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giovedì 10 marzo 2016

D’Alema e il calcio dell’asino.

Gli ultimi fatti di Milano, Roma e Napoli dicono che la salute (politica) di Renzi non è buona. Ora come nella favola di Fedro spuntano il cinghiale, il toro e l’asino. I riferimenti sono liberi. Bersani rilascia interviste quotidiane, Speranza va ai talk e D’Alema smette di occuparsi dell’universo mondo per concentrarsi sulle beghe dell’italietta. Grazie Fedro.

Che la salute (politica) di Renzi Matteo non sia al suo massimo lo vanno bisbigliando e scribacchiando in parecchi. 
Chi con più enfasi e chi, si sa mai che non si rimetta presto, con più diplomazia. Di certo alcuni fatterelli occorsi nelle ultime settimane non buttano al meglio. S’è cominciato con le primarie di Milano, andare a pescare uno che vien da destra e che non sa scegliersi i collaboratori (tutti o quasi quelli della sua squadra Expo sono finiti al fresco) non è stato un bel segno. Inoltre che il preferito dal segretario nonostante l’appoggio di tutte le truppe cammellate abbia portato a casa poco più del 40%  più che di vittoria ha detto di debolezza. Se la matematica non è un’opinione  poco meno del 60% non l’ha votato, quindi è frutto di una minoranza. Consistente ma sempre minoranza. Comunque in quel di Milano, ribattezzata da Cantone come capitale morale, un po’ di dignità c’è stata. Con Roma e con Napoli invece si è tornati ai vecchi fasti delle pere cotte. Nella capitale il balletto sull’affluenza e sulle schede bianche è stato penoso a Napoli poi la rappresentazione del samaritano che dava euro a chi aveva dimenticato il borsellino a casa è stata una farsa. E ancor più la motivazione sulla non accettazione del ricorso di Bassolino basata sul conteggio dei minuti piuttosto che sui fatti. Magari da accertare. Da scompisciarsi avrebbe detto Totò. 

Quindi il leone, che ancora non si può definire senex, se deve ricorrere a questi mezzucci tanto in salute non è. Ecco allora che aper, taurus et asinus (cinghiale, toro ed asino) che in passato hanno patito le sue offese vengono per vendicarsi. Bersani Pierluigi, l’unico al mondo che può vantare il risultato di non vittoria alle elezioni, da diversi giorni rilascia interviste a tutto spiano. Non parla più della ditta, tema diventato di appannaggio dei Rosato e dei Guerini, ma di elettori che non capiscono e che potrebbero (ohibò) ribellarsi. Speranza che fino ad ora ha fatto tappezzeria sta girando i talk come neanche la Moretti dei tempi d’oro. Non può dire che va dall’estetista tutte le settimane ma senz’altro ha iniziato una certa pratica con il barbiere. E infine D’Alema. 

Come i pochi che lo seguono ricorderanno il D’Alema leader Massimo era disposto a perdonare alcuni scherzucci di dozzina del Renzi in cambio del posto agli esteri della Ue, , ma il Matteo, che conosce i suoi D’Alema, gli ha preferito la Mogherini. Allora il leader Massimo, s’è ritirato, come come ogni zitella offesa,  nelle sue stanze. Che poi sarebbero quelle della fondazione ItalianiEuropei che riesce a raccoglie pubblicità per la sua rivista dalle più bizzarre aziende statali. Ma vabbé. Anche lui rilasciava interviste per dire, come riportavano i suoi amici giornalisti, in modo civettuolo (da vecchia zitella appunto) che il teatro italiano era per lui troppo angusto e che la sua mente era tutta presa dai grandi temi internazionali. Infatti di norma le sue interviste cadevano sempre tra il ritorno da un seminario e la partenza per un altro. Di tutti questi seminari la stampa non ha mai riportato un rigo. Probabilmente erano per intimi e segretissimi. E Renzi era sulla cresta dell'onda.

Adesso invece che il giovane leone è in affanno ecco il D'Alema attivissimo sul palcoscenico italico: parla con Civati Pippo, che ha sempre detestato, telefona a Bassolino che non sentiva da anni per dirgli di tutto il suo appoggio nel caso volesse lanciarsi nell’agone con una sua lista civica e poi, miracoli dei miracoli espone un suo pupillo, tale Bay ad anti Giachetti in quel di Roma. Quindi si dice che etichetti Renzi, pare ad una cena, come uomo del Mossad. Se vera gli deve essere scappata dopo l’ammazza caffè. Ma chi ci crederebbe mai? Gli parrà di vivere una seconda giovinezza, come quando guerreggiava col cinematografaro Veltroni.  Lotta tra titani. 

Ma dimentica il D’Alema che la memoria lunga non l’ha mai avuta, date le sue tante contraddizioni diverse cosette. In primis  le ovazioni che Renzi riceveva nelle Case del Popolo quando si proponeva di rottamarlo. I militanti di lui, D’Alema ne avevano e ne hanno le tasche piene. In secundis che Renzi sta facendo quello che a lui non è mai riuscito nonostante i  tanti inciuci con il Berlusconi (che regolarmente lo fregava) ovvero sfondare al centro e poi anche a destra. Infine lasua colpa più grave: proprio il suo modo di fare politica, giocato sugli accordicchi, sulla doppia linea (che magari Togliatti sapeva gestire ma lui senz’altro no), sulla distanza dalla base del partito e poi quella sua spocchia ingiustificata ha partorito Renzi. 

Renzi non è figlio di Berlusconi, anche se hanno in comune lo stesso modo di fare pataccone, ma degli errori di suoi e dei suoi sottopanza. Renzi è il frutto (avvelenato) di D’Alema. Bisogna ben capirlo. E ancora adesso quel che gli manca al D’Alema nel suo bilioso attacco a Renzi è una seria e concreta proposta politica: sta solo conducendo una battaglia vanesia. Da par suo. E la guerra per bande va avanti.

La poesia di Fedro recita così

Il calcio dell’asino                                                                                                                                  Leo senex, aper, taurus et asinus
Chi perde il suo potere anche il più vile                                                                                                  si prende gioco della sua rovina

Tradito dalle forse e dall’età                                                                                                                   il leone covava la sua fine.                                                                                                                     A vendicarsi d’una antica offesa                                                                                                          venne il cinghiale dal fulmineo dente;                                                                                                 poi venne il toro e le sue corna ostili                                                                                                     scavarono in quel corpo di nemico;                                                                                                      l’asino vide i colpi non puniti                                                                                                                   e gli sferrò il suo calcio nella fronte.                                                                                                       Il leone spirò. Ma prima disse:                                                                                                               «Amaro fu l’assalto di quei forti.                                           
Ma dopo il tuo, viltà della natura,                                                                                                         mi sembra di morire anche due volte»

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Su D'Alema
- D'Alema: niente di penalmente rilevante 
http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2015/04/dalema-niente-di-penalmente-rilevante.html
-Renzi minaccia la Merkel o la Mogherini o D'Alema
http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2014/07/renzi-minaccia-la-merkel-e-leuropa-o-la.html
- Renzi è il frutto avvelenato di D'Alema
http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2014/01/renzi-e-il-frutto-avvelenato-di-dalema.html
- Piccoli peracottari crescono
http://ilvicarioimperiale.blogspot.it/2014/01/piccoli-peraccottari-crescono.html