Ciò che possiamo licenziare

sabato 7 maggio 2016

Le chicche della prima settimana di maggio.

Il mese di maggio parte male. In solo sei giorni: un’accusa per turbativa d’asta, un aspirante sindaco, il nipote di un partigiano, che si fa sponsorizzare dalla nipote di Mussolini e definisce Francesco Storace come fasciste de core. Poi il segretario del Pd sardo condannato per evasione fiscale. Ma anche aprile non si era chiuso bene.

Maggio è il mese delle rose che, come noto, hanno anche delle spine. Il primo giorno di maggio è la festa del lavoro e anche il lavoro, come noto, ha delle spine. La prima settimana del mese ha deciso di attenersi alla regola e quindi giù spine a più non posso.

La settimana è cominciata con tale Simone Uggetti, personaggio poco noto alla gran parte degli italiani che l’hanno scoperto sindaco di Lodi e, già che c’era, anche incarcerato con l’accusa di turbativa d’asta e di cancellazione di prove. A ben vedere non è una novità che casi del genere capitino. Il divertente è che due suoi mentori si sono subito dichiarati stupiti per le accuse e hanno subito lanciato rose: Pierluigi Bersani «che Uggetti abbia fatto cose sporche non ci credo». Mentre Lorenzo Guerini, ex sindaco di Lodi ha aggiunto:«Uggetti persona limpida.» Le spine si sono concretizzate quando in contemporanea Uggetti confessava. Aggiungendo che aveva fatto tutto per il bene della città. Come turbare un’asta e poi tentare di cancellarne le prove sia nell’interesse della città è un mistero.

Così come è un mistero il fatto che il Presidente del Consiglio cominci a parlare in romanesco. Infatti a chi ventilava l’ipotesi che si tratti di un complotto della magistratura, in questo supportato da tale Giuseppe Fanfani, ha risposto: «complotto de che.» Mentre un’altra volta si è lanciato in un «daje» che era lo slogan di Ignazio Marino. Prima o poi qualcuno riuscirà a tirarlo fuori da questo stato confusionale. Magari ad ottobre e allora saranno rose.

Chi non può aspettare ottobre è Alfio Marchini, nipote di un partigiano con il bernoccolo della calce che ha palazzinato mezza Roma. Anche lui di nome faceva Alfio ma aveva le idee chiare in fatto di politica al contrario del nipote che dopo aver decretato la fine di destra e sinistra si fa appoggiare dalla nipote di Mussolini e definisce Storace «fascista de core» che se avesse incontrato Roberto Farinacci chissà che gli avrebbe detto. Un po’ però qualcosa nelle in marcescibili convinzioni del giovane Alfio deve scricchiolare se quando si lancia nelle affermazioni più impegnative zagaia (tartaglia). Evidentemente anche il pudore ha un suo limite.

Limite ormai ben travalicato dai verdiniani che stanno al governo facendo finta di non esseri.  E infatti tale Ciro Falanga di Ala (i verdiniani) ha partecipato ad una riunione sul tema delle prescrizioni al Ministero di Giustizia. Lui il Falanga ha dichiarato: «C’ero, ma fuori dalla porta.» Conferma Luigi Zanda, capogruppo del Pd al Senato, mentre un altro Senatore del Pd, Casson ha dichiarato: «Certo che c’era, era seduto accanto a me.» Come dire esserci o non esserci, al confronto il dubbio di Amleto è un indovinello da bambini.

Non sono storie da bambini quelle che vedono Renato Soru, ex Presidente della Regione Sardegna nonché segretario regionale del Pd, nonché deputato europeo (assenteista), condannato a tre anni di reclusione per evasione fiscale. Che non è bello.


Come non è stato bello il raccontino di Cesare Damino (ex ministro del lavoro) a Un giorno da pecora, quando ha dichiarato di essere in pensione dal 2008, dopo 40 anni di versamenti come metalmeccanico. Percepisce una pensione di 2.395€ netti (metodo retributivo) a cui aggiungerà all’incirca altri 3.000€ netti come vitalizio per tre legislature, XV,XVI e XVII. La prima durata solo due anni. Quindi dopo dodici anni di Parlamento, per dieci dei quali ha percepito anche la pensione da lavoro oltre all’emolumento da parlamentare, riceverà addirittura più di quanto gli tocca come ex metalmeccanico. Che poi è stato prevalentemente sindacalista e dirigente di partito. In totale quindi 5.395€ netti al mese. Non male. Tutto legittimo, per carità però vien da chiedersi quanti contributi stanno a monte di quel vitalizio? E sarebbe carino raccontarlo ai giovani che andranno in pensione a saldo quasi zero. 
Il fatto che la trasmissione sia andata in onda il 29 aprile dimostra che le spine non sono monopolio delle rose e neppure del mese di maggio.

2 commenti:

  1. Grazie per ricordarmi che lo schifo è il comun denominatore del bel paese che soffocherà secoli di storia e bellezze. Ma anche che mal comune, mezzo gaudio.

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  2. e che ti devo dire, caro Nobiluomo senza feudo, costretto a declamare i mali della monarchia repubblicana, tra ossimori, paradossi e antinomie del nostro tempo, quando pian piano i cittadini scivolarono verso il parco buoi alimentato dall'osso da spolpare dell'imperatore di turno.
    La storia del “Ciclo delle 6-I” continua: Informazione (uniformata, di regime) – Indignazione (per quelli che mantengono un residuo di coscienza critica e capacità cognitive: l’insieme dei “notisti”) – Indifferenza (per vuoto affettivo e mancanza di coinvolgimento emotivo) – Ignavia (l’indolenza di coloro che vivono in una zona di confort e che non si curano di essere parte di una comunità) - Ignoranza (mancanza di strumenti adeguati alla comprensione della realtà).
    Ti seguo da tempo, caro Duca, prima condottiero, oggi costretto nel ciclo delle 6-I, notista indignato dotato di ironia, a segnare una mente fertile dalla coscienza critica desta per indicare a noi quale sia la parte giusta del mondo da cercare. Eppure, sarebbe quanto mai ora che gli indignati siano in un sistema di aiuto attivo reciproco. Si tratta di innovazione e come tale non esistente allo stato attuale, si tratta di costruirla e per farlo occorre l’azione e non la notazione. Giusto per buttar lì un tema: proviamo a riflettere sulla sovranità a tutto campo e sulla sovranità monetaria partendo dall'impianto dell’Unione Bancaria Europea, quando sulle conseguenze della crisi 2007-2008 in Europa, alla BCE si resero conto, era il 2012, che il Trattato di Maastricht non aveva regolato le crisi finanziarie, mettendo in pericolo il sistema bancario, centrale, e periferico delle banche ordinarie, sull’evidenza degli stress test che avevano messo in luce 1500 miliardi di NPL (crediti insesigibili - Non Performing Loans) nelle banche europee, di cui da 200 a 350 miliardi in quelle italiane. Poi, mettiamo in correlazione quel che accaduto qui da noi, con Renzi verso: Andrea Serra e il suo Fondo Agebris; il salvataggio delle 4 banche tra cui Etruria; la costituzione del Fondo Atlantia e la sua proprietà; l’avvento e il ruolo del Fondo americano BlachRock, la proprietà del demanio, degli immobili e delle grandi imprese degli italiani, assieme ai soldi depositiati in banca che non sono più, da quel monento in poi, di proprietà dei correntisti. Riformulate il pensiero critico sulla sovranità, non siete ancora convinti sull'urgenza di inetrvenire? Siete ancora dentro il “Ciclo delle 6-I”. Che la coscienza si desti, buona vita a tutti noi.

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