Ciò che possiamo licenziare

venerdì 22 settembre 2023

E’ morto Giorgio Napolitano

Dopo le condoglianze, conviene scorrere la storia politica del Napolitano Giorgio: dall’entusiastico sostegno all’invasione dell’Ungheria alla firma delle leggi ad personam alle telefonate con Nicola Mancino sulla questione Stato-mafia. Sic transeat gloria mundi.


E’ morto Napolitano Giorgio, condoglianze alla famiglia. Così il politicamente corretto è fatto salvo e l’ipocrisia,pure. Dopo di ciò va detto che, dal punto di vista politico, la sua uscita di scena non è una grande perdita. Anzi. Di base il Napolitano Giorgio, prima con l’aiuto di Giorgio Amendola poi con supporti che stavano all’esterno del suo partito, leggi PSI, si è arrampicato su per li scalini delle istituzioni. Si iscrisse al PCI nel dicembre del 1945, come dire: a cose fatte, come in precedenza, nel 1942, era entrato nel GUF (Gruppo Universitario Fascista) napoletano, ma in quell’anno non si poteva fare diversamente. Nel 1953, Amendola sponsor, entra in parlamento e vi staziona per oltre quarant’anni, con la sola interruzione dovuta alla sonora trombata rimediata alle elezioni del ‘63. In contemporanea, ma era vizio comune, è stato anche parlamentare europeo e, nel 2004, ebbe un acido scontro con un giornalista tedesco: questi gli contestava il rimborso dei suoi viaggi aerei.  Volava low cost e chiedeva rimborso Alitalia. Vabbé. Arrivò il Napolitano Giorgio, addirittura a minacciare il giornalista: chiamo la polizia, invece di spiegare l’introito di oltre 700€ di differenza. La miseria abita anche nei piani alti con stupore di chi frequenta gli scantinati. Nel ’56 votò con trasporto a favore dell’invasione dell’Ungheria salvo poi pentirsene molti decenni dopo facendo anche intendere di non essere mai stato comunista. Vezzo abituale. Anzi, parafrasando Croce disse: non possiamo non dirci liberali. Ma stava parlando solo per sé stesso. Come Presidente della Camera, è stato anche questo, il 2 febbraio del 1993 impedì ad un ufficiale della Guardia di Finanza di prendere visione e verificare, i bilanci originali dei partiti. In compenso da Presidente della Repubblica siglò senza battere ciglio il Lodo Alfano (2008) e il Legittimo Impedimento (2010) con giustificazione puerile: se ripresentati, anche nella stessa forma, sarebbe stato costretto a firmare. Dimenticava però un dettaglio: avrebbe potuto inviare gli incartamenti alla Consulta per un parere. In entrambi i casi questa si è espressa, anni e anni dopo, parlando di incostituzionalità. Transeat. Nel 2011 alla caduta dell’ultimo governo Berlusconi, non convocò i comizi elettorali. Chissà cosa temeva. Al loro posto si inventò un comitato di saggi la cui unica funzione era di pestare l’acqua nel mortaio, lo fecero benissimo e con ardore, come candidamente confessò uno di loro. By the way  costarono alle casse dello Stato un occhio della testa perché, si sa, i saggi costano. Poi ebbe la brillante idea di chiamare come primo ministro Mario Monti. Non senza prima averlo nominato senatore a vita  Il futuro, si sa, va assicurato. Governo pessimo quello di Monti: andò a prendere i denari da omaggiarsi all’Europa, non dov’erano, elusione ed evasione fiscale, tanto per dire, ma dove più facile arpionarli: pensioni e liquidazioni dei dipendenti pubblici. A far così eran buoni tutti, anche il droghiere sotto casa. E infatti. Nel 2012 attaccò la Procura della Repubblica di Palermo per via di qualche telefonata avuta con l’amico Nicola Mancino a proposito della trattativa Stato-mafia. Finì all’italiana: un colpo al cerchio ed uno alla botte. Nulla di nuovo sotto il sole. Nel 2013 non supportò il tentativo di Bersani (siamo arriviti primi, ma non abbiamo vinto) e chiamò il Letta Enrico: lo conosceva bene, essendo compagno di subbuteo del figlio, e fu un disastro. Per intenderci: il Letta Enrico, da Presidente del Consiglio, denunciava la lentezza del suo stesso governo e  chiedeva un cambio di passo. Paradossi italici. Anziché dirlo bastava lo facesse e due giorni prima di cadere voleva presentare un programma rivoluzionario. Enrico stai sereno. Nel 2015 il Napolitano Giorgio rassegna finalmente le dimissioni e se ne va, ma rimane senatore a vita. Di lui in politica non si sentiva la necessità. Ma ci è toccato.

Buona settimana e buona fortuna.

https://www.youtube.com/watch?v=ngWs2j_T6p0 

https://www.youtube.com/watch?v=GUD58_3MIWk

https://www.youtube.com/watch?v=260na8NDEAU sottotitolato in italiano

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