Ciò che possiamo licenziare

lunedì 22 ottobre 2012

Indovinello: ha fatto buttar via 800 milioni e ora si scandalizza per 50. Chi è?

Bhe è certo che veder gettare denaro dalla finestra non piace a nessuno. Specialmente se quel denaro lo si è guadagnato col sudore della fronte e lo si potrebbe impegnare con grande profitto in azioni socialmente utili.
Il Maroni occhialuto
Naturalmente suona un po' strano che chi ieri era esageratamente prodigo con i denari dei contribuenti oggi scopra così, all'improvviso, l'importanza della virtù della parsimonia. Non è mai troppo tardi, diceva il maestro Manzi.
Ma questa non è la sola trasformazione di Roberto Maroni in arte Bobo con una recente e furiosa passione per le ramazze e le scopate virulente. Passione nuova che ha superato quella antica per la musica e le tastiere del gruppo “distretto 51”. Che magari se avesse continuato solo a suonare la nazione ne avrebbe tratto giovamento.
Ma come criticare la virtù. Anche se strumentale.
Eh sì perché c'è della strumentalizzazione in tutta questa voglia di parsimonia. Il Bobo ovviamente non la racconta giusta quando a chi l'intervista chiede che le nuove elezioni regionali lombarde coincidano con quelle nazionali e quindi si tengano in marzo o aprile.Sostiene che “non si possono buttare nel cesso 50 milioni dei contribuenti lombardi” e non sa proprio immaginarsi come il prefetto possa permettere che si tengano due elezioni nel giro di poche settimane.
Già come può il prefetto permettere che tanti denari “si buttino nel cesso”?  Ovviamente la domanda è retorica nei contenuti e nei toni. Nei toni dimostra che nonostante gli sforzi di apparire presentabili  e in doppio petto (curiosa l'assonanza con il vecchio msi di Almirante) la retorica degli spadoni, degli elmi cornuti, delle canottiere, dei gestacci e del linguaggio, per così dire, poco elegante è dura a morire. D'altra parte anche quelli hanno diritto di voto e con i chiari di luna che ci sono è meglio non perderli.
Sul versante dei contenuti invece l'ex ministro dell'interno dovrebbe sapere come si fa a sprecare denaro pubblico anche in momenti di difficoltà economica. Eh sì perché Roberto Maroni è stato, anche se i più non non se ne ricordano,  ministro dell'interno per ben due volte.
Il Maroni baciante
La prima dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995 e la seconda dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011. All'epoca del secondo incarico portava gli occhialetti con la montatura rossa. Forse voleva apparire originale e trasgressivo. Che se la sua trasgressione fosse stata tutta lì pazienza, in tutti i gruppi c'è sempre quello bizzarro, in fondo ci sta. Il fatto è che oltre agli occhialini ci ha portato anche le ridicole ronde padane e, cosa senz'altro più seria, la condanna della Corte europea dei diritti umani sui respingimenti in mare. Bel colpo ex e si spera mai più ministro.
Comunque, anche sullo sperpero di denaro pubblico ha maturato una bella esperienza, infatti per ben due volte, diconsi due volte ha contribuito a disgiungere le date dei referendum da quelle di elezioni già in corso. La prima volta è' successo nel 2009 quando il referendum sul porcellum (creatura del suo amico e  sodale di partito Calderoli, attualmente sparito dai media, forse perché non può più varare leggi porcata) avrebbe potuto tenersi il 6 e 7 giugno in concomitanza con le votazioni per il parlamento europeo e a quelle amministrative: 4000 comuni su 8000 e 73 provincie su 110. Invece si tennero tra il primo e secondo turno delle amministrative. Costo per l'erario: 400 milioni. Un'altra vera porcata. Per rimanere in tema. L'obiezione all'accorpamento fu ridicola tanto quanto gli occhiali del ministro dell'interno :gli elettori. con tutte quelle schede si sarebbero confusi  Evvabbè.
L'esperienza al Maroni deve essere piaciuta così tanto che nel 2011 ha voluto riprovare l'ebrezza di bruciare altri milioni con il non accorpamento dei referendum su nucleare e acqua pubblica con le elezioni amministrative.  L'anno scorso però gli andò male, anzi malissimo: gli inventori della legge porcata persero sia i referendum che le amministrative. Tanto per dire: anche l'allora ministro in carica Roberto Castelli  a Lecco sua città natale fu trombato sonoramente. Gli italiani videro evaporarsi altri 400 milioni. 
Il Maroni ramazzante
Così il saldo di cui dobbiamo ringraziare anche, perché non fu il solo responsabile, Roberto Maroni al netto delle porcate è di 800 milioni. Complimenti signor ex ministro.
Ora, caro amico della ramazza, non sarebbe più onesto dire che, dopo le notizie sugli investimenti africani, le paghette ai figli del capo e la ristrutturazione della villetta di Gemonio, alla  Lega conviene avere più tempo per uscire dall'angolo e far rosolare a fuoco lento quel volpone del Formiga e con lui anche il pdl? E che si spera che il voto regionale tiri la volata a quello nazionale? Che poi è quello che tutti hanno capito. Ma se proprio si vuole essere machiavellici e far finta di essere politici raffinati si potrebbe provare a dire che il tempo è poco per la messa a punto di un progetto in grado di affrontare la gravisssssima emergenza lombarda. O con linguaggio metaforicamente criptico (poi in separata sede agli ex amici del trota si spiegherà il significato dell'espressione) dire che si stanno cercando ramazze ancor più resistenti e in numero superiore perché la pulizia da fare è tantissima e si deve arrivare pure negli angoli più reconditi. 
Magari, con un po' di sforzo e dandosi di gomito gli elettori lombardi potrebbero pure crederci. Bersela tutta no, ma far finta di crederci forse sì.
Sempre che non decidano loro, gli elettori, di ramazzare i neoramazzatori. 

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