Ciò che possiamo licenziare

martedì 14 marzo 2017

A Flavio Briatore non piacciono i poveri. Ma neanche loro si piacciono tanto.

Non è vero che i poveri non creano lavoro. Gli esempi di Edoardo, Angelo e Leonardo. Sembra un balon d’essai ma le similitudini tra poveri e ricchi sono più d’una. Entrambi vivono di aspirazioni ed elemosine: i primi fuori dalle chiese i secondi dentro le banche. Entrambi non restituiscono quello che hanno avuto. E con un’elemosina l’Agenzia delle Entrate spera di attrarre ricchi-ricchi in Italia



In verità i poveri non si piacciono neanche loro. Su questo punto e su molti altri i poveri sono in perfetto accordo con Flavio Briatore. Sarò questione di pelle, di traspirazione e di aspirazione. Comunque è un dato di fatto che i poveri ai poveri non piacciano.  In compenso ai poveri piacciono i ricchi, come a Briatore, e questa senz’altro è questione di aspirazione. Infatti i poveri comprano i prodotti che pensano possano piacere ai ricchi. Si chiamano prodotti aspirazionali, per l’appunto e mediamente costano poco. Altrimenti i poveri non potrebbero permetterseli. Sapere che dopo cena si scarterà il cioccolatino che si trova anche nelle feste  dell’ambasciatore o nella Rolls-Royce della signora in giallo è un vero sballo. Basta sapersi accontentare e i poveri, di solito, si accontentano di poco e con poco.

Però il Briatore che ha azzeccato la scelta di Schumacher (ammesso e non concesso che l’idea sia stata sua) sbaglia quando dice che i poveri non creano lavoro. Errore colossale. Ci sono stati e ci sono ancora molti poveri che hanno creato e creano lavoro. Ma tanto di quel lavoro che il Renzi Matteo con il suo job act se lo sogna. Tra questi vengono alla mente Edoardo, Angelo e Leonardo, giusto per citarne tre, che di cognome fanno rispettivamente Bianchi, Rizzoli e Del Vecchio. Tutti e tre hanno cominciato senza il becco di un quattrino e già che c’erano si sono presentati ai nastri di partenza pure senza i genitori. Tutti e tre sono stati allevati ed educati in un orfanotrofio in quel di Milano che si chiama i Martinitt. E, all’ombra della madunina, “martinitt” è sinonimo di orfano povero che è ben diverso da povero orfano. Sottolineato questo a beneficio di Flavio Briatore da Cuneo, dove Totò ha fatto il militare per tre anni.

E i tre di cui sopra, da poveri, soldarello dopo soldarello, che vuol dire lavoro generato per sé e per altri hanno costruito grandi imprese. Edoardo Bianchi si è specializzato in biciclette, anche quella di Fausto Coppi era uascita dalla sua fabbrica, e poi pure in moto e auto. Angelo Rizzoli ho costruito un impero editoriale e Leonardo Del Vecchio è, in pratica, il produttore di quasi tutti gli occhiali che stanno sui nasi di mezzo mondo. E magari anche un po’ di più. Quindi il Briatore Flavio ha preso una grossa topica. Succede a tanti e, per dirla con Lucio Dalla «ai troppo furbi e ai cretini di ogni età.» 

Tuttavia a ben pensarci c’è una cosa che i poveri-poveri hanno in comune con i ricchi-ricchi: il bisogno, si potrebbe dire compulsivo che tanto oggi va di moda, di farsi dare il denaro dagli altri. Entrambi, i poveri-poveri e i ricchi-ricchi, vivono in un perenne stato di mendicità. Entrambi chiedono denaro per sopravvivere. I primi, i poveri-poveri, lo fanno, con il cappello in mano e un po’ piagnucolando, fuori dalle chiese o dai supermercati che a modo loro sono chiese anch’essi, mentre i secondi piagnucolano solo qualche volta, più spesso sono arroganti e lo fanno dentro le segrete stanze delle banche. I primi ricevono denaro da degli sconosciuti i secondi invece da degli amici. Un’altra caratteristica che hanno in comune i poveri-poveri e i ricchi-ricchi che mendicano è che non restituiscono i soldi avuti. Per i primi ci sta, l’elemosina non va restituita, mentre per i secondi ce lo si aspetterebbe perché quello che loro considerano elemosina in realtà si chiama prestito e, almeno in teoria, deve essere restituito e pure con gli interessi.  

Al Briatore questa fregola di dar addosso, più del solito,  ai poveri è venuta quando ha saputo come Governo ed Agenzia delle Entrate intendono invogliare i ricchi-ricchi a trasferire la loro residenza nello Stivale: far pagare loro un importo fisso sui redditi generati all’estero di centomila euro e di venticinque mila per ogni membro della famiglia a prescindere dall’ammontare dei ricavi. In altre parole se si trattasse della famiglia Obama, quattro persone, spenderebbero solo, si fa per dire, centosettantacinquemila euro. Il sistema è attivo in Gran Bretagna, Malta, Spagna e Portogallo e sembra funzionare.

Quando la notizia si è propalata pare che qualcuno, a sinistra, abbia storto il naso e allora san Briatore si è scatenato in difesa degli indifesi ricchi-ricchi. Una tempesta in una tazza da tè direbbero gli ex europei britannici. Anche perché il target che si è posto il governo è di un migliaio di famiglie che, a orecchio, potrebbero portare nelle casse statali un paio di centinaio di milioni, Non da buttar via ma neanche così tanti da risistemare il disastrato debito pubblico. Senza contare che per il ricco-ricco straniero pagare poche tasse è certamente condizione necessaria, ma senz’altro non sufficiente per mettere mano ad un trasloco. In genere, pare voglia anche infrastrutture, magari efficienti, facilità di comunicazioni, poca burocrazia, scarsa corruzione, veloce soluzione dei contenziosi, etc, etc. Chimere nel Belpaese, che se ci fossero e funzionassero sai quanti poveri si metterebbero a generare lavoro.

19 commenti:

  1. Lo dice uno condannato che scappò per non essere arrestato e che tornò solo dopo una delle tante amnistie italiane.

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  2. Mincome (Canada), Speenhamland (UK); Haraah's Cherokee (North Carolina, USA) alcuni esempi su larga scala di esperimenti che confermano solo una cosa, la povertà non è la conseguenza, ma la causa dei problemi! Togliendola con un reddito di cittadinanza spariscono!

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  3. TRICA che vene pesante

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  4. Ma vai in quel posto

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  5. può avere tutti i soldi e il potere di questo mondo, MA RESTERA' SEMPRE UN VISCIDO STRISCIANTE.

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  6. Trascorsi.poco limpidi ..e si crede giusto..poverino se non era ricco col c...o che la Gregoracci lo pigliava..

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  7. non è una novità è pura verità i poveri non piacciono ! i poveri servono soprattutto a voi che siete la feccia dell'umanità !

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  8. Lui proprio deve ringraziare i poveri, lo hanno fatto arricchire e li ha molto sfruttati lavorando per lui e per le persone come e peggio di lui.

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  9. Lui non piace a nessuno anzi fa schifo a tutti

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    1. Povero illuso ,"il tribula" piace a molti che anzi lo hanno preso da tempo ad esempio.Ecco perchè l'italia sta finendo sempre più nel cesso...


      Bezuchov

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  10. ... ha perso una buona occasione per tacere ...

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  11. Grande lotàaaaaaa

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  12. E' ingrassato , si vede che la Gregoracci lo tratta bene hahahahahahahah

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  13. A noi non piacciono gli sbruffoni come te. ORO PIRLA.

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  14. Mi vergogno x lui che se e' diventato quello che e' lavorativamente parlando nella sua cittadina d'origine li ricordano come un arrogante che a sempre usato mezzi poco limpidi

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    1. In un paese civile e dove vige la legalità uno come Briatore era in galera da 40 anni . Nel paese degli Italioti ,invece, per molti è un esempio da copiare .

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  15. Caro Briatore, devi avere il buongusto di stare zitto. I soldi pesanti con l'onesto lavoro non si possono fare devi essere spregiudicato e giocatore di borsa, con politici e banche amiche che reggono il gioco sul filo della legalità. Si dovrebbe vergognare e non provocare la gente onesta che tira avanti decorosamente.

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