Ciò che possiamo licenziare

lunedì 23 gennaio 2023

Matteo Messina Denaro, Pollicino e i giornalisti.

Alcuni indizi fanno pensare che Matteo Messina Denaro abbia voluto farsi pendere. Il mainstream dice della chiusura dell’era delle canne mozze, ma quella  dei colletti bianchi è cominciata da anni. Ridicoli gli articoli di gossip, meglio sarebbe lavorare sulle cause della collusione tra società civile e mafia. E non solo in Sicilia.


A seguire Marco Lillo, giornalista d’inchiesta de Il Fatto Quotidiano (22 gennaio) e il Senatore M5S Roberto Scarpinato (In Onda 22 gennaio) il mafioso Matteo Messina Denaro è il nuovo Pollicino. Quello originale seminava sassolini bianchi per avere una qualche possibilità di tornare a casa mentre quello moderno li ha seminati per farsi prendere. Così Mattteo Messina Denaro negli ultimi mesi, forse un anno o forse addirittura di più, ha commesso errori macroscopici, ovvero ha buttato qua e là, come il personaggio di Charles Perrault, indizi di tutti i tipi che pari sono con i sassolini. Nell’analogia c’è solo un piccolo particolare: l’obiettivo. MMD voleva (avrebbe voluto) farsi prendere e ci è riuscito. Quindi la primula rossa che ha scorrazzato negli ultimi trent’anni, trenta anni, forse per qualche continente, con una certa qual probabilità per l’intero stivale e con sicura certezza per la Sicilia tutta, s’è fatto arrestare mentre era in fila per una seduta di chemioterapia in una clinica privata. Mediaticamente, per la sua figura di uomo d’onore, sarebbe stato meglio se l’avessero preso nell’ambulatorio di una ASL, ma non tutti dispongono di un ufficio immagine di livello. Dal 1993 MMD è entrato nella top ten dei criminali ricercati a livello mondiale, roba da far invidia a Virgil Starkwell, il protagonista di Prendi i soldi e scappa. Al dunque, come successo a Virgil, l’hanno preso il Matteo Messina Denaro e adesso, questa è la narrazione mainstream, la mafia non è sconfitta definitivamente, semplicemente si è chiusa un’era. Chiusa l’era delle canne mozze, anche se qualche pistolettata ancora si sente e si sentirà qua e là e si è aperta quella dei colletti bianchi: giocano in borsa, investono nell’energia pulita (questo lo faceva anche MMD), nella grande distribuzione (anche questo lo faceva MMD) e magari anche nel ricco mercato del turismo (e anche questo già lo faceva MMD). Quindi non molto di nuovo sotto il sole. E i giornalisti? Enrico Mentana nel suo tg del 20 gennaio ha detto: «i giornalisti non sono dei santi», mai verità fu più vera. Il non detto racconta quanto questi rappresentino il Paese e quindi ci sia una quota di onest*, cialtron*, farabutt* e peracottar*. E a ben guardare quanto viene scritto sul caso di Matteo Messina Denaro le categorie appaiono tutte nel loro splendore. E infatti c’è chi parla con lubrico godimento dei profilattici  e delle scatolette di Viagra, delle cinque fidanzate e dei numerosi flirt, chi riferisce della lettura della biografia di Putin, quindi anche putiniano oltre che mafioso, chissà quale delle due categorie è peggio, il manifesto di Marlon Brando e quello di Diabolik e poi la questione degli orologi, delle pietre preziose e dell’unica figlia naturale, peraltro mai riconosciuta. E sulla figlia qualcun* ha decisamente esagerato. Meglio sarebbe se quest* giornalist* ragionassero sulle cause delle collusioni tra la sedicente società civile e la mafia. E non solo in Sicilia, troppo facile, ma anche in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna per dire delle regioni forti dove gli industriali, grandi-medi-piccoli, se la tirano alla grande e via andando, laddove la mafia si insinua, chiamata?, nelle aziende, nei comuni e nelle regioni. E magari meglio ancora meno chiacchiere e più fatti e se i fatti non ci sono meglio tacere che tanto ormai della biografia del Matteo Messina Denaro già tutto o quasi si è scritto. E poi il dubbio amletico Matteo Messina Denaro parlerà? Se lo facesse con buona probabilità una bella fetta di di politica e di sedicenti servitori delle istituzione traslocherebbe nelle patrie galere. Difficile, ma mai perdere la speranza. Magari si ricordassero * giormalist* delle questioni vere del Paese a cominciare dall’evasione fiscale, quanta generata con la complicità della mafia?, della questione del lavoro sottopagato, quanto gestito con l’aiuto della mafia? e l’elenco si può allungare ad libitum . E questi sono fatti.

Buona Settimana e Buona fortuna.

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