Protagonista dell’ultima giornata di Carnevale il La Russa Ignazio con doppia performance. Anche la Fornero Elsa ci ha messo del suo ricordando il suo diploma in ragioneria. Fascisti picchiano a Firenze. Primo giorno di Quaresima: il ministro Valditara vuole punire la Preside Savino. Magari mandandola al confino.
Settimana ricca
questa che ormai volge al termine. Come nelle migliori tradizioni l’ultimo
giorno di Carnevale ha mantenuto l’antica promessa: dare il meglio di sé per il
divertimento finale e, per contrappasso, il primo della Quaresima iniziare tristemente.
Il copione è stato rispettato alla lettera. Il Presidente del Senato, La Russa
Ignazio, ha deliziato l’italico popolo con due performance. La prima: a domanda
su quale sarebbe la sua reazione se avesse un figlio gay ha risposto:«ne sarei dispiaciuto»,
si immagina moderatamente, poi ha tracciato un parallelo sportivo: «dispiaciuto
come se scoprissi di avere un figlio milanista». Si ipotizza quest’ultima,
colpa senz’altro più grave. Il suo dispiacere deriverebbe dal fatto di non
avere un figlio a lui somigliante. Dimostrazione plastica su come possano
divergere le opinioni sulla stessa persona: di La Russa Ignazio ai più ne basta uno. Poi,per non farsi mancare nulla, ha
dichiarato di non essere più in possesso del busto di Mussolini e di averlo
regalato alla sorella. Ragion per cui, in base alla proprietà transitiva, il La
Russa Ignazio non è più fascista mentre lo è diventata la sorella. L’inventore
del Carnevale mai avrebbe supposto un simile ridanciano epilogo. Come
sicuramente mai avrebbe pensato ad un incontro tra il Santoro Michele e la Fornero
Elsa, dove la parte comica è stata svolta interamente dalla seconda. Il Santoro
ha con passione e dovizia di particolari illustrato la sua weltanschauung a cui la Fornero Elsa ha risposto, con una
certa dose di compatimento:«è il conflitto tra passione e ragione» ha detto. E
con la pignoleria del ragioniere (la Fornero ha il diploma di ragioneria) ha cercato
di sostenere una sorta di primato dell’economia e degli economisti, sui bisogni
sociali. I risultati di questa miope e velleitaria visione sta tutta nel vivere
quotidiano: nei tempi lunghi della sanità, nella crisi della scuola, nell’inefficienza della
giustizia, dei trasporti e la lista è quasi infinita. Alla teorica della
partita doppia si dovrebbe rammentare quel che disse la Regina Elisabetta II
agli economisti nel 2008: «Come mai non avete previsto il crack?» Già perché non
l’hanno previsto? Perché sono quelli che ti diranno domani comequello che
avevano previsto ieri oggi non si è verificato. Infatti i bonzi economisti non
tengono conto dei costi occulti determinati dalla inefficienze generate dall’economicamente
sostenibile. I costi occulti,
soprattutto quelli sociali, non si possono inserire nella partita doppia. Li si
patisce e basta. Il giorno dopo, mercoledì, cinque o sei fascisti hanno
picchiato un paio di ragazzi del
collettivo del liceo Michelangelo di Firenze. Come al solito in tanti contro
pochi nell’indifferenza dei più. La preside del liceo, Annalisa Savino, ha
scritto una lettera aperta ai ragazzi per ricordare come il fascismo non sia
nato nelle adunate oceaniche, ma in un pestaggio ai bordi di un marciapiede e
ha concluso con l’invitare tutti ad attaccarsi alla Costituzione. Lettera quasi
banale in uno Stato democratico, repubblicano e antifascista. Così però non l’ha pensata il ministro dell’Istruzione:
sta meditando di punire la Preside trasferendola. Mandandola magari al confino.
Metodo vecchio: non ha funzionato neppure nel ventennio, ma la nostalgia è dura
a morire. Se la Quaresima comincia così chissà come finisce.
Buona settimana
e buona fortuna.
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