Ciò che possiamo licenziare

lunedì 21 aprile 2025

È morto Papa Francesco.

 

Retorica e magniloquenza vanno a nozze. Tutti a scrivere necrologi super ultra commoventi. L’ultimo regalo di Bergoglio: farci ridere di gusto.


Come accade ogni volta che muore un grande, o preteso tale, della terra per pochi giorni, più forte nelle prime ore poi lentamente a scalare, retorica e magniloquenza si scatenano. Invadono televisioni, radio, quotidiani e quasi ogni spazio del web. Interviste, dibattiti, confronti, ricordi, aneddoti, tutto fa brodo per   avere pochi istanti di visibilità e vantare uno speciale rapporto con il defunto, tanto questo non è certo lì a smentire e quindi piangere come coccodrilli. Soprattutto quelli il cui pensiero e azione erano e sono più lontani dal sentire del nobile defunto. Ovviamente la morte di Papa Francesco non poteva sfuggire alla regola. Ecco allora populisti, sovranisti, razzisti, fascisti (ex, post, attuali), nazzisti, antisemiti, bombaroli, assassini, genocidi, mandanti e organizzatori di campi di concentramento, evasori ed elusori fiscali, schiavisti, sfruttatori di lavoratori, millantatori, fomentatori di guerre,corruttori e corrotti distruttori delle ricchezze pubbliche e tutti gli altri farabutti di ogni risma e specie scrivere commoventi necrologi inneggianti alla pace, mentre ci si lavora fomentando guerre senza speranza. A leggerli ci si può solo scompisciare dalle risate. Eppure si fa menzione agli ultimi mentre si programmano spese miliardarie in armamenti a scapito di ospedali, scuole, abitazioni degne di questo nome e manutenzione dell’ambiente. Falsi e false come Giuda. Tutti e tutte a parlare della mancanza di un punto di riferimento, cui mai ci si sono appoggiati e appoggiate, del grande vuoto, ma quando Papa Francesco era in vita i suoi suggerimenti cadevano, quelli sì, nel vuoto. Ha saputo parlare al cuore di tutti, baggianata sesquipedale: per contrappasso sta a testimoniare del fallimento dell’azione pastorale dati i comportamenti dei toccati nel cuore, rimasto duro come sasso. Papa Francesco ha letteralmente spedito il cardinal Zuppi a fare il giro delle sette chiese (laiche) a mendicare pace (non solo in Europa, ma anche nei rimanenti sessantanove conflitti sparsi per il mondo), uguaglianza, solidarietà e ha ottenuto il nulla. Tutti e tutte senza vergogna. Se gli autori e le autrici di quei meravigliosi necrologi, grondanti compassione, avessero condiviso un millesimo del pensiero di Francesco il mondo sarebbe ribaltato, ma così non è. C’è stato anche chi si è messo a giocare con la cabala ricordando Pio X e Pio XI sono morti a ridosso delle due guerre mondiali, agosto 1914 e febbraio 1939. Per fortuna Bergoglio non ha scelto il nome di Pio che evidentemente porta sfortuna. Questo è stato l’ultimo regalo fattoci da Papa Bergoglio farci ridere di gusto accostando testi e autori e autrici. E anche di rabbia. Comunque, dice l’adagio, morto un papa se ne fa un altro e anche per il conclave,le grandi manovre sono iniziate da tempo. Ci sarà da ridere.

Buona settimana e Buona fortuna.

mercoledì 9 aprile 2025

La Giorgia vola a Washington.

Il viaggio della Meloni Giorgia a Washington a due giorni dai dazi europei e aver sentito quel che il Trump Donald J.D.  si aspetta dagli alleati non butta bene.

Al dunque dopo un po’ di palleggi, va-non-va-va-no-non-va-si-va, finalmente la Meloni Giorgia ha avuto il placet del suo mentore ammerigano e in conclusione luce verde. Veramente una sfortuna andare nella tana del grizzly bear  giusto a due giorni dal via libera ai dazi  europei contro gli Usa. E non solo, dopo la chiara dichiarazione del Trump Donald J. sul cosa si aspetta dai suoi alleati: quelli in fila per entrare alla Casa Bianca. E barcamenati oggi e barcamenati domani alla fine non si sa più dove si è: La Giorgia sta andando a Washington, ma cosa va a fare non sa, vola molto in alto, non vede niente, non si vede un accidente da lì. Lucio Dalla docet. Certo ci vorrebbe un pensiero strategico in testa, ma se alle spalle l’imperativo categorico è solo vincere! si va poco lontano. E la nemesi storica è lì a raccontarcelo. L’idea di partecipare, solo per sedersi al tavolo dei vincitori e senza pensiero strategico, era stata stentoreamente declamata ottantacinque anni fa  e si sa come è andata a finire. Ma c’è anche un altro episodio che la Meloni Giorgia dovrebbe aver ben presente e se non lo ricorda dovrebbe ben studiarselo: quando l’italico duce incontrò il teutonico führer per chiedergli il permesso di sganciarsi, ma non ebbe il coraggio di presentare la richiesta perché il tedesco, ancor prima di qualsiasi parola dell’alleato, cominciò a sbraitare e parlò ininterrottamente per ore. Al piccolo italiano rimasto in silenzio rimase solo dichiararsi d’accordo. Senza sapere sul cosa. A Washington potrebbe accadere lo stesso. Allo yankee non manca la fantasia e il carattere. Un piccolo suggerimento: Ogni piccolo movimento, spara. Prima che l'altro faccia lo stesso con te Ogni piccolo movimento, spara. A questo punto cosa si potrà dire al ritorno della Meloni Giorgia? Forse come disse Cicerone: "Scimus quod ille tibi dedit, et quod tu illi dedisti" .

Buona settimana e buona fortuna.


martedì 1 aprile 2025

La Francia non ha un Nordio.

 Al momento neppure una Cartabia. I francesi hanno tagliato la testa al loro re e sono cartesiani. La Le Pen si è dichiarata colpevole, ma pretende l’assoluzione in quanto eletta. Quante somiglianze con l’Italia e quante differenze.


La premessa di base è che il popolo francese non ha mai avuto complessi di inferiorità nei confronti di chi lo governa. I francesi sono stati i primi a tagliare la testa del loro re e l’hanno fatto a furor di popolo, e con una certa disinvoltura, non per congiura di palazzo e non per decisione di partito. E su quella testa mozzata hanno costruito i diritti dell’uomo. Pertanto non fa sorpresa e tanto meno mena scandalo che la Le Pen Marine sia stata condannata per appropriazione indebita di fondi europei. Dovevano servire per fare politica e invece la Le Pen Marine li ha utilizzati per pagare il cameriere del babbo, vecchio arnese del fascismo d’oltr’alpe, tanto impresentabile che la figlia l’ha espulso dal partito. Niente male. In Francia, almeno al momento non c’è un Nordio Carlo come ministro della giustizia e neppure hanno avuto una Cartabia Marta, quindi la parola giustizia corre il suo senso classico: punire i malfattori. La pena inflitta: quattro anni, di cui due abbuonati, centomila euro di multa e cinque anni di ineleggibilità rientra nelle stato delle cose. Così dice la legge. Il passaggio sulla ineleggibilità assomiglia a quanto avevano elaborato due dei migliori ministri della seconda repubblica: prima la ministra Paola Severino e successivamente il ministro Alfonso Bonafede.  La legge di quest’ultimo, entrata in vigore il 31 gennaio 2019, era detta spazzacorrotti. Giusto per capirsi. Un nome una garanzia. E queste sono le differenze, tante,e le somiglianze, poche, con lo Stivale. Dopo di che c’è un punto della comedie francaise somigliante, anche troppo, povera Francia, a quanto avvenuto e avviene nel Belpaese: la protagonista. La Le Pen Marine ieri sera ha utilizzato lo spazio del telegiornale per piagnucolare, per attaccare la giudice, per rivendicare una sorta di impunibilità: sono stata eletta dal popolo quindi non posso essere condannata. Nulla di nuovo per le italiche orecchie: il condannato in via definitiva e tante volte prescritto Berlusconi Silvio usava lo stesso metodo non ancora portato a legge come il Nordio Carlo e prima di lui la Cartabia Marta, sta cercando di fare. Ora la domanda che i cartesiani si pongono è semplice: Le Pen Marine i soldi avuti per fare politica li ha usati nel giusto modo o li ha distratti per altro? La risposta imbarazzante, dicono le prove e ammissione stessa della Le Pen Marine, è la seconda, indi per cui la condanna con annessi e connessi. Alti e stantii lai si stanno alzando dalle destre del globo terracqueo, ma in Francia la legge è legge. Ahiloro! Alla destra, anche fascista, toccherà aspettare un Nordio o una Cartabbia. Noi che li abbiamo potremmo anche regalarglieli.

Ps. La Meloni Giorgia chiama suo mentore: il giudice Paolo Borsellino. La Le Pen Marine ha utilizzato come slogan: abbiamo le mani pulite. Il mondo va alla rovescia.

Buona settimana e buona fortuna