Ciò che possiamo licenziare

sabato 13 giugno 2020

A volte ritornano

Adesso è la volta degli iconoclasti: pensano che distruggendo una statua se ne distrugga l'idea che rappresenta. I simboli non hanno significati univoci. Lo stesso simbolo ha significati diversi a seconda di chi lo guarda. Abbattere le statue è un'idiozia.

Minneapolis: abbattuta la statua di Cristoforo Colombo
A volte ritornano. E i peggiori ritornano quasi sempre. Questa volta è il turno degli iconoclasti. Il tutto, come sempre, nasce da una giusta situazione, in questo caso protestare contro gli assassinii perpetrati dalle varie polizie americane contro i neri. L’assassinio di George Floyd è stato bestiale nelle sue modalità e semplicemente stupido nelle sue motivazioni. Denota inoltre una incredibile imperizia nella tecnica dell’arresto: mettere due manette ad un uomo steso a terra e immobilizzato richiede pochi secondi o al massimo pochi minuti. Se di minuti ce ne vogliono otto e mezzo vuol dire essere degli incapaci, quindi tornare ad un corso di addestramento, o degli assassini, come più certo. Con l’aggravante, non viene difficile crederlo, della motivazione razziale.
Da questo fatto è nata una protesta che sta sconvolgendo gli Stati Uniti e si sta allargando a macchia d’olio anche in Europa: il razzismo, ovviamente, non può essere tollerato. Di qui ad abbattere statue e imbrattare monumenti ce ne corre. Specialmente se si usa la storia come semplice grimaldello per scassare l’esistente e non come chiave di lettura.
Abbattere la statua di Cristoforo Colombo è stato semplicemente un’idiozia: far dipendere dal navigatore genovese tutti i misfatti successivi alla sua scoperta, che tra l’altro fu un errore stava infatti cercando l’India, è come ritenere Paolo di Tarso responsabile delle disasgtri finanziarie di Marcinkus. Qualcuno dice che distruggere la statua di Cecil Rhodes è un atto dovuto: di condanna della schiavitù perché questa statua ne è il simbolo. Essendo Cecil Rhodes ritenuto, a ragione, il precursore della apartheid. E qui vale la pena soffermarsi sul senso di simbolo. Il simbolo è la materializzazione di un concetto di cui diventa il significante. Tuttavia il significato di un concetto mai è univoco: dipende dalla storia, dalla cultura, dalla visione di chi guarda. chi guarda che decide cosa annettere a quel simbolo e a renderlo vivo. In altre parole se un suprematista bianco guarda quella statua ne vede un inno alla schiavitù se la guardo io ne vedo un ulteriore monito a combattere una stupidità sesquipedale: la supremazia dei bianchi nei confronti di qualsiasi tipo di persona appartenente al genere umano. Tutto qui.  Da qui in avanti gli esempi si sprecano. Magari, proposta avanzata da non pochi storici, varrebbe la pena che il cartiglio alla base della statua o del monumento riportasse oltre che le date di nascita e di  morte una nota di contestualizzazione e storicizzazione. Così come è stato fatto a Bolzano per il monumento alla Vittoria dell’architetto Marcello Piacentini. Forse troppo semplice e chiaro per gli amanti del famolo strano.
Buona settimana e buona fortuna,

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