Ciò che possiamo licenziare

martedì 20 settembre 2016

Da oggi finalmente avremo La Verità. Grazie a Maurizio Belpietro.

Per il 20 settembre ci bastava Porta Pia ma Belpietro ha voluto strafare. La prima volta de La Verità fu nel 1936 ad opera di Nicola Bombacci. Senz’altro sarà un caso. I principi di riferimento sono quelli del New York Times, con la speranza che là non lo sappiano. Si definisce indipendente, ma indipendente da chi?

maurizio Belpietro fondatore e direttore de La Verità
La data di oggi, 20 settembre, passerà alla storia. Qualcuno penserà che il 20 settembre nella storia c’è già da un pezzo e non solo. A questa meravigliosa data oltre che innumerevoli righe sui libri di storia delle medie e dei licei, prima del regno e poi della Repubblica, sono già state dedicate, vie, corsi, viali e pure piazze. Ma di queste ultime meno perché in concorrenza con Garibaldi che essendo biondo, barbuto nonché rosso camiciato e capace di montare a cavallo se ne è accaparrate di più: avere le phisique  soprattutto quand’è phisique du role ha la sua bella importanza e fa la differenza. 

Comunque, per tornare sul punto della data la breccia di Porta Pia e la conseguente unificazione dell’Italia da oggi in avanti sarà nulla al confronto dell’epocale evento: avere la verità. A dire che finalmente ci sarà la verità a portata di mano viene un po’ di panico. Ma come? la si sta cercando da millanta anni senza mai trovarla e adesso, con un battito di ciglia ce la si trova lì, a portata di mano. Ma come? la verità, la tanto agognata verità su cui si sono macerate le menti più eccelse dell’umanità e che nessun libro sapienziale è mai riuscito a disvelare adesso la si serve così, agli angoli delle strade e quasi a costo zero? Ebbene sì, da oggi la verità la si potrà avere spendendo un solo eurino e a quasi ogni angolo di strada, purché ci sia un edicola. Di questo ringrazieranno imperituramente le prossime generazioni l’autonominatosi dispensatore: un nome,una marca, una garanzia: Maurizio Belpietro. Proprio lui il canuto e mascelluto, per non dire prognatuto, ex direttore di Libero, de Il Giornale, di Panorama e del Tempo. Giusto per non perderne i riferimenti culturali e politici..

Ovviamente La Verità si definisce quotidiano indipendente. Indipendente da chi? Ma tant’è, il Belpietro Maurizio la sua indipendenza, quand’era al servizio di Berlusconi Silvio, l’ha dimostrata ad abundantiam . Oddio, qualche volta un po’ boccalone lo è stato, come quando si beveva tutte le panzane sulla nipote di Mubarak et similia, ma d’altra parte nessuno è perfetto. Ora pensa di rimediare dichiarando di avere come riferimento The New York Times. Si spera solo che i newyorkesi non lo vengano a sapere: non sarebbe bello sentire le loro risate che quelle della Merkel e Sarkozy al confronto parranno buoniste.

Bizzarro che come testata si sia scelta La Verità che non è propriamente di primo pelo e con qualche spiacevole ricordo sule spalle. L’invenzione di questa, nel 1936, fu opera di Nicola Bombacci già socialista massimalista romagnolo, poi esponente del Partito Comunista d’Italia per approdare nel Partito Fascista Repubblicano e finire a Dongo. Il Bombacci, un nome che è già di suo un programma, aveva come riferimento internazionale la Pravda che, per l’appunto vuol dire verità. Altro che il New York Times. Le origini quindi sono per così dire scarsamente indipendenti. Però, chissà, magari, un domani ci potranno essere evoluzioni e cambiamenti. A suo onore, la certezza di avere la verità in tasca il Belpietro Maurizio pare non avercela proprio tutta tutta se un po’ annacqua il tronfio titolo con un più dubbioso «Quid est veritas? » Già:« che cosa è la verità?» 

E così l’area di centro destra oltre ai già indipendenti il Giornale, Libero e il Foglio potrà contare anche su questa quarta gamba. Evidentemente da quelle parti si crede ciecamente nel marketing se si arriva a segmentare l’elettore di centro-destra in ben quattro aree. Quella coperta da Belpietro sarà senz’altro la più dura (viene difficile definirla anche  “pura”) e virulenta. Ora non resterà che attenderne la durata. Tutto dipenderà dalla capacità di attrarre lettori, anche se la storia insegna che i più sfegatati hanno poca dimestichezza con l’abecedario, e dalle disponibilità dei soci: per quanto tempo e per quanto ammontare avranno voglia di perdere il loro denaro. Comunque un nuovo quotidiano, saranno contenti quelli di Prima Pagina, non se ne sentiva la mancanza al contrario di quel che pensa il Belpietro Maurizio ma d’altra parte questo è un Paese che un sigaro e la direzione di un quotidiano non la nega a nessuno.

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