Ancora un mesetto e Draghi potrà liberarsi di Salvini, poi tutto di corsa. Se entro dicembre non si faranno le leggi di delegazione si perderanno 218mld. Di Draghi ne vorrebbero due: uno a Palazzo Chigi e l’altro al Quirinale. E se si unificassero le due cariche?
Ho avuto un sogno, anzi no, ho avuto un incubo. La visione è consistita di tre passaggi: il primo ha avuto come limite il 30 giugno il secondo, scavallato i successivi mesi, mi ha portato in pieno dicembre 2021. E il terzo nel 2022. Superata la fine di giugno non potranno aver luogo per i sei mesi a venire elezioni anticipate e finalmente il Draghi Mario potrà adempiere al suo ruolo di manager duro e puro e smetterà di farsi sballottare da Salvini. Il Salvini che in fondo, non è fondamentale per la tenuta del governo, e se pure i berlusconiani, ammesso e non concesso esistano ancora, decidessero di seguire il leghista a Draghi non sarà difficile raccogliere un ampio gruppo di responsabili. Per adesso deve fingere evvabbene. Scavallato questo primo traguardo si comincerà a fare sul serio e a correre per davvero. Quindi, secondo passaggio, si arriva a dicembre mese topico poiché in quei trenta giorni succede che caschino scadenze estremamente importanti: quella più tosta, come ha detto la ministra Marta Cartabia, è che vadano definite e “approvate le leggi di delegazione per la riforma del processo civile, penale e del csm” . Tanto per dire di quelle della sola giustizia. E poi ci sono le altre. Perché se questo non avvenisse sarebbero a rischio per “l’Italia non solo i 2,7 mld del pnrr destinati alla giustizia, ma i 191 mld destinati a tutta la rinascita economica e sociale italiana”. E questo, per dirla con il D’alema Massimo, senz’altro non piacerebbe ai poteri forti. Poi la seconda: l’elezione del Presidente della Repubblica. Tostina anche questa, ma non in sé quanto per sé. Infatti questa è prodromica al terzo fondamentale passaggio il 2022. La scelta del prossimo Presidente della Repubblica, cade male poiché da un lato non dà al Vescovo Draghi di finire il suo lavoro, che va ben oltre anche il prossimo anno, e dall’altro di salire al soglio della Repubblica. E quindi? L’ideale, secondo alcuni, sarebbe avere due Draghi: uno alla Presidenza del Consiglio e un altro alla Presidenza della Repubblica. Il fatto è che due Draghi non ci sono però una soluzione potrebbe esserci: unire le due posizioni. Si chiama presidenzialismo Questo è stato l’incubo. Per arrivare a una simile soluzione, che attenzione non è propriamente antidemocratica, Francia e Stati Uniti, per dirne due, la applicano e non sono dittature, ci vuole tempo e molto consenso. Allora le ipotesi potrebbero essere due: un secondo mandato a Sergio Mattarella, l’elezione di un “bollito” di lungo corso e in Parlamento c’è solo l’imbarazzo della scelta. In ogni caso chiunque sia il prescelto dovrà essere pronto a farsi da parte quando super Mario dovrà unificare le due cariche. C’è la questione del consenso, cosa non facile , ma non impossibile: i soldi non mancano. E, come ha mostrato la cronaca di qualche settimana fa, se basta la vittoria di uno scudetto per vedere scendere in piazza masse osannanti, masse fatte non solo da popolazzo bue, ma anche da non pochi sedicenti intellettuali sedicenti di sininistra, Dunque se ai circensem aggiungiamo il panem il gioco è fatto. E il Covid? È in calo e comunque ce ne si farà una ragione soprattutto se si potrà andare al ristorante di sera, i centri commerciali saranno aperti nelle fine settimana e il coprifuoco o sarà diluito fino alle 24h. By the way il presidenzialismo piace a tutte le destre e temo anche a qualcuno del centrosinistra.
Come incubo non c’è male. L’importante è non farlo diventare realtà
Buona settimana e buona fortuna.
Surreale e realistico. MOLTO realistico.
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