Dagli Emirati Arabi la Meloni Giorgia lancia agli italiani tutti una sfida sulla strage di Cutro. Il tono e il merito ricordano il discorso del 3 gennaio 1925. Per essere fascisti non è necessario salutare romanamente, portare il fez o collezionare busti del duce.
L’antefatto:
nella notte del 26 febbraio a Cutro, Calabria, un caicco con a bordo 160 o 250
persone va a battere contro alcune rocce e va in mille pezzi. Effetti
collaterali: 81 migranti si salvano, ad oggi vengono raccolti i cadaveri di 70
persone e quelli che mancano per
arrivare a 160 o 250 sono dati per dispersi. Chissà se il mare ne restituirà i
corpi e quando. Fino a ieri, 3 marzo, la
Presidente del Consiglio Meloni Giorgia sul fatto non ha spiccicato parola.
Oggi finalmente, 4 marzo, dagli Emirati Arabi, la Meloni Giorgia, Presidente
del Consiglio si è decisa a parlare, l’ha fatto davanti alle telecamere, e ha
posto la domanda dirimente: «Davvero
qualcuno ritiene che il governo volutamente abbia fatto morire i migranti?» E
poi ha aggiunto «C’è qualcuno che in
coscienza pensi questo?». Naturalmente ha sostenuto che il governo si è
occupato del caso: sia il ministro Piantedosi Matteo sia il sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio Mantovano Alfredo, sono stati a Cutro e tanto
basta. Meglio se il Piantedosi Matteo non ci fosse andato o fosse stato zitto. Infine
ha aggiunto «Frontex non ci ha informato
del pericolo». Scusa più puerile non era facile trovare. Dalla Meloni
Giorgia ci si aspettava qualcosa di più. Molto di più. Comunque alla Meloni
Giorgia, visto che ha fatto una domanda precisa: «Davvero qualcuno ritiene che il governo volutamente abbia fatto
morire i migranti?» va data una risposta ugualmente chiara e precisa: «Sì».
Meloni Giorgia, io ritengo di sì. D’altra parte tutta la sua storia dice di sì.
Ricorda onorevole Meloni Giorgia quando voleva il blocco navale, che sostanzialmente
significava far affogare i migranti o ricacciarli nei lager nazisti dei libici?
Ricorda quando diceva che l’immigrazione era uno, se non il principale,
problema della nazione? Ricorda onorevole Meloni Giorgia quando sbraitava io sono Giorgia, sono una donna, sono una
mamma, sono cristiana, lo faceva a Roma e l’ha fatto all’adunata dei fascisti di Vox? Ricorda
quando diceva prima gli italiani?
Ricorda della sua legge sulle navi delle ong di poter fare un solo salvataggio
a viaggio e se nel percorso per andare a sbarcare il carico residuale, parole di Piantedosi, avesse caricato altri
migranti ecco arrivare multe e sequestro? E ricorda come le destinazioni delle
navi delle ong sia sempre più lontana? Ricorda le destinazioni di Ancona e
Livorno? Giusto per dirne due. Proprio dietro l’angolo rispetto al canale di
Sicilia. Quindi onorevole Meloni Giorgia, sì ritengo in coscienza e guardandola
dritta negli occhi che il governo abbia voluto far morire i migranti. Magari
non proprio quelli, ma i migranti in genere. La sua ultima dichiarazione
riecheggia nella forma e anche nella sostanza, un discorso sciagurato pronunciato
il 3 gennaio 1925. Per essere fascisti non è necessario alzare il braccio nel
saluto romano, calzare il fez, collezionare busti del duce. Magari essere
intolleranti, discriminare i diversi per religione, sesso e colore della pelle
è più che sufficiente. Programmare il Consiglio dei Ministri a Cutro suona solo
beffardo. Magari in coscienza potrà rispondere a sé stessa.
Buona Settimana
e Buona Fortuna.
Il problema è che mezza Italia la pensa esattamente come lei: che muoiano in mare, ma che ce ne importa? Importa che non sbarchino in Italia. Ma scappano da una guerra? E no! Devono rimanere a difendere la loro terra! Ma sono bambini! Embé! Devono crescere in fretta e non mettersi in mare, come se fosse una gita. Mi fermo qui, per non offendere i morti come ha fatto il burocratel-ministro Piantedosi.
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