Stakanov
fu nominato eroe del lavoro socialista, Mastrapasqua eroe del lavoro poltronista.
Dei tanti incarichi si sapeva da tempo
ma nessuno ha mai mosso un dito. Quelle 24 poltrone occupate oltre a quella di
presidente dell’Inps sono pagate due cocomeri e un peperone. Lui l’ha fatto per necessità ed autostima. E per dirla tutta
l’Inps lascia tanto tempo libero.
Antonio Mastrapasqua candidato al premio Stakanov |
Un paio di giorni fa il Presidente del Consiglio
attualmente in carica, ma non si sa
ancora per quanto, Enrico Letta detto Richetto leggendo i giornali ha
avuto un sobbalzo. Il direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma pare
abbia firmato richieste di rimborsi gonfiati per svariati milioni di euro. Una truffa. Grossa. Banale Insomma una grossa banale
truffa. Succede. In Italia.
Pare si tratti di una trentina di milioni o giù di
lì, a essere precisi ci si perde solo il sonno e magari viene pure il mal di
fegato. Il truffato, neanche a dirlo, è
l’Inps. Poco c’è di meglio che truffare un ente dello Stato. E per giunta un
ente strategico. Già perché l’Inps di cui si parla, a scanso di equivoci e per
amor di precisione , è proprio
quell’Inps che eroga le pensioni a 30 milioni di italiani e un’altra bella
serie di servizi,previdenziali. Quindi, tutto regolare. Perché agitarsi?
Piccolo dettaglio: il direttore generale
dell’Ospedale Israelitico risponde al nome di Antonio Mastrapasqua che
stranamente assomiglia per non poche assonanze a quello del presidente
dell’Inps, che anche lui di nome fa Antonio Mastrapasqua. Forse un caso
di omonimia? E dunque Richetto Letta viste tutte queste anomale
coincidenze ha chiesto al ministro Giovannini, che anche lui si chiama Enrico, di "avviare una prima ricognizione" sul caso. L’ha chiesto con la consueta
determinazione e forza ed entusiasmo e passione e voglia di fare e non si sa
cosa d’altro. Richetto Letta è fatto così in ogni cosa ci mette la sua
determinazione. Ormai crede di essere in una conferenza stampa permanente. Ma
comunque chi è questo Antonio Mastrapasqua?
Innanzi bisogna dire che un caro amico di un altro Letta che però di
nome fa Gianni ed è lo zio di Richetto. Poi che è anche il presidente
dell’Inps. Sì sempre quell’Inps di cui sopra. E poi è un gran lavoratore questo
dottor Mastrapasqua. Oltre che essere il presidente dell’Inps si è sempre dato
da un gran da fare anche con altri piccoli lavoretti. D’altra parte lo
stipendio che il Mastrapasqua riceve dall’Inps è quasi di sussistenza, supera
di poco la soglia di povertà, solo 216.711,67€ lordi. Si capisca: sono introiti
lordi. Quindi valgono meno della metà. E
poi va detto chiaro che il lavoro all’Inps non è così impegnativo come si
immagina: quattro scartoffie di qua quattro scartoffie di là. Ogni tanto
qualche audizione con la commissione parlamentare che si occupa del lavoro e
poi basta. Sembra quasi di neanche lavorare. E oltre tutto di scarsissima
soddisfazione.
Tutt’altra musica sarebbe stata se il Mastrapasqua
avesse lavorato ad una pressa o in un alto forno delle acciaierie Riva di
Taranto. Altre soddisfazioni quelle sia a livello personale che economico. Si
vuol mettere forgiare l’acciaio e piegarlo e torcerlo e fargli prendere la
forma voluta con la sola forza di una
pressa da cento tonnellate? Tutta un’altra storia rispetto a spostare una
foglio di carta dal lato destro della scrivania a quello di sinistra. E poi camminare
lungo i corridoi con una cartelletta in mano con l’aria di andare a risolvere i
problemi della nazione e quelle noiose pause caffè che potevano anche trasformarsi in pause
cappuccino. Un disastro. E poi che ne è della propria autostima? Che a parte l’autostima ridotta a un niente c’è
anche la questione dello stipendio. Con un simile stipendio come si può vivere?
Quindi avendo tanto tempo a disposizione qualcosa va pur fatto.
Ecco allora che l’intraprendente giovanotto Antonio
Mastrapasqua una vaga rassomiglianza all'attaccatura delle orecchie con il minatore sovietico Stakanov di cui
si mormora sia anche un lontano parente per parte di zio, si mette a questuare
(parola difficile ma molto cool che
sta per mendicare). Si rivolge a tutti gli amici perché gli diano un piccolo
lavoretto anche part-time. Gli amici sanno della sua buona volontà e della sua
voglia di lavorare a tutti i costi e quindi tutti a dargli una mano. E i suoi
amici sono tanti, c’è chi dice 22 e chi dice 25. Quindi il Mastrapasqua mette insieme così senza
parere e magari pure senza neanche accorgersene 25 lavoretti. Tutta roba da
poco s’intende: una vice presidenza qua un consiglio di amministrazione là, una
direzione generale lì un collegio sindacale qui. Un tourbillon a cui pochi saprebbero
resistere e infatti oltre che presidente dell’Inps diventa vicepresidente
dell’agenzia delle entrate e anche direttore generale dell’ospedale di cui s’è
detto prima. Robette insomma. Tutti lavoretti da nulla pagati due cocomeri e un
peperone. Infatti il Mastrapasqua per mettere insieme un reddito di un qualche
senso e vagamente decente deve sgobbare come un mulo e correre come un criceto
nella ruota. Ogni tanto il lavoro gli pesa e lo si vede dall’espressione afflitta. Sommare
tanti piccoli stipendi quasi miserrimi, poco più del salario di un operaio, è
fatica dura. Una volta lo si è sentito anche mormorare: «Lavorare
stanca.» ma è stata la debolezza di un momento.
Comunque alla fine come la buona formichina che
accantona granello su granello riesce ad avere un reddito quasi decente. Finalmente può permettersi di comprare tutti i giorni il
latte per i suoi bambini e la domenica anche una brioches. Una sola che dividono
in quattro e qualche volta invitano anche i vicini. E così eurino dopo eurino mette insieme:
1.200.000€. Giusto uno zik più in là della soglia di povertà. Lo sanno tutti.
Però attenzione, bisogna esser chiari ed onesti:
ogni lavoretto aggiuntivo, facendo la media del pollo, lo occupa per circa un’oretta e mezza alla
settimana e gli frutta solo 41.000€. Praticamente un niente. Che se deve fa pe campà. E poi ecco che ti
arriva l’Enrico a voler vedere chiaro sulla questione. Che prima dei tanti
lavori del Mastrapasqua mai si era occupato alcuno anche se il fatto era
notissimo. Ne avevano parlato anche i giornali e la tv.
E poiché la vendetta è un piatto che si serve freddo
ecco che ti rispunta la Fornero, la cenerentola del canavese, a dire che lei
l’aveva detto ma nessuno le aveva dato retta.
«Le commissioni Lavoro di Camera e Senato – ha dichiarato la Fornero a la Stampa - e la commissione bicamerale sugli enti
previdenziali avevano fatto pressioni per un nuovo progetto di governance
dell’Inps. L’obiettivo era una gestione più trasparente e meno accentrata e a
tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura
dell’Ente. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti la politica
impedì il rinnovamento.» Povera stella. Si vede che non era ferratissima per
fare la ministra non si è neppure accorta della contraddizione le commissioni
di Camera e Senato sono la politica. Quindi…
Evvabbè.
Peraltro la stessa ministra intervistata da Report affermò, molto impacciata, che non essendoci assenteismo non vedeva motivi di chiedere a Mastrapasqua di svolgere solo il ruolo di presidente del’Inps
Peraltro la stessa ministra intervistata da Report affermò, molto impacciata, che non essendoci assenteismo non vedeva motivi di chiedere a Mastrapasqua di svolgere solo il ruolo di presidente del’Inps
Forse più che di vendetta si è trattato solo del
calcio dell’asino. Complimenti. A tutti
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