Non ho mai pensato che Rosy (dove il diminutivo sta per Rosa Angela) Mauro fosse un personaggio politico di un qualche interesse anzi l'ho più spesso vista nei ridicoli panni di una comparsa del redivivo circo Barnum che circolava intorno al super capo-comico Umberto Bossi.
Allo stesso modo ho sempre pensato a Rosy (Maria Rosaria per l'anagrafe)Bindi come ad una donna politica di spessore di cui apprezzare l'evoluzione, da ex democristiana votata dal profondo veneto a presidente del PD la strada è oggettivamente lunga, e mai me la sono immagina nei panni della Giovanna d'Arco dei privilegi.
In entrambi i casi forse, dato il mio irruente carattere di ghibellino, sono stato un po' manicheo. Tutto il buono da una parte e tutto il cattivo dall'altra.
Ora trovare del buono (politicamente parlando) nella Rosy della Lega (anche se ex) non è facile e bisogna scavare parecchio, e dato il basso livello da cui si parte magari anche all'in sù, eppure qualcosina c'è.
Anche dire male (politicamente, sempre) della Rosy del PD non è facile anche se lei qualche spunto negli ultimi mesi ce l'ha dato.
Eppure qualche punto in comune, oltre a quello di genere, senz'altro ce l'hanno.
Innanzi tutto sono due passionarie vere ed in carne ed ossa, a dispetto della Santanchè che invece lo è solo di plastica.
Le due Rosy, pur essendo partite con qualche handicap, .hanno fatto carriere fulminanti per il paludoso e immobile mondo politico italiota
La “Nera” come amorevolmente viene chiamata la Rosy brundisio-padana, essendo nata in quel di Brindisi ed adottata dal gallo-celta Bossi, nonostante le origini sudiste e la recente immigrazione in quel di Milano già nel 1993 veniva eletta nel consiglio comunale della “madunina” e di lì a stretto giro eccola in Regione Lombardia e poi nel Senato della Repubblica, scalando contemporaneamente posizioni nel partito. Bella carriera in soli 15 anni. Almeno dal punto di vista quantitativo.
La Rosy bianca, assistente di Bachelet, è senese ma viene eletta al parlamento europeo in Veneto nella lista della Demcrazia Cristiana partito nel quale si era iscritta solo pochi mesi prima. Oltre che nella DC è stata nel PPI, nella Margherita e poi nel PD. Adesso da Presidente. Che compiere in soli 20 anni questo percorso vuol dire saper fare dei salti in lungo che nemmeno Jesse Owens si immaginava.
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Un'altra cosa che le accomuna è il denaro: la Rosy brundisio-padana, a quanto dicono i giornali lo voleva per sé, la Rosy bianca invece lo vuole per il partito e i parlamentari. Gli importi che riguardano la prima sono relativamente modesti, a quanto risulta al momento e richiesti per voglia rozza di elevazione sociale quasi che bastasse una laurea rilasciata da una università sconosciuta a cancellare le origini. E questo certo non è bello e neppure etico. Anche se poi l'hanno espulsa dalla Lega per "insubordinazione" che neanche Stalin arrivava a tanto. L'altra invece, quella ex democristiana, di soldi per la politica e il partito e i parlamentari ne vuole molti. Anche troppi. E si accalora pure, come s'è visto nella puntata di 8 e ½ dello scorso 12 aprile. La politica non si fa senza soldi, dice la Rosy che è laureata in Scienze Politiche ed è stata ricercatrice all'Università di Siena. Magari su questo punto dovrebbe ripassare un po' di storia dei partiti e dei movimenti politici, esame obbligatorio nella sua facoltà. E quindi scoprirebbe che Andrea Costa e Filppo Turati prima e poi Gramsci e Bordiga e quindi don Sturzo fondarono partiti che diventarono subito di massa senza il becco d'un quattrino e che le case del popolo come le società di mutuo soccorso e le cooperative sia le bianche che le rosse e le verdi repubblicane si autofinanziavano. Altri tempi altra pasta di politici. Uno degli argomenti utilizzati dalla Rosy bianca è che se i privati finanziano i partiti li condizionano. Su questo punto ai tempi dell'università evidentemente deve aver perso qualche lezione. Il partito è espressione di un gruppo sociale che esprime una sua specifica visione del mondo e, conseguentemente, è portatore di interessi polici-sociali-economici. Quindi è ovvio che se un operaio metalmeccanico finanzia un partito si aspetta che lo stesso ne difenda gli interessi e la stessa cosa fa un costruttore edile. L'essere stata nwella DC qualcosa le avrebbe dovuto insegnare. Senza contare che il finanziamento pubblico non esclude quello privato e quindi … Rifletta la Rosy bianca sul fatto che l'UDC di Pierferdinando, tanto per fare un esempio, oltre a i “rimborsi” elettorali ha ricevuto in regalo dal costruttore Caltagirone un bel milioncino. Caltagirone l'avrà senz'altro fatto per aiutare lo scapestrato genero e consentirgli di continuare a baloccarsi con il suo giocattolino ma anche perchè ne condivide le finalità politiche e le conseguenti azioni. O no? Non a caso ci sono partiti di destra, di centro e di sinistra, che difendono interessi diversi. Al solito è una questione di posizionamento
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Senza dubbio i partiti gestirebbero assai meglio e con maggior oculatezza i denari ricevuti dai privati non foss'altro perché questi gli e ne chiederebbero conto. In modo puntuale. E non con il pressapochismo con cui viene oggi fatto per i denari di tutti noi.
E certo non vale l'equazione che se non finanziati pubblicamente i partiti per finanziarsi sarebbero costretti a rubare, come si ebbe l'ardire di sostenere in tempi non lontani. Questo è un argomento che neanche i più disperati tra i diseredati usano più quando fanno la questua. E la stessa motivazione vale per gli esorbitanti stipendi e privilegi di cui godono i parlamentari. Non l'ha ordinato il medico di svolgere la funzione di occupante lo scranno del Senato o della Camera e quindi la motivazione non può essere economica ma semplicemente ideale e di servizio. E sopratutto quello di politico non può essere un mestiere.
Quindi i soldi fateveli dare dai vostri sostenitori. Se ci riuscite.
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