Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 15 giugno 2016

Un D’Alema a cinque stelle appoggerà Virginia Raggi.

La solita manfrina: far circolare un’indiscrezione per poi smentirla. Seguirà intervista in un salotto della televisione, magari dalla Gruber, e poi intervista al Corriere. Il direttorio M5S molto preoccupato l’appoggio di D’Alema una iattura. Virginia  Raggi non sa più che ferro toccare. Giachetti adesso è favorito.

Massimo D'Alema indica cinque. Voterà M5S e Virginia Raggi?
Lo schema è sempre il solito, ormai ampiamente collaudato, il lìder Massimo, quello più intelligente di tutti, come diceva Cossiga che poi ghignava alla grande, segue il metodo hegeliano: confidenza, notizia, smentita. Poi quasi certamente si aggiungerà l’intervista in un salotto televisivo, rigorosamente senza contraddittorio, Magari a OttoeMezzo e l’intervista al Corrierone. Qualche volta si aggiunge anche la minaccia di querela, giusto per dimostrare nei fatti, di poter superare il metodo impostato da Federico Hegel che di step ne aveva solo tre.

Nel caso odierno la vulgata suona così: un collaboratore, rigorosamente anonimo, bisbiglia ad un giornalista di la Repubblica che il D’Alema Massimo, di cui si erano senza rimpianto alcuno perse le tracce da diversi mesi, ha confidato ai “suoi” l’intenzione di appoggiare al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Roma, nientepopodimeno che Virginia Raggi, la candidata del M5S. Noterelle a margine: è emblematico l’uso del sofisticato verbo “confidare” anziché quello più prosaico di “dire”. Certo che confidare dà quella patina un po’ complottista e truschina che fa tanto trame oscure e misteri di cui si pensa debba essere fatta la politica. E a D’Alema, come scrisse l’ambasciatore Romano questo piace da impazzire. E poi a chi avrà mai confidato? “Ai suoi”, ovviamente, dice sempre la vulgata. Ma gliene sono rimasti ancora di “suoi”?  A occhio e croce, ammesso e non concesso, devono essere proprio pochini, pochini visti i molti saltaquaglisti che ha allevato nel corso dei decenni e che sono passati in un batter d’ali da dalemiani doc a renziani doc.  Dove la costante è doc. Basta dare un’occhiata ai nuovi portavoce di Renzi, fedelissimi, per farsene un’idea. 

Naturalmente il giornale pubblica. D’altra parte i giornali sono stati inventati proprio per questo. Dopo i primi turbamenti in campo dem ecco arrivare puntuale la smentita da parte della portavoce dalemiana, una delle fedelissime rimaste. E così si conclude anche il terzo momento hegeliano Ad ora, ma non è passato tempo a sufficienza, non c’è ancora salotto e intervista sul quotidiano. Ma c’è tempo. E neppure c’è ancora la minaccia di querela ma questo deve essere dovuto probabilmente ad un appannamento dei riflessi, gli anni passano per tutti e non c’è più la reattività dei bei tempi. Quando ogni minchionata veniva immediatamente doppiata da un’altra. Magari pure più grossa. 

Immediatamente si sparge il panico. Dove? Ma tra i cinque stelle, questo è ovvio. Chi mai sarebbe così pazzo da farsi appoggiare da chi non ne ha mai azzeccata una? E l’elenco è lunghissimo, magari, per comodità di memoria, si può far riferimento anche solo alle passate amministrative: tutti i suoi candidati alle primarie furono strabattuti: a partire da Milano in giù. Senza contare di quando, con la consueta umiltà, affermò che da sempre veniva eletto a segretario del Pd il suo candidato. Appunto. Si è visto come è andata a finire. Con il nuovo segretario, Renzi, che gli ha dimostrato come il posto da lui occupato non fosse quello di capotavola ma di uno qualsiasi e neppure tanto gradito. Comunque da fine stratega il D’Alema, credendo di aver qualcosa da scambiare, ha cercato anche un accordo con il nuovo che avanzava, dicono. Basta guerriglie in cambio del posto di mister. PESC. Renzi fece finta, si prestò a presentargli un libro e per quell’incarico  nominò Federica Mogherini. Cvd, come volevasi dimostrare. 

Di poscia il D’Alema Massimo, con l’aria della zia zitella, che gli vien tanto bene, rilasciò ancora qualche intervista per dire che il suo interesse oramai era solo per le grandi questioni internazionali e tutti tirarono un sospiro di sollievo. Poi all’improvviso ti apostrofa Renzi come arrogante, che lui di arroganza se ne intende, quindi si mette a confidare ai collaboratori il suo interesse per Tor Bella Monaca. Comunque da che si è sparsa la notizia Virginia Raggi è disperata e non sa più che ferri toccare. I ballottaggi sono una lotteria, ma aver dalla propria il D’Alema vuol dire partire con l’handicap. Neanche fosse un torneo di golf. In ogni caso i suoi ex compagni dell’ex Pci che sono stati allevati a feste del l’Unità e stalinismo, come Matteo Orfini,  l’hanno ben impacchettato. Preso atto della smentita l’hanno invitato (eufemismo) a fare volantinaggio pro Giachetti ad un banchetto. Si vede proprio che a quelli del Pd Roma non interessa. 
Però per volantinare bisogna essere svegli e anche un po' psicologi. Chissà se D’Alema ce la fa.

12 commenti:

  1. Giachetti ha votato a favore della riforma Fornero? Dai che riequilibro le sorti.

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    1. quando, nel periodo in cui la raggi lavorava con Previti?

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    2. Far pratica forense è lavorare? Qui c'è qualcuno che il voto alla Fornero lo ha dato per davvero quando lavorava per noi. Fra la destra di Previti, quella di D'Alema, quella della Fornero, quella di Giachetti e quella della Raggi, dopo aver provato tutte le altre che hanno governato, non resta che affidarsi con speranza a quella nuova della Raggi, che non ha ancora fatto del male a nessuno e che anzi potrebbe far bene. La speranza è con lei.

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    3. Marco Fernando Capodaglio16 giugno 2016 alle ore 12:22

      Tutto il PD ha votato per la Fornero, giustificandosi con l'estrema necessità di reperire urgentemente delle risorse. Un po' come la tassa sull'Europa di Prodi nel 1996. Allora però il centro sinistra un minimo di rispetto per le proprie idee ce l'aveva , e restituì parte del maltolto , ora questo governo pensa di "risarcire" qualcuna delle vittime di quella urgenza facendo fare loro un mutuo a loro spese :( Comunque o è una montatura come dice D'Alema e si è rivelata un boomerang , oppure è tutto all'interno della macchinazione descritta da Castruccio (io propendo per quest'ultima ipotesi) e allora il cancan scatenato dalla propaganda Renziana ha ulteriormente agevolato detta macchinazione. In definitiva comunque sia in questo caso D'Alema Renziani 1 a 0, ma anche teatrino della politica Italia 2 a 0. :(

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    4. Per una volta che mi era sembrato coerente mi ha subito fatto ricredere.

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  2. questa è concorenza sleale...

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  3. Cari concittadini italiani l'Italia sta per intraprendere una via del non ritorno alla democrazia e alla libertà, smantellando lo stato sociale ed economico.I nostri governanti hanno fatto accordi con delle multinazionali lobbistiche, che tramite le quali intendono far regredire la democrazia e la sicurezza sociale del popolo. Noi dobbiamo reagire. Per evitare che Renzi presidente porti a termine il suo progetto noi per tutelarci dobbiamo andare a votare in maniera massiccia per sconfiggere la sua prepotenza e dire basta alle sue bugie.
    Al REFERENDUM DI OTTOBRE DEI VOTARE NO E FAR VOTARE NO SE NE VA LA TUA LIBERTA' E LA TUA DIGNITA'
    "Aggiustamenti nell'area Euro" reso pubblico il 28 maggio 2013 dalla Banca J. P. Morgan. Questa grande banca d'affari americana, sotto accusa per tutte le speculazioni finanziarie che hanno alimentato la grande crisi a partire dal 2007, ha sentito il bisogno di far conoscere la sua opinione sulle questioni istituzionali. Non inganni infatti il titolo sottotono, siamo qui di fronte ad un testo politico sull'Italia, che i banchieri presentano come frutto di una stringente necessità economica, come del resto fanno sempre quando rivendicano qualcosa Il documento Morgan parte dalla constatazione che le "riforme" economiche liberiste non hanno sortito particolari effetti positivi nei paesi ai quali sono state applicate. Si riferisce ai PIGS, acronimo che individua Portogallo, Italia, Grecia, Spagna. La Banca Morgan non può usare questo termine, che in inglese significa porci, e quindi usa la definizione: paesi periferici. Questi paesi hanno tutti reagito male alle "riforme". La loro economia va sempre peggio, ma secondo la banca la causa non sta nelle riforme stesse, ma nei sistemi politici di quei paesi. Che, recita il documento, sono governati da costituzioni antifasciste, figlie della fine della seconda guerra mondiale e per questo condizionate dal peso eccessivo che allora avevano le forze di sinistra, socialiste e comuniste. Questo peso ha squilibrato le costituzioni a favore dei parlamenti e del pubblico, dei diritti del lavoro, degli enti locali e più in generale di ogni forza particolare o locale. Per questa ragione in questi paesi, conclude la banca, le riforme vengono respinte o attenuate al punto da non renderle efficaci. La riforma istituzionale e politica deve quindi precedere la riforma economica, se si vuole che questa abbia successo. Che queste conclusioni riguardino prima di tutto l'Italia è evidente. Per quanto sicuramente i banchieri speculativi americani non siano pozzi di cultura, non possono ignorare che il solo paese con una costituzione sociale promulgata dopo la guerra è l'Italia, mentre tutti gli altri paesi periferici sono usciti dal fascismo alla fine degli anni 70 del secolo scorso. Certo anche la Germania si è data una costituzione antifascista dopo il 1945, ma non credo proprio che la Banca J. P. Morgan si sia riferita a quel paese: è di noi che la banca parla quando chiede la revisione autoritaria della Costituzione

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  4. Marco Fernando Capodaglio16 giugno 2016 alle ore 20:01

    Certo che se una delle giornaliste più Renziani d'italia per attaccare D'Alema deve ricorrere a questi argomenti ... Mi aspetto che la prossima volta Favia o Rondolino diranno che Civati e Fassina fanno le puzze in ascensore http://www.la7.it/.../meli-dalema-non-raccoglie-i-bisogni...

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  5. con un cadidato come quello scelto da renzi anche i 5s sono meglio

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