Ciò che possiamo licenziare

lunedì 7 novembre 2011

The show must go on. Or not?

Maurizio Crozza lo scorso venerdì 4 novembre non è andato in onda.
Onore e merito.
Ha deciso che per una volta, almeno una volta, fosse necessario fermarsi e dare un sonoro calcio alla teoria del “siamo tutti dispiaciuti ma la vita continua. Come sempre.”
Dopo una tragedia la vita non dovrebbe proseguire come prima e soprattutto come sempre.
La tragedia deve (dovrebbe) insegnare qualcosa e magari far cambiare di corso a tutti quei comportamenti che sappiamo non giusti ma che volutamente vogliamo, tutti, ignorare come tali.
Strano Paese questo nostro: mentre un comico dignitosamente rinuncia a salire sul palcoscenico per fare il suo lavoro di intrattenitore per rimpiazzarlo alcuni politici ci salgono con foga.
Conoscono la parte. Fin troppo bene. E non si fanno pregare per recitarla.
Che dire di B, il battutista nazionale che, dopo ristoranti ed aerei, ha allargato il suo repertorio all'edilizia: “si è costruito dove non si doveva”.
Ma, non era lui che propugnava la libertà di edificare riducendo al minimo le richieste di permesso per costruire? Nel nome, è ovvio, della libertà e della semplificazione burocratica. Se prima si cementifica in allegria figurarsi senza regole.
Da lui – che ha agganci in cielo - in realtà ci saremmo aspettati qualcosina di più, tipo: “ora vedrete che farò ripartire l'economia ….”
E che dire di Marta Vincenzi che parla di terrorismo (ne dovevamo fare di più) e di condizioni climatiche eccezionali. Ma dove abita?
Poi ci sono quelli che accusano e quelli che difendono. Le parti in realtà sono intercambiabili. Squallidamente intercambiabili. Se il sindaco fosse di destra attaccherebbe la sinistra, poiché è di sinistra attacca la destra. Farsa nota e non più divertente.
Ve l'immaginate il politico di turno che salito sul palco e dopo il fervorino iniziale lanci la proposta: “...e per ricominciare abbiamo deciso di ridare spazio alla natura. Che i fiumi ritornino al loro alveo naturale e nelle giuste misure e demoliamo quello che è stato costruito dove non si doveva.”
Gelo in sala.
Per poco.
Poi proteste da quelli che si vedono toccati.
Applausi da quelli che abitano lontano.
Decisione finale: “non lo faremo più.In fondo non pioverà così tutti gli anni.”
By the way il 4 di novembre era una bella data da festeggiare: la fine di un'inutile carneficina.
Oltre 8.500.000 morti e più di 21milioni di feriti.
Ma anche quella tragedia non insegnenò gran che.
Comunque grazie Maurizio Crozza.

2 commenti:

  1. Grande Vicario Imperialeeee

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  2. Purtroppo è proprio come scrivi, ma ho il dubbio che noi siamo come loro, dimentichiamo e quando siamo toccati nel portafoglio ancora di più...

    Bisogna cambiare ogni giorno, prestando la massima cura ai particolari, eliminando qualsiasi compromesso. Difficile!

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