I voltagabbana sono il sale della storia. Giulio Cesare sarebbe Giulio Cesare se non ci fosse stato Bruto? Due condizioni e un corollario. Si fa presto a dire traditori: tutto dipende dalla parallasse. Diffidare dalle imitazioni.
E diciamolo un volta per tutte: per fortuna ci sono i voltagabbana altrimenti detti traditori. Loro sono il sale della storia. Senza di loro le vicende del mondo sarebbero state un piattume unico. Loro, i voltagabbana, traditori, hanno trasformato figure banalmente normali in grandiosi eroi, in figure straordinarie. Vi immaginate cosa sarebbe stato il Nuovo Testamento senza la fondamentale azione di Giuda? E la gloria di Giulio Cesare sarebbe stata così grande senza l’aiuto del traditore Bruto? E che dire di Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord che passò da Luigi XVI alla varie fasi della Rivoluzione Francese e quindi a Bonaparte e al suo impero per poi essere di nuovo al servizio della monarchia di Luigi XVIII e gestire alla grande il congresso di Vienna. E come dimenticare Geréb: senza di lui nessuno si ricorderebbe del piccolo Nemecsek e dei ragazzi della via Paal. In fondo Razzi, Scilipoti e tutti gli altri di questi giorni nostri non fan altro che proseguire, sebbene non a tale altezza ovviamente, sul solco tracciato da quei grandi. Certo i voltagabbana di adesso sono un poco miserelli, non hanno la statura dei loro storici esempi, ma d’altra parte neppure si confrontano con dei giganti e difficilmente passeranno alla storia. E poi andiamoci piano a definire i voltaggana come traditori. Tutto dipende dalla parallasse. Quello che per gli abbandonati è un traditore per gli altri è convertito, uno che ha aperto gli occhi. Chi direbbe che Saulo di Tarso sia stato un traditore? Eppure lo era, ma è passato alla storia come il primo dei folgorati. Il più famoso e forse l’unico. Magari unicamente perché era sulla strada per Damasco. E comunque la sua carriera è stata sfolgorante e solo per un pelo la più grande piazza di Roma non è intitolata a lui. Ma d’altra parte non si può avere tutto. Per passare alla storia come un grande voltaggabana sono necessarie due condizioni fondamentali e un corollario. Prima condizione far diventare, grazie al proprio intervento, l’evento epocale e seconda avere un nome evocabile. Gli eventi di questi tempi, per importanza, sono appena appena sopra la sufficienza e per quanto riguarda il nome giusto quello del dottor Scilipoti si presta alla bisogna. Gli altri sono tragicamente normali: Razzi … Rossi … Nencini … Più facile accostare a quest’ultimo il nome di Gastone, vincitore di un Giro d’Italia e di un Tour de France, quelli sì eventi storici. Il corollario riguarda la pecunia e l’unico che può vantare un importo memorabile è Giuda: trenta denari. Un bel numero tondo tondo e mediatico al punto giusto, tanto che al confronto i tre milioni di cui si dice per l’ex senatore De Gregorio appaiono la paghetta per un rubagalline. Al dunque viva i voltagabbana, ma attenzione, che siano quelli buoni, diffidate dalle imitazioni.
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