La prima volta lo disse Richetto Letta, non gli portò bene. Sette anni dopo il cambio di passo si verifica. Non grazie al governo ma grazie alla Procura della Repubblica di Milano. Nella classifica del cambio di passo Francesco Greco lascia al palo il secondo in gara. E si occupa dei quasi ultimi. Avremo due uomini della provvidenza?
Finalmente c’è stato il tanto agognato cambio di passo. Gioia gaudioque. Cambio di passo fu un’espressione “inventata” (si fa per dire) da Richetto Letta nel febbraio del 2014 per stimolare il governo. Governo di cui era il presidente. Come dire : diceva a sé stesso che doveva fare meglio. Richetto Letta non ha mai avuto il senso del ridicolo. Mica come suo zio Gianni, il ventriloquo del Berlusconi Silvio. Comunque, cambio di passo sta per: fare meglio, magari più velocemente e magari anche con più efficienza e magari anche con più efficacia. Adesso il cambio di passo c’è stato. Ovviamente non si sta parlando del governo Draghi che, fino ad oggi, con efficacia, efficienza, velocemente e fare meglio non ha nulla a che vedere. Salvo voler appiccicare queste qualità al Brunetta Renato (quello degli statali fannulloni), alla Gelmini Maria Stella (quella del tunnel del neutrino) , alla Borgonzoni Lucia (quella che "non leggo un libro da anni"), al Giorgetti Giancarlo (quello che "via i medici di base") giusto per dire solo di quattro, ché tra gli undici ministri nuovi e i 39 sottosegretari c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Qusta volta il cambio di passo ce l’ha regalato un magistrato: il Procuratore capo del tribunale di Milano: Francesco Greco, da Napoli. Che caso.
Il magistrato Francesco Greco ha stabilito, seguendo tutte le procedure del caso, che oltre 60.000, diconsi oltre 60.000 persone: ragazzi, uomini e donne (poche), italiani e stranieri, per il 90%, da domani dovranno essere assunti con regolare contratto co.co.co dalle aziende che fino ad ora li hanno trattati quasi da schiavi. Gli oltre 60.000 lavoratori sono quelli che di giorno, ma soprattutto di sera e di notte, se ne vanno in giro in bicicletta, col bello e con il brutto tempo, con enormi sacconi sulle spalle su cui sono scritti i nomi di Uber Eats, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo. Questi oltre 60.000 fino a ieri erano considerati lavoratori autonomi e occasionali anche se di autonomo non avevano praticamente nulla e pure sulla occasionalità la Procura della Repubblica ha avuto qualcosina da dire. Ora con la qualifica di parasubordinati gli oltre 60.000 avranno diritto alla assicurazione, alla malattia, alle ferie e alle altre bagatelle che sono proprie di tutti i lavoratori. “Situazione di illegalità palese” dicono alla Procura. Se ne è accorto il Tribunale, ma non i partiti, a parte una comparsata di Di Maio due anni fa, non i sindacati, non il Parlamento. Non se ne è accorto neanche il Salvini Matteo disposto difendere orfani e vedove, ma non rider extracomunitari che anzi nel numero di 600.000 voleva rispedire ai Paesi di origine. Quando faceva lo sceriffo al ministero dell’Interno. Dimenticavo, il tribunale ha comminato multe per 700milioni e briscola alle aziende di delivery. Quindi se dovessimo fare la classifica del cambio di passo avremo il Procuratore della Repubblica davanti a tutti con il secondo ancora fermo al palo. Allora che si fa? Ci inventiamo un nuovo uomo della provvidenza dato che quello precedente da discepolo di Caffè pare si sia convertito al giavazzismo che come frutto ha contribuito, a sua insaputa, a generare i 60.000. Beh adesso non ci resta che attendere il prossimo cambiatore di passo. Chi mai sarà?
Buona settimana e buona fortuna.