Perché Report non ha mai indagato su Macchia Nera e la Banda Bassotti? Spesso i giornalisti di Report sono arrivati prima delle istituzioni. Emblematico il caso Oms-Ranieri Guerra. L’articolo 21 della Costituzione sancisce la libertà di stampa, due righette, e cinque volte tanto per dire quando e come la stampa va censurata. Ironia del legislatore democratico.
Perché Report non ha mai indagato su Macchia Nera e la Banda Bassotti? Infatti a parte Macchia Nera e Banda Bassotti la trasmissione Report, condotta prima da Milena Gabanelli e ora da Sigfrido Ranucci, si è occupata praticamente di tutto. Di tutto quanto abbia avuto o abbia a che fare con condotte non particolarmente limpide e trasparenti. E qualche volta si è avuta l’impressione che i giornalisti di Report abbiano scoperchiato marmitte in cui bollivano minestre su cui le istituzioni dello Stato, quelle preposte a dare la caccia ai cattivi per intenderci, ancora non avevano cominciato a indagare. O forse lo facevano già, ma sottotraccia. Il che è, comunque, un bel segnale di civismo e di difesa-sostegno-protezione della democrazia. È emblematico il caso ultimo che vede protagonisti Report-Oms-Ranieri Guerra-Procura della Repubblica di Bergamo. Procura della Repubblica che sta indagando sui morti per Covid nella Val Seriana. Fare giornalismo investigativo non è facile, soprattutto perché questo si deve basare su prove assolutamente inoppugnabili, quindi rapporti, documenti, mail, testimonianze. Non basta buttarla là e vedere l’effetto che fa, anche perché le querele sono dietro l’angolo. Le fonti: queste sono il vero punto di partenza come hanno dimostrato tutti i grandi casi di giornalismo investigativo che, per citarne due, quelli più famosi, negli Stati Uniti hanno condotto prima al grande movimento di massa contro la guerra nel Vietnam e poi alla caduta di Richard Nixon che come Presidente degli USA era l’uomo più potente del mondo. Quando dico di senso civico e di difesa della democrazia mi riferisco soprattutto alle fonti a coloro che hanno il coraggio di denunciare e fanno da ponte tra i fatti, i malfatti, e i giornalisti. E’ il senso civico delle fonti che fa da detonatore alla bomba mediatica. Nel 1971 il Washington Post e Brad Bradlee, direttore e Katharine Graham, proprietaria non avrebbero potuto scoperchiare il pentolone del Vietnam senza la talpa che gli fornì i documenti segreti del Pentagono, così come nel 1974, sempre due del Post, Carl Bernstein e Bob Woodward senza “gola profonda” non avrebbero potuto incastrare Nixon e farlo dimettere. La nostra Costituzione garantisce la libertà di stampa con l’articolo 21. Testo in verità scarno, solo due paragrafetti: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Mentre la più parte dell’articolo, cinque o sei volte di più è dedicato al perché e al come sequestrare il giornali. Ironia del legislatore democratico. E allora mi piace di più ricordare la sentenza della Corte Suprema americana che nel 1971 consentiva la pubblicazione degli articoli sul Vietnam scrivendo che nel pensiero dei Padri Fondatori: “La stampa doveva essere al servizio dei governati, non dei governanti. Il potere del Governo di censurare la stampa venne abolito affinché la stampa potesse sempre essere libera di censurare il Governo”.Che non è poco.
Quindi perché Report non ha mai indagato su Macchia Nera e la Banda Bassotti? Perché tutti sanno che alle calcagne di questi malupini ci sono il commissario Basettoni e Topolino. E soprattutto che li acciuffano sempre.
Buona settimana e buona fortuna
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