Ciò che possiamo licenziare

venerdì 11 febbraio 2022

Tre scoop: Sanremo, Marinella e Roma

Tre fatterelli  che tanto dicono del Paese. Il record  non è un record: il 74% degli italiani se ne frega di Sanremo. Con Marinella si è capito che se non ci vai non ti notano. E così è risolto il dilemma di Ecce bombo. Di Roma non si parla più: tutto è stato risolto. Se non ne parli nulla esiste: come per i cinghiali.



Per quattro giorni tutti i media hanno dedicato le aperture agli ascolti del festival di Sanremo. L’elezione del Presidente della Repubblica se l’è cavata per un pelo, se la bagarre elettorale fosse andata avanti ancora un po’ sarebbe stata cannibalizzata dall’evento canoro che tutto si pappa. Però c’è un però: il tanto strombazzato record di 15.660.000 spettatori ha dimostrato che gli italici, nella misura del 74%, se ne fregano di Sanremo e dei suoi ammennicoli. Ben 44milioni e briscola hanno avuto altro e di meglio da fare in quelle serate piuttosto che seguire l’Amadeus e la sua banda. I numeri, chiosava Pirandello, sono sacchi vuoti, se non sono riempiti di senso e di ragione non stanno in piedi. Per l’appunto.

Quella di Marinella è una storia vera, va in scena in quel di Como, ma potrebbe benissimo essere stata rappresentata in una qualsiasi altra città. Marinella non scivolò in un fiume a primavera. Più prosaicamente si è addormentata in cucina, seduta al tavolo e lì è rimasta per due anni. Immobile. Nessuno, nei due anni, si è accorto della sua assenza, non i parenti, non i vicini di casa, non i negozianti, non il portinaio. In un colpo ha sciolto l’amletico dilemma: non la si è notata di più se non è uscita di casa. Non la si è notata proprio. I giornali e le televisioni, come ti sbagli, hanno fatto i soliti titoli sulla società egoista e non attenta al prossimo, come d’uso un po’ di ipocrisia sparpagliata qua e là. E infatti due giorni dopo la notizia è scomparsa. Tuttavia s’era fatto in tempo a trovare una modesta excusatio nella  prima chiusura causa Covid. Che però è durata solo pochi mesi. Il Sindaco di  Como ha detto che salderà il conto del funerale e auspica che, compatibilmente con le regole Covid, molti partecipino alla funzione. Si spera senza il solito nauseabondo applauso. Che poi nessuno ha mai spiegato che cosa significhi applaudire una bara: l’omaggiato di quell’insulso sbattachiar di mani neanche lo sente e tanto meno si disporrà ad un inchino di ringraziamento.

Anche Roma, la caput mundi è plasticamente scomparsa da giornali,  televisioni e radio. Dato che non c’è più l’ossessione per la Sindaca Virginia Raggi. Al dunque si deve intendere che tutto quel che prima non funzionava sia stato risolto e non se ne parli solo per la modestia che contraddistingue il neo Sindaco, Gualtieri Roberto. Quindi si immagina che non ci siano più buche, che gli autobus non prendano più fuoco ed anzi arrivino puntuali ad ogni fermata e ce ne siano così tanti e nuovi da non essere assolutamente affollati e che la viabilità sia scorrevole come l’olio. Si sono evaporati anche i cinghiali, erano a Roma solo come vacanzieri e finite le ferie se ne sono tornati nei boschi. Questo anche perché i loro selfservice preferiti: i cassoni traboccanti  immondizia hanno chiuso i battenti e sono lindi e asettici come sale operatorie. Avessero detto alla Raggi Virginia che bastava così poco, come mettere il Gualtieri sullo scranno alto del Campidoglio, per risolvere tutti i problemi della Capitale avrebbe ceduto il posto un minuto dopo essere stata eletta.. L’unico neo in tanto nitore l’hanno regalato i pargoli del Ruberti Albino, Capo di Gabinetto del Gualtieri, che alla richiesta da parte di carabinieri di mostrare i documenti si sono vantati dei genitoriali lombi e, non contenti hanno fatto seguire la minaccia di farli trasferire. Buon sangue non mente, anche l’Albino era stato beccato, lui da poliziotti, a partecipare ad una grigliata in quel del Pigneto. Ah, si era in pieno lockdown. Evvabbé.

Buona settimana e buona fortuna

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