L’elasticità mentale di Renzi non riuscirebbe ad
eguagliarla neanche Leonardo da Vinci. Sul referendum trivelle è giusto non votare.
Sul ddl Boschi invece no: se non si vota non si è democratici. E l’articolo 48
della Costituzione? E se poi il Presidente Sergio Mattarella va a votare?
Se chi non sa
cambiare idea è un cretino Renzi Matteo, in arte presidente del consiglio dei
ministri nonché segretario del Pd, è un genio.
Riuscire ad avere due posizioni
diverse, macché diverse, opposte sullo stesso argomento nell’arco di una
quindicina di minuti o al più di due giorni denota una elasticità mentale che
neanche Leonardo da Vinci redivivo riuscirebbe a eguagliare.
La questione è
sul votare o meno. L’ipercinetico presidente del consiglio oggi a Teheran,
chissà se per ospitalità i persiani pasteggeranno a Chianti o Brunello di
Montalcino, sul concetto di votare è riuscito ad essere contrario e poi a
favore a seconda che si trovasse alla scuola di partito o in Parlamento. Un
minuto di raccoglimento per i giovani del Pd che tutte le domeniche, a quel che
raccontano i telegiornali, si devono sorbire dal Renzi la solita tomella (espressione bolognese che sta
per noiosa ripetizione di un concetto o lagna) sull’ottimismo, la voglia di
cambiare (perché tutto resti come prima però questo il Renzi non lo dice) e l’orgoglio
di far parte del sol dell’avvenire che sta già sorgendo. Al confronto i
pistolotti che venivano propinati ai giovani del Komsomol
in epoca staliniana o agli ebrei romani dai frati al tempo del Papa Re dovevano
essere acqua fresca. Ritornando sul punto: che il tema del contendere sia il referendum impropriamente definito anti-trivelle
o il ddl Boschi comporta il fatto che la posizione cambi.
Nel caso del referendum è stata difesa con vigore la
posizione del non andare a votare, che in un Paese che presenta di suo, dicono
alcuni sondaggi oltre il 30% di
astensionismo, è una bella incitazione. Adesso che al governo non c’è più la
Fornero si può evitare di dire endorsement.
Le motivazioni sono tante: che si tratta di una consultazione inutile, che se
vincono i sì aumenterà la disoccupazione, che non si avrà l’autonomia energetica,
che arriverà la carestia accompagnata dalle cavallette, che il progresso, che
la volta buona per cambiare , che e che e che. Mentre invece sul ddl Boschi e le riforme (sedicenti)
costituzionali le opposizioni non possono non votare perché se lo fanno minano
la democrazia. Come dire che il gelato se è spalmato in coppetta fa bene mentre
se è una pallina sul cono fa male. Anche su questo Leonardo da Vinci avrebbe
qualche problema a raccapezzarcisi.
Mai che al giovine
presidente del consiglio venga in mente, a proposito di avversari affrontati in
campo aperto e con la voglia di cambiare verso, l’articolo 48 della Costituzione
che in modo vecchio e retrivo dice che il voto «è un dovere civico». Come ha
ricordato Paolo Grossi Presidente della Corte Costituzionale. Che poi le
battaglie politiche si vincano votando, magari contro, e non andando al mare è un
altro dei pensieri che non sfiorano il Renzi. Tra l’altro il referendum costa, almeno 300miliono di
eurini si dice, e dato che il biglietto è ormai pagato tanto varrebbe salire
sulla giostra e farci un giro magari parlando di politica: industriale,
energetica, modelli di sviluppo e
bazzecole varie a seguire.
Certo sarebbe divertente se qualcuno predicasse la
stessa teoria renziana del non voto per il referendum
del prossimo ottobre. Si potrebbero già scrivere qui di seguito le infuocate parole
del Renzi Matteo: gufi, retrogradi, retrivi, contro il cambiamento, il
pessimismo, e via giaculando. Neologismo
derivato da giaculatoria. Come quelle che rifila alla scuola di partito.
Poracci.
Così come sarà
da ridere vedere quel che faranno il 17 aprile le massime autorità dello Stato
a partire dal Presidente della Repubblica Mattarella e poi quelli di Camera e
Senato e i senatori a vita. E magari anche tutti gli altri della Consulta.
E il nuovo Presidente della Anm. Con gli operatori dei telegiornali costretti a
passar la giornata ai seggi per immortalare l’assenza o la presenza dei
governanti. Quel che faranno i membri del governo e della segreteria del Pd
sarà irrilevante, loro non fanno ovviamente testo: tengono famiglia.
Comunque un punto
resta: e se Sergio Mattarella va a votare?
Pericoloso suggerirgli cambiamenti di idea : e se adesso ci invita a rispettare il dovere civico del voto ? Può farlo e, se lo fa, non ha cambiato idea.
RispondiEliminala morale del personaggio è unica: inaffidabile, o , se volete, non morale.
RispondiEliminaUn uomo, uno stile.
RispondiEliminaMi viene il vomito...
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