Ciò che possiamo licenziare

giovedì 11 febbraio 2021

Draghi: il primo fallimento.

 La stampa gli ha perdonato tutto anche una battutina un po’ sessista. Fino ad ora non ha fatto molto, tutte cose che già aveva fatto il prof. Giuseppe Conte. I maestri di sci e i bagnini vanno consumati sul posto, dice un vecchio adagio. Forse anche Draghi andava consumato nel suo habitat.

 


Un antico proverbio siculo recita:  il bel tempo e il brutto tempo non dura tutto il tempo. Il professor Draghi nell’ultima settimana ha avuto tanto bel tempo: quasi tutta la stampa a fargli da coro per qualsiasi cosa, incluso il suo silenzio. Le giornaliste più coinvolte nella difesa della donna, giusta difesa della donna sia chiaro, hanno tranquillamente glissato sulla frasetta che rivolse alla moglie: “Dai, stai zitta”. Vi immaginate cosa sarebbe successo se l’avesse detta il Caimano? O anche un semplice uomo qualunque? Un putiferio. Mentre invece Concita De Gregorio, Lilli Gruber,  Marianna Aprile, Michela Murgia tanto per citare alcune tra le famose, tutte zitte zitte. Anzi c’è chi ha fatto passare l’episodio come un esempio di riservatezza. Vai a capire le giornaliste passionarie. Eppure dopo tanti miracoli, qualcosa sta andando andato storto. Vebbé che i miracoli fatti fino ad ora dal Draghi Mario sono stati facili facili: ad allungare le giornate, in fondo, con un po’ di pazienza, minuto dopo minuto, son buoni quasi tutti, per guarire il Berlusconi Silvio basta che un semplice giudice posponga un’udienza del Rubty Ter (corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza) e il gioco è fatto. Sullo spread: a farlo scendere c’era riuscito anche il professor Conte, il che è tutto dire. Far tacere Renzi sul Mes è stato un po’ più difficile, ma d’altra parte ne aveva sparate così tante a raglio che un attimo di riposo gli occorre proprio. Sulla borsa poi è stato un miracolo a metà e qui si sono viste le prime crepe: dopo i rialzi, peraltro generalizzati in tutta Europa, due giorni di calo e poi una ripresina da prefisso telefonico. Insomma Draghi il magnifico sta iniziando a scalchignare.  Poi c’è il primo vero fallimento: i campionati mondiali di Cortina, e che diavolo! Tutto il mondo ci guarda e li facciamo partire con due giorni di ritardo. Ma come? Draghi il magnifico non ha il controllo sulla neve? Roba da non crederci. Allora, per essere in balia degli eventi, tanto valeva tenersi Conte e non fare tutto questo rebelòtt, Rebelòtt: espressione lombarda per dire confusione. E non solo: Dominique Paris arriva quinto e Federica Brignone addirittura decima. Eccheccavolo! Adesso ci manca solo che inzeppi il governo dei migliori con ministri presi un po’ qua e un po’ là dai partiti che l’appoggiano e ti salta fuori che il Draghi professor Mario non è quel “drago” che sembrava e che forse il Cerutti Gino, che tutti chiamavan Drago e dicevan ch'era un mago, era meglio. Il fatto è  che al Draghi Mario gli tocca traccheggiare per un anno prima di arrivare alla Presidenza della Repubblica e in un anno capitano un sacco di cose. Un mio amico diceva alla moglie che s’era incapricciata di un maestro di sci che i maestri di sci e i bagnini vanno consumati sul posto, come il vino a chilometro zero, che se li sposti dal loro habitat naturale perdono colore, gusto e sapore. Ecco, forse anche il professor Draghi andava consumato sul posto.

Buna settimana e buona fortuna

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