Ciò che possiamo licenziare

lunedì 15 agosto 2016

Spigolature di ferragosto 2016

Nulla di nuovo sotto il sole. Si conferma che le banche fallite prestavano soldi  solo a chi li aveva, come a prezzemolino Denis Verdini. Si riparla di Costituzione  e di date per il referendum: Renzi e Boschi impazzano.. Ma anche di migranti che a Capalbio li accettano ma solo se lavorano: la geniale idea di Chicco Testa.

Elena Boschi e Chicco Testa ridono. Che avranno mai da ridere
In questa prima metà d'agosto nulla di nuovo sotto un sol leone inopinatamente bagnato da acquazzoni fuori stagione. Questa è l'unica novità. per resto solita robetta da italietta.

Banche decotte.
Racconta un vecchio detto che per far fallire una banca e una assicurazione bisogna essere incapaci o inetti. Dimenticava l’autore della massima di aggiungere che bisognava avere anche molti amici. Come ti sbagli. È il caso, tra le altre, di Veneto Banca che prestava vagonate di milioni a chi, in teoria neanche ne aveva bisogno e che, comunque, sembra non abbia restituito. Almeno per tempo. Nell’elenco dei clienti cosiddetti affidabili, ma in realtà incagliati, si notano i nomi di Francesco Caltagirone Bellavista, già arrestato nel 2013 per il crac del porticciolo turistico di Fiumicino, deve solo 50 milioni.  Nel club del crac ci sta anche Vittorio Casale, anche lui arrestato per il fallimento dell’hotel Dolomiti, ha avuto crediti per 78 milioni. Poi, per non farsi mancar nulla, tra ecco la crème industriale e politica: Giuseppe Stefanel, Gianfranco Zoppas, Marco De Benedetti, Giancarlo Galan che lì era di casa e nientepopodimenoche prezzemolino Denis Verdini. Alleluja brava gente.

Referendum Costituzione 1
«Chi vota No al referendum non rispetta il lavoro del Parlamento» dice Maria Elena Boschi. Il che è come dire che il Parlamento è infallibile e bisogna essere d’accordo a prescindere. Nel ’68 si voleva la fantasia al potere adesso la si ha. Magari con più fantasia la ministra avrebbe potuto dire e non è detto che non lo dirà che chi vota No al referendum «non è figlio di Maria non è figlio di Gesù e quando muore va laggiù, laggiù da quell’ometto chiamato diavoletto»

Referendum Costituzione 2
Sul definire la data del referendum Matteo Renzi dice che non c’è fretta. Anzi aggiunge che a fare un sondaggio sulla riviera romagnola si scoprirebbe che la questione per nessuno è una priorità. Poi con volo pindarico dice che cambiare la Carta è fondamentale e che lo si aspetta da millanta anni. Se è vera la seconda tutti dovrebbero essere interessati alla data del referendum. Se è vera la prima il cambiamento della Carta non è una priorità. È solo questione di logica. Ad averla.

Referendum Costituzione 3
Matteo Orfini dice che sta girando l’Italia per spiegare la nuova Costituzione e che «quando si entra nel merito tutti capiscono che la vittoria del sì rafforzerebbe il Paese.» Sarà. Viene il dubbio che non parli mai del nuovo articolo 70. Leggendo le sue dichiarazioni si capisce cosa intendeva Lenin quando parlava degli utili idioti.

Referendum Costituzione 4
Art. 70 vecchia maniera: «La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.»
Art. 70 nuovo corso La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all'articolo 71, per le leggi che determinano l'ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore di cui all'articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all'esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata. L'esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all'articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti. I disegni di legge di cui all'articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. I Presidenti delle Camere decidono, d'intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati».
E adesso alzi la mano chi, entrando nel merito, l’ha capito.

Migrati a Capalbio 1
Scandalo degli scandali ben cinquanta, diconsi cinquanta, migranti verranno mandati a Capalbio. L’allegra cittadina ha quattromila abitanti quindi i cinquanta inciderebbero nella misura del 1,25%. Una enormità. Il sindaco Pd e renzianissimo protesta veementemente: «È un complotto». Come al solito.  

Migrati a Capalbio 2
Protesta, ma con più classe, il principe Caracciolo:« Anche cinquanta migranti possono essere molti in un paese che ha come prima economia un turismo di qualità» E, si potrebbe aggiungere, anche di molti arrampicatori sociali, apparatiniki e personaggi senza arte né parte che devono la loro agiatezza solo alla politica. Facile essere ecologisti e democratici come il Caracciolo quando si tratta di difendere la proprietà dalle autostrade e dai palazzinari altro è quando si parla di accoglienza. Not in my lawn.

Migrati a Capalbio 3

Sul tema non poteva non intervenire Chicco Testa, ex aspirante ministro, che peraltro a Capalbio neanche ci abita. Il Testa Chicco ha una ricetta rivoluzionaria: «Devono lavorare e non bighellonare» Come non averci pensato prima. Visto che in Italia i disoccupati si contano sulle dita di una mano e le aziende fanno fatica a trovare dirigenti, impiegati ed operai.  E infatti i guardacoste della marina vanno a prendere i migranti in mezzo al mediterraneo solo per poterli impiegare in qualche lavoro. L’intervista al Testa  forse è stata fatta in tarda serata, prima che andasse a coricarsi ma magari dopo la canna serale. Come da sua dichiarazione a Un giorno da pecora. E poi molti gli domandano perché si chiami Chicco.

3 commenti:

  1. Così avete la servitù gratis..in più il malloppo che vi prendete da questi disgraziati..

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  2. Eh, essi ci hanno da ridere sì

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