Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 14 settembre 2016

Italicum: arriva il 7° cavalleggeri e ha la faccia dell’ambasciatore John Philips.

Brutta mossa quella di Renzi di chiamare in aiuto gli yankee, dimostra debolezza. Una lettura patafisica: l’ambasciatore John Philips nei panni del 7° cavalleggeri. Il 7° di solito arriva quando la situazione è disperata. E non sempre ce la fa. Se si vedrà apparire all’orizzonte anche la sesta flotta americana del Pacifico e mobilitarsi i paracadutisti della RAF sarà un bel segnale per il NO.

Renzi con John Philips il moderno 7° cavalleggeri US
Lo si deve ammettere con laicità e al di fuori di ogni disputa ideologica: Renzi Matteo è un grande. Il suo obbiettivo è di tenere gli italici allegri e divertiti e quando non ci riesce in diretta lo fa per interposta persona. Questa volta si è avvalso della collaborazione dell’ambasciatore Usa in Italia: John Philips. Una lettura patafisica del biglietto da visita del diplomatico dice che: di patronimico fa Philips come dire la lampadina della grande idea che si accende in testa ai geni e di nome fa John che riecheggia quello del mitico Ford, il regista maestro nell’arte di «arrivano i nostri».  Ed è proprio l’impressione da «arrivano i nostri», che diverte e intenerisce i cuori e fa andare indietro nel tempo negli anni ’50 e ‘60. Era da tanto che non la si vedeva. Le parole di John Philips riportano alla mente gli squilli della tromba del 7° cavalleggeri quando suonava la carica come in tanti vecchi cari film western

Come non ricordarli. Era la scena clou del finale: i buoni stanno soccombendo e giusto all’ultimo quando oramai li si dava per spacciati ecco gli squilli della tromba che suona in lontananza la carica e poi subito dopo sbucare da dietro la collina le giubbe plu, o se si vuole la versione indiana: i lunghi coltelli. E poi in quegli anni c’era anche  la tv dei ragazzi con la serie di Rintintin. Il protagonista, oltre al cane Rintintin, era il caporale Rusty, vaga rassomiglianza con il boyscout Renzi, entrambi paffutelli ed entrambi con la disperata voglia di cacciarsi in qualche guaio.  Solo che Rusty avendo letto il copione sapeva che sarebbe stato salvato. Renzi invece non sa proprio come andrà a finire. E questo fa divertiti gli italici.

Ecco, a uno yankee, puro wasp, come John Philips non sarà parso vero di correre in soccorso del piccolo caporale Renzi-Rusty. Attenzione però: gli yankee hanno amicizie mutevoli: prima si son detti amici di Berlusconi e poi di Montri e poi di Letta. Quindi meglio meditare. Che poi a stretto giro sia entrata in scena anche un’agenzia di rating, una sorta di Rintintin, non butta propriamente bene per il simil fiorentino. E questo sembra proprio il metamessaggio che l’ambasciatore e l’agenzia di rating stanno mandando con i loro interventi in stile guerra fredda. Quelli del governo devono proprio aver letto dei sondaggi ben poco rassicuranti se hanno sentito la necessità di pietire l’aiuto degli yankee. Se le intenzioni di voto vedessero in modo inequivoco la predominanza dei favorevoli alla proposta governativa non ci sarebbe bisogno di incomodare i nipotini del 7° cavalleggeri. È ovvio. 

E poi, dicendola tutta, viene un po’ da ridere a pensare Pierluigi Bersani nel ruolo del capo cattivo dei sioux. Fosse un pellerossa il Bersani farebbe la parte del sioux buono se non addirittura  quella dello scout (guida indiana) come ha fatto durante gli anni di permanenza al ministero dell’industria. Con D’Alema Massimo sarebbe già un po’ diverso. Lui più che nei panni dei nativi, non abbastanza di classe, è pù facile vederlo nel bianco che gli vende le armi. Comunque entrambi innocui per i futuri rapporti con gli yankee. In ogni caso dopo l’intervento del Presidente Mattarella quest’ultima carica del 7° cavalleggeri e l’abbaiare del cane da guardia hanno fatto cilecca. Cioè quella dell’ambasciatore, o di chi per lui, non è stata un’idea luminosa.Ora non resta che attendere: se all’orizzonte si vedrà comparire la sesta flotta americana del Pacifrico e si saprà della mobilitazione dei paracadutisti della Raf sarà un bel segnale per quelli del NO vortrà dire che Renzi e i suoi amici saranno proprio disperati. E allora una bella parte di italici se la riderà alla grande ringraziando Renzi per l’ennesima occasione di buon umore.




8 commenti:

  1. Ma poi smentiscono o dicono che sono stati travisati!

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  2. gli yankee si fanno gli affari loro. Se devono investire in un Paese malgestito, inefficiente e indolente, prima vogliono che questo Paese dimostri un pò di volontà di cambiamento, altrimenti ciccia. Obama non è forse intervenuto sulla Brexit, come tutti gli altri leader europei? Non viviamo in un mondo a 5 stelle, cioè un mondo in cui ogni paese è isolato dagli altri, autarchico e autistico. Le implicazioni economiche del no sarebbero tali da far decidere per il pollice verso agli investimenti. L'ambasciatore non ha ingerito, ci ha avvertito.

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  3. chissà se il'ambasciatore Us asi è reso conto che il risultato del si darebeb all'Italia un sistema parlamentare ancor più distante da quell oUs ada quanto non lo sera con le vecchie norme; misa tanto che pur di appoggiare Renzi inviterebero a votare contro anche ad un progetto costituzionale fotocopia di quello Usa. , sol ose non proposto dall'attuale cattivo governo.

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  4. Marco Fernando Capodaglio15 settembre 2016 alle ore 11:10

    Quando De Gaulle durante una missione in Canada appoggio' il movimento indipendentista del Quebec (la secessione non è illegale in Canada ) dovette interrompere la missione e tornare a Parigi. Esiste un principio di non interferenza per il quale è stato giustamente criticato l'intervento antibrexit di Obama, che secondo alcuni ha aiutato il risultato finale. Speriamo !

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  5. ma io vi chiedo: cosa pensate che accadrà dopo il no, a parte il totale caos politico? Perchè siete contro una riforma che, non sarà la migliore possibile, rende il parlamento più veloce (nell'iter legislativo) elimina il rimpallo di emendamenti tra camera e senato comprimendo il numero di emendamenti di spesa e mette fine al governo per decreti? Sperate in Grillo? Ci salverà Grillo? O Salvini? O Parisi, che non si capisce se sia o no il capo di FI, figuriamoci del cdx?

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  6. Marco Fernando Capodaglio15 settembre 2016 alle ore 11:12

    Claudio se tu avessi la buona abitudine di leggere le discussioni in cui intervieni vedresti che su questa pagina chi si oppone a quella riforma ritiene che tale riforma non migliora gli itere parlamentari perchè amplia enormente le possibilità di ricorsi su questioni procedurale ( competenza fra camera e senato) e che comunque la navetta fra camera e senato era un problema minore sulla qualità legislativa . Sul caos post referendum, ammesso e nonconcesso che Renzi si dimetta, ti ricordo che in Francia quando De Gaulle perse il referendum su SDenato e Regioni (ma guarda) non ci fu nessun caos anche se sostituire De Gaulle era certo un pò più impegnativo che sostituire Renzi e la leadership del moviemnto gollista passò a Pompidou . Ad ogni modo non bisogna votare ne per renzi ne contro renzi , ma se siamo convinti che gli aspetti positivi della riforma revalgono sui negativi o ppure il contrario . Trovo ridicolo che ci sia gente che si spella le mani quando Renzi dice "Vogliamo che questa campagna referendaria sia la più pacata e tranquilla possibile". e poi usa come argomento l' apocalisse

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  7. come fai a dire che aumenta il contenzioso? Hai la sfera di cristallo? E se anche fosse? Si creerà una giurisprudenza, dopo un periodo di rodaggio e bene così. Gli iter parlamentari non saranno velocizzati ( se migliorati o no dipende dalla qualità delle leggi, cosa che non si può decidere per legge)? Su tutta una serie di argomenti deciderà una camera sola, come è possibile che non si velocizzeranno (età media di un iter oggi è, mi pare, 2 anni). QUel che fece De Gaulle è irrilevante. La storia non si ripete, e serve a spiegare il presente non a prevedere il futuro. Se Renzi di dimette come lo si fa un nuovo governo? Per cosa? Si va ad elezioni? Con quale legge elettorale? Mah..

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  8. Marco Fernando Capodaglio15 settembre 2016 alle ore 11:43

    Ho la sfera di cristallo esattamente come coloro che dicono che si velocizzerà. Già ora il 80% delle leggi passa con un solo passaggio a camera e senato ( come avverrà nel caso di approvazione della riforma , il cambiamento caso mai c'è dopo un eventiale approvazione difforme del senato, le leggi di appliacazione delle normative comunitarie contineranno ad essere da bicamerilismo perfetto) . Prima che lo dica tu quell' 80% non è indotto dai voti di fiducia , che riguarda solo il 25% delle leggi approvate . Le fonti sono tutte nella discussione aperta da un altro amico, dammi il tempo per trovarle . I conflitti di competenza fra le le camere sono preconizzati dalla riforme stessa che prevede un improbabile accordo fra i due presidenti , la stessa Boschi nel confronto con Zagrebesky ha ammesso che è un meccanismo difettoso. Vedo che hai molte granitiche certezze e decidi consa è irrilevante e cosa no . Pazienza

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