Con domenica 14 novembre il palmares dell'on.Massimo D'Alema,si è arricchito di un'altra sconfitta. La sua storia ne è costellata ma la sua ambizione è senza freni, sta lottando con le unghie e con i denti per togliere a Fausto Bertinotti, altro campione del genere, il titolo di politico più sconfitto d'Italia.
Del Piero supera Boniperti come numero di reti e D'Alema supera Bertinotti come numero di sconfitte politiche. A ognuno le sue perle.
Ogni volta che ci prova, e ahi noi ci prova sempre più spesso, ottiene il risultato: non ne azzecca una. E in più è anche antipatico.
Passi che vada a Ballarò ad insultare giornalisti (son cose che non si debbono fare anche se il giornalista è Nosferatu-Sallusti, che d'altra parte, qualche ragione l'aveva), passi che con battuta di dubbio gusto definisca Brunetta "energumeno tascabile" (non capendo - ma è una sua costante - che la colpa di Brunetta non è di essere tascabile ma di essere ministro), passi che consideri Fini ed il suo movimento alternativo alla destra (tutti, da Ronchi in avanti, hanno risposto che chi vagheggia un FLI lontano dalla destra o è un provocatore o è un cretino. A scelta. Libera.).
Tutto sommato si stava cimentando, per la gran parte, con cose che non conosce o con cui ha scarsa dimestichezza: tipo il bon ton, la sagace ironia e la lungimiranza politica.
Ma in casa sua, perbacco! Almeno lì qualche vaga idea, anche solo per sbaglio, dovrebbe albergare nello spazio sottostante la massa dei capelli.
In fondo a 6 anni "si interessava di tutto quanto sapesse di politica" (1), a 9 era tra i "pionieri" (2) a 14 è entranto nella FGCI (che non è la Federazione Gioco Calcio Italiana, anche se deve averla scambiata per quella) e da allora, disastro dopo disastro, è sempre stato nel partito. Insomma di apprendistato ne ha fatto parecchio e con grande pertinacia continua a perdere. Non a caso ha chiamato la sua barca Ikarus, il più sprovveduto e un pò gonzo, tra i personaggi dei miti greci e come Ikarus continua a non capire dove si trova e con chi ha a che fare.
Da pochi giorni ha perso anche le primarie di Milano.
Non è nuovo a questo tipo di esperienza che sta allegramente reiterando da almeno un quinquennio: nel 2005 in Puglia si è opposto a Vendola e Nichi ha vinto, nel 2009 cambia campo di gioco e fa la sua partita a Firenze, contro Renzi. Matteo vince, Due su due sono un bel risultato. Ma Massimo può fare di più e quindi nel 2010 riprova ancora contro Vendola e riperde.
Milano può essere un'altra partita, questa volta gioca in casa, nel regno dei miglioristi, è ben spalleggiato da Filippo Penati che ha appena perso la gara per la provincia e che subito è stato promosso a capo della segreteria di Bersani. E quindi Massimo&company chi ti vanno pescare per opporsi alla cara Letizia? Niente popò di meno che l'architetto Boeri, per intenderci quello della Maddalena, l'avvenieristico progetto impostato per il G8 che, a pochi mesi dalla costruzione, e dopo i tanti ritardi e i tantissimi extra budget già oggi sta andando alla malora. E dunque, stesso scenario, stessi personaggi, stesso risultato: D'Alema Massimo ko. Vince l'avvocato Pisapia, che non ha alcun apparato alle spalle ed è sostenuto, guarda caso, da Vendola e da tanti del PD. Come dire che i militanti non la pensano come il presidente. Non è un caso e neppure la prima volta.
Quattro su quattro.
Adesso sta lanciando la santa alleanza con Casini e Fini: un ex comunista con un ex democristiano e un ex fascita. Tombola.
Una bella riedizione della giunta Milazzo (4), che peraltro non ebbe molto fortuna.
Ma a lui, D'Alema Massimo, la storia non ha mai avuto il tempo di insegnare gran che. Troppo impegnato a trescare (ricordate il patto della crostata? E la prima e la seconda caduta del governo Prodi?) e a perdere ogni opportunità per capire. E se si occupasse solo della sua fondazione? Almeno lì i danni sarebbero (si spera) limitati.
A questo punto, chiosando una delle sue frasi da maestrino con la penna rossa-e-blu, vale la pena di dire: caro D'Alema Massimo sarebbe un grave errore non capire che la base del centro-sinistra deve essere il tuo interlocutore primario. E quindi quello che l'elettorato, iscritti al partito e simpatizzanti, sta dicendo da tempo e a chiarissime lettere: il punto non è cacciare Berlusconi ma cambiare un sistema politico-sociale di cui il nanetto è solo il pupo. La politica non la fanno gli uomini ma i blocchi sociali (o le classi come si diceva una volta) ricordi? Mai letto niente del genere? Così difficile da capire? E ricordati che quelli che adesso stai corteggiando sono gli stessi che negli ultimi 15 anni hanno attivamente sostenuto il Cav. Se ora cambiano idea un motivo ce lo avranno e certo non sono dei samaritani (che anche sul primo qualche dubbio c'é - 3). Non credere di strumentalizzarli. Sarà più facile siano loro a strumentalizzare te.
Ma d'altra parte l'eterno sconfitto vive di luoghi comuni (5): ha i baffi, ha la barca e poi è intelligente, il più intelligente di tutti. Così intelligente che ha scoperto l'esistenza del cervelletto solo quando, in un ristorante, l'ha visto servire al suo vicino di tavola.
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(1) Giovanni Fasanella. D'Alema. Milano, Baldini & Castoldi, 1999
(2) I pionieri, associazione di emanazione comunista cui si iscrivevano i ragazzi e le ragazze fino a 16 anni)
(3) Nati per crededere - Girotto Vallortigara - i riferimenti tra i libri consigliati.
(4) Nell'ottobre del 1958 si formò in Sicilia la giunta capeggiata da Silvio Milazzo (eletto presidente della Regione Sicilia) in funzione anti dc. La giunta venne eletta con i voti di comunisti, socialisti, missini e monarchici e democristiani dissidenti. L'esperimento non fece tmolta strada, troppo eterogenei gli alleati, poco (troppo poco) chiari gli obiettivi, al di là della semplice messa in minoranza della dc. Quasi come adesso anche se qualche solone si alzerà a dire che non è la stessa cosa.
(5) Roberto Benigni 8 dicembre 2007 – vedi filmato su youtube digitando "D'Alema Benigni"(3) Nati per crededere - Girotto Vallortigara - i riferimenti tra i libri consigliati.
(4) Nell'ottobre del 1958 si formò in Sicilia la giunta capeggiata da Silvio Milazzo (eletto presidente della Regione Sicilia) in funzione anti dc. La giunta venne eletta con i voti di comunisti, socialisti, missini e monarchici e democristiani dissidenti. L'esperimento non fece tmolta strada, troppo eterogenei gli alleati, poco (troppo poco) chiari gli obiettivi, al di là della semplice messa in minoranza della dc. Quasi come adesso anche se qualche solone si alzerà a dire che non è la stessa cosa.
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