A poche ore dalla chiusura dei seggi ha commentato i risultati chiosando: «Ringrazio il Cielo per questo risultato». Le parole, magari, non sono proprio precise ma il senso senz’altro sì. Beh, non c’è che dire l’Italia ha una bella fortuna: finalmente un politico che ha un filo diretto con l’aldilà. Anche Berlusconi aveva millantato qualche grado di parentela con il Cielo, ma pochi l’avevano bevuta. Per fare l’unto del Signore ci vuole almeno un certo fisique du rôle e, nel caso, proprio non ci siamo. Certo la vittoria non è stata totale ma d’altra parte per essere la prima volta non è proprio andata male. Ma il fatto certo è che a domanda c’è stata risposta. Immediata. E non è poco. Ad essere nei panni dei commissari europei non c’è da dormir tranquilli. Meglio non mettersi in (troppo) urto con l’irsuto capo della Lega. Chissà che può chiedere Salvini se lo fanno innervosire. Magari anche una semplice infezione all’apparato digerente. Che non è granché, lui è un buono, ma è fastidiosa. E se non si è allenati alla corsa possono essere dei guai.
Ora non resta da fare che un piccolo
ritocco grafico al logo della Lega: aggiungere a Salvini Presidente anche il semplice “Dio lo vuole”. D’altra
parte c’è una certa continuità tra Pietro d’Amiens, meglio noto come Pietro
l’Eremita, che con quel grido infiammò i crociati. Entrambi sono di origine
gallo-celta, entrambi hanno barba e baffi, entrambi non vogliono nulla per se
medesimi ma solo il bene supremo. Poche le differenze: l’Eremita brandiva il
crocifisso mentre il nostro il rosario. L’evolversi dei tempi. Il femminismo ha
fatto passi da gigante anche lassù. Poi i piaceri della carne: con quel che
mangia Salvini in una sera il frate ci campava per un paio di settimane. E
infine “Venere”. Insomma cose di poco conto su cui si può passare sopra. In
fondo avere un rapporto privilegiato consente qualche privilegio.
Eventualmente, giusto per amor di
precisione, la scritta potrebbe essere quella originale che, essendo classica,
va su tutto, fa chic e non impegna: “Deus lo volt”. Che magari in quel di
Pontida e zone limitrofe lo capiscono pure.
Se vincere le elezioni è stata una
bagatella che potrà mai essere sistemare le accise, l’aumento dell’IVA, la
prossima legge di bilancio altre sciocchezze similare. Un nulla. Con in più il
vantaggio di non avere tra i piedi Claudio Borghi e i suoi pipponi sull’euro.