mallevati dal sacrificio di leggerlo.. Ogni medaglia ha un suo rovescio.
Nell’articolo zurliano ovviamente si parla di «buonismo», di «immigrazione fuori controllo», di «non voler generalizzare» (però sottolinea che i rumeni rappresentano solo l’1,8% della popolazione ma a loro vengono addebitati l’8%degli stupri) e di «non voler assolvere frettolosamente i nostri connazionali.» Deo gratias. A Zurlo interessa solo la statistica. La media, che dev’essere sempre uguale. Trilussa docet.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pè via che, lì,la media è sempre eguale


By tha way lo Zurlo Stefano scrive per il Giornale uno dei pochi fogli di carta stampata che ha creduto alla bufala che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Questo vorrà dire qualcosa?

16 commenti:

  1. Il 40 percento commesso dall'8 percento, non ci arrivi? Significa che per ogni stupratore presente tra la popolazione italiana, ce ne sono circa dieci nella popolazione straniera. Forse sei tu che devi ripassare le frazioni.

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    1. Semplicemente aberrante. Vada a leggersi la poesia di Trilussa. Magari ci arriva pure lei.

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    2. Io ci vedo solo pochezza di pensiero nel paragonare la statistica del pollo con numeri scritti nero su bianco. Che sono poi gli stessi numeri della popolazione carceraria in Italia. Per ogni detenuto italiano c'è una controparte di circa dieci detenuti stranieri, sempre considerato che gli immigrati in Italia sono circa l'8 percento, un 8 percento che riempie le patrie galere per quasi il 40 percento. Insomma, o la si pensa come voi miso-italia che anelate all'eutanasia della mia nazione, oppure si è ignoranti, nonostante l'evidenza delle cifre.

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    3. Luigi LOngo, giusto per non sparare numeri a raglio consiglio di visitare sull'argomento il sito dell'Istat e quello del ministero di Giustizia. E' una colossale panzana affermare che per ogni detenuto italiano ce ne sono dieci stranieri. il rapporto è di 66 italici a 34 stranieri. Dato al 31 luglio 2017.. Poi, solo il 62% dei carcerati è definitivo gli altri sono in attesa di giudizio e quindi vi è da considerare il tipo di reato: un conto è il "reato di immigrazione clandestina" e altro lo spaccio di droga o rapina o stupro.Non si può usare la statistica come un manganello. "Un dato, se non lo si riempie di senso e di ragione è come un sacco vuoto, non sta in piedi" (Pirandello) e l'articolo di Zurlo è un sacco vuoto.

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    4. Appunto si vuole distorcere la statistica x dire che tra gli stranieri (anche i giapponesi presenti in italia?) la percentuale di stupratori è maggiore rispetto agli italiani.

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  2. Scusa se seduto al bar all'una di notte ho scritto 40 percento invece di 34 percento, scusa se ricordavo male i numeri che ero andato a cercarmi un anno fa per discutere con un altro miso-Italia, anche lui razzista con gli italiani che dissentono e hanno idee diverse da quelle vostre. Adesso sì che con un 6 percento in meno hai sovvertito i numeri che riguardano il rapporto dei delinquenti italiani rispetto a quelli stranieri, perché invece di 10 a uno il rapporto, dopo le tue strabilianti scoperte, scende a 9:1. Ah, adesso posso dormire tranquillo. Se non ti bastano i dati della popolazione carceraria, se non ti bastano quelli degli strupri, sappi che le denunce, cioè i reati denunciati anche se poi non è seguita condanna o carcere, hanno una percentuale ancora più alta nei riguardi della popolazione dei palestrati con telefonino e auricolare di serie. Come la giri la giri, vincono sempre i palestrati, quei giovanotti, (molti marocchini - ma da cosa scappano i marocchini?), che lasciano donne e vecchi e bambini nella loro amata Africa per venire qui a distruggere la mia Italia. Col tuo militante supporto. Reato di immigrazione clandestina, hai scritto? Davvero conosci uno, dico uno, che è in carcere perché clandestino in Italia? Io conosco solo quelli che girano liberamente nonostante siano tecnicamente espulsi, ciò grazie ai vostri sinistri avvocati. Sei davvero convinto di quello che scrivi, o sei uno di quelli stipendiati dai sinistri per creare zizzania nelle pagine dei social? Mi sembra impossibile che di fronte a numeri, fatti di cronaca, poliziotti accoltellati, autisti e controllori seviziati, assassini in auto che guidano senza patente, kabobbi con l'accetta in piazza, scimitarre tra la folla, machete, acqua staccata a tutti, anche agli italiani, in condomini dove i palestrati non pagano bollette, piazze off-limits a causa dei tuoi amici, impossibilità di andarsi a fare una sana scopata di notte in spiaggia come si faceva fino a venti anni fa, pena rapina se va bene, violenza e rapina se va peggio. Mi sembra davvero impossibile che un italiano possa odiare così tanto la sua terra e i suoi connazionali, tanto da godere nel vedere la propria nazione che sprofonda nel caos. Poi, mi chiedo cosa ci fai su una pagina come questa, visto che qui ci dovrebbero essere quelli che non scrivono ciò che già scrive repubblica o che dice il tg1-2-3-4-5-6-7. Comunque, vorrei ritornare al discorso iniziale: il 40% su un 8% è, al contrario di quello che hai scritto tu, maggiore di un 60% su un 92%. Chi scrive il contrario, come il tipo che hai citato nel link, e chi gli dà ragione, è ignorante. Almeno in matematica. E supponente, come solo i sinistri sanno essere.

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    1. Disse colui che entrò in salotto a discutere di numeri abusando di nome del basso medioevo, come se quel nome lo possa rendere più credibile.

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    2. 92 minuti di applausi per questo intervento che è inoltre la spiegazione di come i sinistrorsi , gli stessi che "una volta" bruciavano il tricolore, una volta arrivati al potere sono riusciti a distruggere il paese col loro buonis-globalismo demenziale .Per fortuna tra poco muovo le tende : mi dispiace solo per chi, dotato ancora di cervello funzionante e di
      amore per il suo paese, dovrà rimanere dovendo "ammirare"
      l'opera di Renzusconi o di chi agirà per loro (Grillo ?).


      Bezuchov

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  3. De numeribus non disputandum est.

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  4. in veneto zurlo ha un significato ben preciso!!!Vedasi il vocabolario Treccani ;) http://www.treccani.it/.../zurlo_res-3eddcc00-13ec-11e4.../ - "zurlo s.m.[prob variante di girlo]nel dialetto veneto trottola; fig., persona di poco cervello ...."

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  5. Ma vanno riferiti alla composizione percentuale della popolazione maschile totale!!!! Non c'è bisogno di essere dei crani in statistica per comprendere due numeri e rendersi conto che effettivamente gli stranieri stuprano di più. Bisogna dirlo con oggettività senza derapare in discorsi di odio

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    1. Ma pè me la statistica curiosa
      è dove c'entra la percentuale,
      pè via che, lì,la media è sempre eguale

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  6. il sonetto è di Trilussa, come avrà notato leggendo il pezzo, se l'ha letto. Dopo di che l'articolo dello Zurlo è superficiale e rozzo: la statistica non è una clava e non va utilizzata come una livella.

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  7. Ho letto e sono assai perplessa sull'insieme. Le ricerche quantitative sono sempre molto meno neutre di quanto non sostengano i fautori di questo approccio e spesso i risultati sono interpretati ed utilizzati proprio a conferma dell'orientamento ideologico di chi ha avviato la ricerca stessa e considera la realtà in un'ottica meccanicistica. Le analisi quantitative in ambito sociale sono molto complesse e naturalmente "riduttive" proprio perché costringono ad indicatori variabili e cifre fenomeni qualitativi, fattori di crisi. Per uno scienziato sociale, il problema non è raccogliere i dati e fare statistiche, ma selezionare indicatori e variabili sapendo che ciò ha conseguenze sul piano della percezione del fenomeno qualitativo o del problema che si vuole studiare e che questo dato, piuttosto che quell'altro, sarà utilizzato dai "medici sociali" e dai decisori politici per le loro diagnosi e per le strategie di conquista del consenso... In ragione di ciò, non enfatizzo la ricerca quantitativa, ma neppure la demonizzo. La considero per quello che è: uno strumento per raccogliere informazioni parziali, elementi comparabili e semplificati a numeri, di un fenomeno o di un problema che abbisogna di ulteriori carotaggi, anche quantitativi, e che, comunque, richiede delle risposte qualitative, cioè politiche e culturali etc. Nel caso specifico, prendo atto, e senza meravigliarmene, che, in relazione alla variabile italiano/straniero dei colpevoli di stupro , c'è una predittività di gran lunga maggiore per lo straniero (in particolare albanese e romeno). Frequentando il carcere (femminile, di reclusione), prendo atto che la composizione della popolazione detenuta è costituita da una percentuale molto significativa (anche se non prevalente in senso assoluto) di straniere o di origine straniere. Però, questo primo dato mi dice assai pochino ed è facilmente preda delle più squallide operazioni razzistiche e xenofobe. Se non voglio cadere nel pregiudizio o nella criminalizzazione dello straniero, va ulteriormente precisato e scomposto, introducendo ulteriori indicatori e variabili (tanto per dire, almeno la variabile diacronica geografica e di appartenenza socio-culturale). Ma, soprattutto, va fatto agire nel contesto per capirne la dinamica. Non bisogna criminalizzare, non bisogna banalizzare, non bisogna però neppure negare. Bisogna intervenire appunto contro le semplificazioni che portano all'esclusione e alla conferma del problema stesso. Mi scuso se sono stata poco precisa anche perché non sono una specialista di scienze sociali né tanto meno di statistica pur essendomi occupata in passato di modelli organizzativi

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