Quelli che hanno votato per la reintroduzione dei
voucher sono gli stessi che votarono contro la riforma costituzionale renziana.
Una differenza: in quella accozzaglia il Pd ha preso il posto del M5S. Questa
volta a Salvini non è spiaciuto allearsi con Alfano-Berlusconi e lo stesso
Renzi.
Berlusconi e Renzi prove di inciucio si riparte dai voucher |
Chissà se il
Renzi Matteo, venuto a conoscenza della decisione emersa dalla commissione Bilancio della Camera sulle nuove
norme del lavoro accessorio, volgarmente definito voucher, si è domandato quali partiti l’abbiano partorita. Poi saputolo,
magari abbia riflettuto sulla eterogenea compagine di supporter e infine
l’abbia definita «accozzaglia». E quanto sia stato felice che il suo partito
ora ne faccia parte. Di quell’accozzaglia. È sì, perché quella bella e inedita maggioranza
della commissione Bilancio è per buonissima parte la stessa che ha votato
contro la sua riforma costituzionale e che lui ha spregiatissimamente definito
accozzaglia.
Le differenze rispetto al 4 dicenbre dello scorso anni stanno nel fatto
che il M5S da quella accozzaglia è uscito mentre vi sono entrati il Pd e per sovramercato,
peraltro del tutto ininfluente, anche Alleanza Popolare e Scelta Civica. Come
dire saltare, in ritardo, sul carro del vincitore della passata competizione. Se
fossero coscienti di quello che hanno fatto potrebbero parlare di politica
dadaista, ma questo richiederebbe anche una buona dose di cultura, E su questo meglio
non indagare.
Giusto per amor di cronaca va aggiunto che una parte dei piddini, quelli
sedicenti di sinistra, hanno deciso di uscire dall’aula per non votare. La solita politica suicida
del né aderire né sabotare. La prima volta il leader era Costantino Lazzari
mentre adesso si tratta di Andrea Orlando: la differenza di peso politico e di
storia parlano da sole. Poi, fra qualche tempo, Orlando e i suoi diranno che
sarebbe stato meglio essere più decisi nei mesi addietro. È un bel discorso che
ha già fatto D’Alema dimenticando però di aggiungere che del senno di poi son
piene le fosse.
Nell’accozzaglia ci stanno ben a braccetto, ovviamente per interposti
peones, Berlusconi, Matteo Salvini e l’Angelino Alfano, quello definito #uomoinutile, quotidianamente sbertucciato,
dal leghista e senza quid dal,’arcorino.
A questo trio che mancasse il Renzi era
ipotesi da far venire i brividi per cui, con il supporto vincolante dei
franceschiniani di Area Dem, altra accozzaglia che va da Ettore Rosato a Piero
Fassino, s’è messo riparo ad un tragico errore della storia. Sic transeat gloria mundi.
Così quello che è stato cacciato dalla porta sta rientrando dalla
finestra e non si tratta di solo voucher ma anche di quanto ci sta sotto:
inclusi inciuci, inciucini e caminetti vari. Tutto quello che l’ex nuovo che
avanza ha sempre dichiarato di detestare, ma che dal 2013 ad oggi non ha fatto altro che
ricercare e mettere in pratica.
Senza contare che la nuova versione dei voucher presenta le stesse
problematiche di quella vecchia e, se passerà, fra qualche tempo ci si
ritroverà a contarli in decine di milioni. Altro che lotta al lavoro nero.