«Chi ti promette la luna vuol rubarti la terra sotto
i piedi» antico adagio che l’Alfano non ha mai imparato. Lo picchiano tutti, gli
amici di più, e lui incassa che è un piacere. Si vendica con dei calcetti che
però oggi sono poco efficaci.
Angelino Alfano: attento alle schegge |
Se qualcuno
dovesse definire Angelino Alfano con uno speech
lift direbbe: «è un buon incassatore e dopo ogni pugno ricevuto si stupisce
che a suonarlo sia stato un suo amico.» Come dire una via di mezzo tra il
pugile James “Lights Out” Toney e l’Alice del reverendo Dodgson, in arte Lewis
Carrol. Detto fuor di metafora, l’incrocio
tra il pugile considerato il miglior incassatore e la più stupefatta eroina
della letturatura mondiale. Ecco Angelino Alfano è così.
L’Angelino l’hanno
picchiato più o meno tutti, chi fa satira con lui va a nozze, ma i cazzotti più duri gli sono arrivati dagli
amici. A partire dal suo mentore Silvio Berlusconi, un nome-una-marca-una-garanzia,
che quando s’è trovato a scegliere un collaboratore o un delfino ha pensato
bene di ispirarsi all’Armando. Testi e musica Iannacci-Fo.
Commissario, sa
l’Armando
mi picchiava col martello,
mi picchiava qui sugli occhi
per sembrare lui il più bello.
Per far ridere gli amici,
mi buttava giù dal ponte
ma per non bagnarmi tutto
mi buttava dov’è asciutto.
mi picchiava col martello,
mi picchiava qui sugli occhi
per sembrare lui il più bello.
Per far ridere gli amici,
mi buttava giù dal ponte
ma per non bagnarmi tutto
mi buttava dov’è asciutto.
Il Berlusconi l’ha riempito di promesse, ma dopo averlo portato
in Parlamento (eletto quattro volte) nominato ministro della giustizia
(facendogli firmare leggi immonde) e quindi segretario politico del Pdl, l’ha
bollato con una battuta: «gli manca il quid.»
Come dire: è un tontolone. Chiunque dopo un quid
così sarebbe stramazzato al tappeto, ma non se sei Angelino “James Torney”
Alfano. Lui ha incassato con signorilità, stupendosi, sgranando gli occhioni e
grattandosi la testa. Come ricompensa ha avuto, nel governo larghe-intese con Letta,
la vicepresidenza del consiglio e il ministero dell’interno. Il che non gli ha
impedito, appena ne ha avuto l’occasione, di sferrare il calcio dell’asino e
staccarsi dal vecchio padre-padrone, fondare il suo partitino e allearsi il
Renzi Matteo. Ovviamente anche il “nuovo che avanza.” ’ha riempito di promesse,
la prima delle quali è stata mantenergli il posto. Quindi da ministro dell’interno
a ministro degli esteri. Evviva, evviva. Poi è arrivato il quid renziano: la nuova legge elettorale con la soglia al 5%. Anche
se il fiorentino in precedenza aveva
promesso il più abbordabile 3%. Ancora una volta stupore: occhi sgranati. Ma
come? Dopo tutte quelle belle promesse? Ché credere alle promesse renziane
bisogna proprio essere un’ Alice al cubo. Come ripicca ancora una volta il calcetto
dell’asino, vecchia abitudine. Ma l’effetto è debolissimo soprattutto perché
per sostituirlo a sostenere il governo c’è la fila. E allora Renzi ricopia il
Berlusconi , guarda il caso, e dice: «Alfano ministro di tutto e non prende il 5%?» Un altro bel
uppercut. Da abbattere una quercia, ma
non Angelino. Che un po’ piagnucolante dichiara: « Noi
siamo stati leali e, anche se siamo stati malripagati, sì, torneremo a essere
leali all'Italia. Anche se non abbiamo ottenuto dal partito con cui abbiamo
lavorato (il Pd ndr) la stessa lealtà …
accettiamo la sfida alla soglia del 5%. Però consideriamo conclusa la nostra
collaborazione col Pd.» Calcetto bis.E poi la non smentita delle affermazioni
dell’on Pizzolante «Renzi a febbraio ci chiese di far cadere Gentiloni.» Non ci
sono le prove , ma ci sta. Basta ricordare, in quel di Roma, la caduta di Ignazio
Marino con le firme di Alfio Marchini dal notaio. Ridicolo ma vero.
Però l’Angelino-Alice dovrà imparare che: «chi ti promette la
luna vuol rubarti la terra sotto i piedi.» E le promesse di Renzi (e Berlusconi) van ben oltre la luna e
vogliono prenderti ben di più della terra che hai sotto i piedi. Memento.
Gustoso _uppercut_
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