Ciò che possiamo licenziare

giovedì 12 dicembre 2013

Oggi è il 12 dicembre.

«12 dicembre strage di stato la classe operaia non ha dimenticato.» Alla fine si dimentica tutto: anche la strage di piazza Fontana. Se ne sono dimenticati tutti: intellettuali, giornalisti, parlamentari, anche il Presidente della Repubblica. Se non ci si ricorda di piazza Fontana diventa difficile uscire dalla crisi.



Banca Nazionale dell'Agricoltura il giorno della bomba
Alla Banca nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969, quarantaquattro anni fa, nel pomeriggio, ci fu un’esplosione.  All’inizio si pensò che fosse una caldaia ma anche se il rumore era lo stesso si trattava di qualcosa di eccezionalmente più grave: era una bomba. Qualcuno aveva piazzato una bomba molto potente nella sala centrale della banca. Morirono 17 persone e 88 furono ferite. Fu l’attentato più sanguinoso di quel periodo superato per tributo di sangue solamente dalla strage di Bologna che avvenne nel 1980. Cominciò con la strage di piazza Fontana, anche se quello non fu cronologicamente il primo attentato dell’epoca quella che fu poi chiamata la strategia della tensione. 

Quel terribile giorno a Milano doveva esplodere anche una seconda bomba in un’altra banca: nella sede della Banca Commerciale, in piazza della Scala, ma qualcosa andò storto e non brillò. A farla esplodere ci pensarono gli apparati dello Stato cancellando così alcune importanti prove. Anche a Roma esplosero altre tre bombe: in via Veneto sempre di fronte ad una filiale della BNA, all’Altare della Patria e al Museo del Risorgimento. Tutti luoghi simbolici. Si colpivano le due capitali del Paese, quella politica e quella economica (si diceva morale anche se di moralità allora come oggi ne girava pochina), le banche in rappresentanza del potere economico e due dei segni della unità nazionale  Gli attentati e le uccisioni poi si susseguirono con un ritmo incalzante tra il 1968 e il 1974 si contarono ben 140 attentati.

Dopo quarantaquattro anni e innumerevoli processi si è arrivati alla conclusione che non c'è alcun colpevole. Quella bomba si è messa lì da sola. Forse era una giornata troppo fredda per andare in giro a fare shopping e la Banca Nazionale dell’Agricoltura le sarà parso un bel posto caldo dove passare il pomeriggio. Non c’è da stupirsi può capitare. 

In verità dopo poche ore dall’attentato s’era già pescato un colpevole, anzi una intera categoria di colpevoli: gli anarchici. Si sapeva che questi dalla metà dell’ottocento in avanti avevano disseminato di bombe l’intera Europa colpendo monarchi e governanti di ogni tipo. E poi gli anarchici non piacciono a nessuno, sono senza regole e per giunta non sono rappresentati in Parlamento: i colpevoli ideali.  

A Milano c’è il circolo Ponte della Ghisolfa che ha un segretario (anche gli anarchici hanno bisogno di un po’ di organizzazione)  ed è Giuseppe Pinelli che oltre ad essere anarchico è anche ferroviere: perfetto per l’immaginario collettivo. Viene fermato lo stesso 12 dicembre e passa in questura tre giorni. Poi succede che voli dalla finestra del quarto piano e si sfracelli nel cortile. Se è caduto la colpa è solo sua: nessuno era presente in quella stanza. Già perché in quel 15 dicembre la questura era popolata da personaggi bizzarri che ritenevano Giuseppe Pinelli un pericoloso terrorista ma lo lasciavano solo in una stanza, chissà poi di quale funzionario, con la finestra aperta neanche fosse primavera. A Roma arrestarono Pietro Valpreda anche lui anarchico del circolo 22 Marzo.  Poi a distanza di anni e un bel po’ di galera si scoprì che era innocente e che chi l’aveva riconosciuto era stato un po’ influenzato. Sono cose che capitano.

Successe quindi che si pensò che i colpevoli fossero estremisti di destra: fascisti per dirla come va detta. Ne furono arrestati un po’ ma anche loro risultarono innocenti. Nessuno di questi fu lasciato libero vicino ad una finestra, visti i precedenti, però si fecero qualche anno di galera. Come dire mal comune mezzo gaudio.

Se si seguisse la logica si dovrebbe arrivare ad arguire che non essendoci colpevoli la strage non è mai avvenuta. Fatto metafisico quindi. Imperscrutabile. Infatti oggi 12 dicembre 2013 nessun giornale ne parla. Sarà che non ci sono più le ideologie, sarà che i partiti sono diventati liquidi, sarà quel che sarà: oggi silenzio assoluto.

Eppure fino a qualche tempo fa si gridava: «12 dicembre strage di stato la classe operaia non ha dimenticato.» E invece sì: la classe operaia ha dimenticato. Però è scusata: adesso dicono che non ci sia più. Sarà. Però a Taranto in quella che una volta era l’Italsider quelli che muoiono di cancro, sono operai così come sono operai quelli morti per la lavorazione dell’amianto a Casale Monferrato e sono in buona parte operai anche quelli che a Torino, a Milano e nel resto dell’Italia sono disoccupati. Chissà.

Certo non c’è più la classe operaia ma tutti gli altri ci sono ancora e tuttavia non se ne ricordano.  Non se ne ricordano gli intellettuali e neppure i giornalisti e neanche i parlamentari e neanche il Presidente della Repubblica e neanche quelli che dicono di voler tirare fuori il Paese dalla crisi e dalla morsa dello spread.
Ma se non si ricordano del 12 dicembre 1969 come possono pensare di salvare questo Paese?




7 commenti:

  1. ...se si dimentica più che altro non si va da nessuna parte

    RispondiElimina
  2. il 12 dicembre 1969 mancavano due giorni al congedo e causa strage lo spostarono al 30 dicembre

    RispondiElimina
  3. grazie! Si rischia di dimenticare anche la nostra storia...

    RispondiElimina
  4. non si cerca di dimenticare per preferire lo sguardo sul futuro ma solo per nascondere.

    RispondiElimina
  5. Non ti preoccupare c'è aria strana in giro, qualcuno ha voglia di ricominciare! Le lezioni della storia non servono a nulla!

    RispondiElimina
  6. con la strage di Piazza Fontana, si entra di fatto negli anni di piombo,caratterizzati da Gladio,dalla strategia della tensione,dagli opposti estremismi.una guerra civile vera e propria che segno' in circa un ventennio la caduta di centinaia di innocenti(per la maggior parte gente comune),e migliaiia di feriti.il filo conduttore secondo me fu la strategia americana e in particolare della CIA e dei servizi,tesa a ridurre,ridimensionare,evitare l'influenza del PCI nella politica nazionale, con possibili ricadute nell'alveo d'influenza della nazioni aderenti al Patto di Varsavia

    RispondiElimina