Che i Britanni siano un popolo bizzarro lo scrisse già Giulio Cesare nel De Bello Gallico quando stupiva perché “i Britanni non usano seminare grano ma vivono di carne e di latte e usano vestirsi di pelli ….e tingersi le carni con un’erba detta glasso che ne fa il colore quasi scuro”*
E anche in tempi recenti certo i Britanni non si sono risparmiati altre bizzarrie come la guida a sinistra o pensare che quando c’è nebbia sul canale il continente sia isolato. In più hanno dato vita a band come gli Animals, i Beatles e i Rolling Stones (tra gli altri) senza considerare la minigonna, e la mini Cooper. E tanto per non farsi mancare nulla sono anche monarchici e il loro Primo Ministro (Labour o Tory) tutte le settimane va a trovare la Regina e con una tazza di the in mano riferisce sull’andamento del governo e del Paese. Bizzarri vero?
Mica come da noi dove si urla in testa al Presidente della Repubblica e gli si ricorda che non è stato eletto da popolo.. Da noi sì che si sa come fare.
Però sabato 25 settembre alle 18,53 GMT (che sta per Greenwich Mean Time, tanto per non perdere l’allenamento) alla fine del congresso del Labour Party hanno voluto strafare.
Come noto ha vinto Ed Miliband che ha fatto un discorso** che alle nostre orecchie suona più che bizzarro, più che strano, quasi incomprensibile: ha fatto un discorso politico.
Ha elogiato i suoi fellow candidates , che è come dire i suoi amici co-candidati, non li ha definiti competitors. Li ha citati uno per uno (David, Ed, Diana and Andy) indicandone per ciascuno le doti e le capacità, poi ha aggiunto che con loro costruirà il nuovo gruppo dirigente del nuovo partito. Quindi ha reso omaggio ai predecessori Gordon Brown e Tony Blair ricordandone i meriti ma anche che “noi abbiamo perso le elezioni e noi le abbiamo perse malamente.” Sì avete letto bene, non ha detto “loro hanno perso” ma ha detto “noi abbiamo perso”. Che bizzarria.
Poi, continuando con il noi e quindi facendosi carico anche della storia precedente, ha aggiunto “Io so che abbiamo perso la fiducia ed il contatto con gli elettori, so che abbiamo bisogno di cambiare.” Il tasso di bizzaria cresce in maniera esponenziale. D’altra parte bisogna comprenderli e anche un po’ compatirli: la perfida Albione non è abituata ad avere dei Cicchitto o dei Brunetta. Loro, i Britanni, sono spartani non sono avvezzi a certi lussi.
Quindi Ed - tra noi bizzarri dadaisti ci si chiama per nome - non è andato per farfalle ma ha affrontato direttamente tutti i temi, inclusi quelli del deficit e dei pregiudizi sulla migrazione e della guerra in Iraq e della insicurezza per il futuro e dell’ambiente e della iniqua ripartizione della ricchezza. Ha riconosciuto che non sarà facile. Bizzarro che un leader non ostenti quell’ottimismo di dozzina, come direbbe Giuseppe Giusti*** , che dalle nostre parti si esibisce si spande a piene mani.
Ed (nel senso di Miliband) ha chiuso dicendo che vuole riportare il labour al governo e che il governo deve contrastare (must tackle) le iniquità esistenti nel Paese.
Ora ve lo immaginate voi un D’Alema che vince (e già qui vi sto chiedendo un grande sforzo di immaginazione, forse magari solo al Bingo), ve lo immaginate, dicevo, un D’Alema che vince un congresso e si rivolge ai battuti senza ghignare sardonico sotto quei baffetti che, più che baffi, sembrano frenate di bicicletta? E ve lo immaginate poi, che dica qualcosa non di sinistra – che come insegna il filosofo Massimo Cacciari **** non vale più ragionare secondo queste categorie - ma di chiaro e definito senso? Magari senza che si lanci in astrusi discorsi inanelanti in un unico calderone ceti medi (talvolta detti anche produttivi)-globalizzazione-convergenze-al-centro-poteri forti-popolo-delle-partite-iva-liberalizzazioni-riforme-massoneria-servizi-immigrazione-ecc-ecc.
Eh, lo so. Fate fatica. Ma d’altra parte noi non abbiamo l’animo predisposto alle bizzarrie. Non siamo Britanni.
______________________________
* Giulio Cesare De Bello Gallico, libro V
** su Youtune.com digitare Ed Miliband speech
*** Sant’Ambrogio di Giuseppe Giusti (1809-1850)
**** Otto-e-mezzo – la7 – lunedì 27 settembre 2010.