Ciò che possiamo licenziare

lunedì 25 agosto 2025

Il Draghi Mario o “del nulla”. E poi la Meloni e la Schlein

.Il Draghi pontifica spargendo banalità, la Meloni all’ennesimo naufragio si commuove e la Schlein tratta con cacicchi e capi bastone come fosse in un suk. Buona fortuna Italia.


Ebbene sì, il Draghi Mario, con quel suo sorrisetto apotropaico, è riapparso dal nulla. Di lui si era parlato qualche mese addietro quando presentò alla von der Leyen Ursula un rapporto di ben quattrocento pagine per fare il punto sullo stato dell’Europa. Quattrocento paginette, pure se dattiloscritte con corpo 16 e spaziatura 2, sono un bel mattoncino e ci vuole un sacco di tempo a scriverle e ben di più a leggerle, sempre che ci sia scritto qualcosa e “non si pesti l’acqua nel mortaio” come diceva la mia adorata nonna. Pestare l’acqua nel mortaio significa compiere un’operazione inutile con largo spreco di tempo e fatica senza ottenere alcun risultato. E in effetti in quelle quattrocento pagine vi è un solo pensiero degno di nota, laddove l’apotropaico, rivolto ai ventisette dell’Europa, scrive o fa scrivere a qualche sherpa, “dite no a tutto. Non ho idea di quello che bisogna fare, ma fate qualcosa”. Magari purchessia aggiungo per dagli un aiutino come si usava nei quiz d’antan. Anche al meeting di Rimini, Comunione e Fatturazione, il tante volte raccomandato da un condannato in via definitiva oer truffa ai danni dello Stato non si è smentito e ha intrattenuto la platea sul “nulla”. Non il nulla come concetto filosofico sul quale si sono arrovellati i filosofi greci dal quinto secolo avanti Cristo in poi e il nostro su questa materia forse non brilla, ma quello più prosaico del dire quelle belle banalità note anche i bimbi delle elementari: l’Europa come entità politica non esiste e proprio perché non esiste conta nulla. Bella scoperta. E c’è chi si domanda perché non lavori ancora in Goldman&Sachs. Naturalmente la platea di Comunione e Liberazione, a riprova della finezza del suo palato, ha applaudito fino a spellarsi le mani e c’è mancato poco partisse la solita richiesta: santo subito. Peraltro dell’apotropaico il Presidente Cossiga disse: “un vile, un vile affarista non si può nominare presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldman &Sachs… è il liquidatore dell’industria pubblica italiana”. Comunque, prima dell’exploit draghiano, l’italico popolo s’è stranito per la dichiarazione della Meloni Giorgia dopo l’ennesimo naufragio: “sorge in tutti un forte sentimento di sgomento e compassione”. Chi mai crederebbe sia la stessa Meloni Giorgia reclamante il caro vecchio blocco navale o dare ordine perché il porto sicuro sia sempre più lontano, con l’obbiettivo chiaro di spostare le navi delle ong per più tempo dalle zone di soccorso. Praticamente antesignana della politica del Netanyahu Bibi. Eppure è così. Evvabbé. Infine il ritorno all’ovile della Schlein Elly. È stata eletta per il suo straziante grido: basta cacicchi e capi bastone. Finalmente, avrà pensato l’elettore del PD, un po’ di aria fresca e magari s’è illuso di veder accompagnati alla porta le renziane e i renziani di vecchio conio ancora tramanti nell’ombra e magari anche chi plaudiva ai procacciatori di voti con fritture miste e giri in battello. E invece no. Ora che si avvicinano le elezioni regionali ecco la Schlein Elly fare accordi e compromessi con cacicchi e capi bastone dell’intero stivale così come si usava all’epoca dei democristiani e dei socialisti. Bei tempi, di schifo. Al dunque cosa resta? Ma per Diana, la solita cara vecchia Italia sempre uguale a sé stessa,con tutte le sue rogne.

Buona settimana e buona fortuna.


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