Ciò che possiamo licenziare

domenica 19 marzo 2023

Elly Schlein: la Fata Turchina del PD.

Pensare che la Fata Turchina sia svizzera richiede un bello sforzo di immaginazione e quando la fantasia va al potere son faville. Un fatto è certo: la bacchetta magica della Fata Turchina targata CH ha già funzionato quattro volte perché non cinque o sei o sette?


Quando nel 2014 la Schlein Elly si candidò al Parlamento Europeo, nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata la Fata Turchina del PD. Al contrario, già allora, del PD si potevano vedere sicuramente le sue affinità con il Pinocchio del paese dei balocchi. Per intenderci quello con le orecchie da asino, l’amico di Lucignolo. Eppure è quanto è successo. In quella elezione fu eletta nonostante si fosse  in piena era renziana e lei di quella era antagonista. Col senno di poi si può dire: quello fu il suo primo colpo di bacchetta magica. E in quel Parlamento fu una delle più assidue ed operativa, forse perché svizzera. Nel 2020 la bacchetta magica si è messa di nuovo in moto e la Elly, con una sua lista autonoma, è stata eletta al Consiglio della regione Emilia Romagna, ma non solo: la bacchetta ha funzionato al punto di portarsi dietro un bel po’ di piazza, tanto da far eleggere il Bonaccini Stefano su cui non tutti erano disposti a scommettere e a diventare la sua vice. Sempre la Elly-Fata-Turchina con la sua bacchetta ha scavallato con facilità le elezioni al Parlamento Italiano, pur presentandosi come indipendente. Per il raggiungere la posizione di segretaria del PD la bacchetta avrebbe potuto non usarla, bastava il buon senso, ma come si sa non sempre questo ha libera circolazione, per cui persa l’andata nei circoli s’è rifatta con il ritorno giocato nei gazebo. Ed è bastato un ulteriore piccolo colpetto per incanalare diecimila nuovi adepti nel PD. Adesso però la novella Fata Turchina dovrà mettersi ad utilizzare la bacchetta a mulinello visto l’ambizioso programma che si è data: eliminare i capobastone e i cacicchi. La sua idea è di convincerli a non usare beceramente il loro burocratico potere: come insegnare ad un asino a non ragliare e a non scalciare. Peraltro chi se ne va, il primo è stato tal Fioroni (per creanza nessuno si chieda Fioroni chi?) e chi minaccia di farlo, tal Marcucci (idem come prima),  in soldoni sono inunflueni nelle urne, quelle vere e porteranno via, forse, solo sé stessi.  In realtà farebbe prima a far sparire dal partito i capobastone e i cacicchi: sa chi sono e dove abitano, quindi un gioco da ragazzi. E questo si sarebbe un bel colpo da Fata Turchina. Peraltro a perseguire questa ipotesi non è improbabile l’arrivo nuovi iscritti tanto da far parere noccioline i primi diecimila. La gran parte dei capi correnti  non hanno salpato l’ancora con il Renzi solo perché ben consci della pochezza delle forze (voti) e di quello e delle loro. Non è da credersi sia nuovo un simile atto: anche la prima Fata Turchina lo fece e il burattino diventò un diligente scolaro. A rileggere certi vecchi libri dispensatori di leggera saggezza possono venire idee bizzarre come quella di avere un partito con l’aspirazione di cambiare, almeno un poco, questo disgraziato paese. Quanto poi al fatto che una svizzera possa essere Fata Turchina: beh e la prova provata che la bacchetta magica funziona. Se la bacchetta non funzionerà per la Schlein non ci sarà un gran futuro.

Buona settimana e buona fortuna.  

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