Ciò che possiamo licenziare

venerdì 19 febbraio 2021

Il torpedone di Draghi

 Nei tour organizzati non si possono scegliere i compagni di viaggio. Si incontrano i vari tipi dell’italiano medio. Però a tavola bisogna stare anche con gli antipatici. Il programma è sempre lo stesso. L’applauso alla guida è di prammatica e non significa nulla. Divertirsi durante il viaggio? Beh, si vedrà.

E così ieri, 18 febbraio, è partito anche il torpedone Draghi. Come in tutti i tour organizzati i compagni di viaggio sono eterogenei e non si possono scegliere per cui è un attimo scoprire che per qualche tempo, all’incirca una decina di mesi nel caso specifico, si dovrà convivere, bene o male, con tutti. In queste gite turistiche di norma sono rappresentate le varie tipologie dell’italiano medio: c’è il pataccone, che ha una soluzione per tutto e sembra che la ruota della fortuna abbia baciato solo lui,  il barzellettiere che vuol tenere allegra la compagnia, ma occhio che è anche abile nel gioco delle tre tavolette, il trucidone che ogni tre per due ti dice che lui sta dalla parte della gente che lavora e ne sciorina l’elenco. Poi ci sono il giovane timido che è stato mandato da papà a visitare il mondo, il neoborghese con tanto di laurea, magari in filosofia, che papà faceva l’operaio, l’impiegato che, si vede a occhio nudo, tutti in ufficio prendono per i fondelli abituato com’è a mandar giù rospi, ma sempre sorridendo. Non mancano la zitella incallita che è già stata dappertutto, il manager che è lì unicamente per pigrizia perché altrimenti lui scalerebbe l’Himalaya, ma questa volta non ha voglia e si vuole riposare e infine gli idealisti che avrebbero voluto cambiare il mondo e i viaggi on the road li facevano quando erano giovani.  Di normali normali proprio non ce ne sono. Sul bus un minimo di intimità ce la si può ritagliare, le poltroncine sono solo due e quindi affianco ci sta la moglie o il marito, ma a tavola la faccenda si complica. Il pataccone e il barzellettiere senz’altro van d’accordo, sono le due facce della stessa medaglia e faranno subito comunella, qualche punto in comune ce l’hanno anche con il trucidone, ma li altri? Le tavole sono grandi e quindi, pur con qualche mal di pancia toccherà sedersi a cenare con tutti, magari pure con qualche sorriso di circostanza, ma alla lunga?  Il saluto di ben venuti è uguale a quello di tutte le altre guide turistiche, ormai da anni, mica si può inventare l’ombrello ogni volta. Così come il pistolotto di presentazione delle tappe del tour, sono le stesse da sempre. Un unico colpo di creatività quando la guida Draghi fa un fugace cenno “all’opera del Signore che non dobbiamo rovinare”. L’Eterno vien citato con modestia non vantando rapporti di parentela, contrariamente a quanto già fece in passato il barzellettiere, ma è uno che cerca solo di far ridere. In fondo il tour rasenta la banalità le solite capitali imperiali che nel corso dei secoli non sono cambiate, anche se è ben diverso se spendere il tempo nella visita del centro storico o nei mercati o nelle discoteche. E qui, forse, si apriranno discussioni sui temi scottanti. Ma questo lo si vedrà col tempo. L’applauso dei viaggiatori è di prammatica e tutti battono le mani perché ognuno nel pistolotto ci vede solo quello che gli interessa e lo fa felice. Quanto poi a esser sicuri di divertirsi per tutto il viaggio beh, questa è tutta un’altra storia. E poi, tutti hanno già pagato la quota di partecipazione.

Buona settimana e buona fortuna.

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