Ciò che possiamo licenziare

sabato 6 febbraio 2016

La dottrina di Ernesto Carbone vale anche per Giulio Regeni?

A Un giorno da pecora il parlamentare Pd Ernesto Carbone ha detto che per 20 miliardi avrebbe fatto molto di più che coprire le statue. Come dire che a seconda della quantità di denaro in gioco tutto può essere messo in discussione. Magari se si stilasse un listino tutto sarebbe più chiaro.

Molti, ma forse non tutti, tra i lettori di questo blog, si domanderanno nell’ordine: chi sia Ernesto Carbone e di che dottrina vanti la paternità. A leggere le scarne note di Wikipedia sul personaggio si scopre solo che è membro della segreteria del Pd, responsabile per la pubblica amministrazione, avvocato, nato nel 1974 a Cosenza, eletto nel 2013 in Lombardia. Ha raccontato di più su se  stesso alla trasmissione radiofonica della Rai  Un giorno da pecora. E così s’è scoperto che pensa in calabrese, che ci tiene a differenziarsi da Catanzaro, che è stato ministro dell’agricoltura in pectore,  ma gli fu preferito l’allora bersaniano Maurizio Martina, che è un renziano fedele anzi fedelissimo. E per non farsi mancare nulla ha aggiunto che l’ultimo pranzo fatto con Renzi è stato con una piadina al prosciutto gustata in compagnia, guarda il caso, di Marianna Madia. Ricorda con commozione che ha conosciuto Renzi vent’anni fa ai tempi dei comitati per Prodi ed era, già allora, democristiano, «alla grande».  E quindi giustamente è stato prodiano, lettiano e adesso è renziano e per confermalo inequivocabilmente dice anche andrebbe a cena più volentieri con Verdini piuttosto che con Bersani. Che è come dover scegliere se morire di fame o di sete.

Dopo queste avvincenti note biografiche ha esposto la sua dottrina che ha preso lo spunto dalla copertura delle staue durante la visita del Presidente Rouhani. Che ha suonato così: «Vogliamo essere un po’ concreti: 20miliardi di investimenti in Italia e di cosa parliamo? Di un cartone messo davanti ad una statua.» E poi ha aggiunto che per 20 miliardi lui avrebbe fatto anche di più. Magari le avrebbe le avrebbe prese a martellate o le avrebbe buttate?  Non gli è passato neanche per l’anticamera del cervello di rispondere che sarebbe stato meglio predisporre un altro giro, soluzione alla francese e meno che mai ha colto l’ironia e gli sberleffi dei blogger di Teheran che hanno riso, anche loro, alla grande dell’italico comportamento. 

Ovviamente anche le teorie più strampalate trovano dei sostenitori e nella parte dedicata agli ascoltatori della trasmissione Primapagina di radio3 Rai, di giovedì 5 febbraio, ecco spuntare chi ha sostenuto che il giovane Giulio Regeni in Egitto s’è impicciato di cose che non lo riguardavano e che in sostanza se l’è cercata. Che poi fosse un ricercatore universitario interessato al mondo arabo è un dettaglio trascurabile e perciò non considerato. Il che se non è mettere il cartone intorno alle statue,in cambio di denaro, poco ci manca. Poiché Giulio Regeni s’è impicciato di cose che non lo riguardavano mentre Federica Guidi, la ministra dello sviluppo economico, si trovava a Il Cairo con sessanta imprenditori per stringere accordi commerciali e contemporaneamente l’Eni ha scoperto un giacimento di gas stimato in 850 miliardi di metri cubi. Altro che 20 miliardi. E allora se il metro di giudizio sono i denari, viene spontaneo chiedersi che tipo di listino si possa stilare.  

Quindi: se 20 miliardi bastano per coprire statue di inestimabile valore estetico-culturale-storico, a quanto si dà il rispetto per se stessi, a quanto i diritti umani, a quanto la dignità, a quanto la libertà, a quanto la vita? A quanto la vita di un ragazzo? Un listino chiaro e definito aiuterebbe nelle scelte e nelle decisioni. E poi: chi stilerà il listino? E a quali condizioni politico-economicche-sociali lo si dovrà rapportare? Per ora il governo italiano nella gestione del difficile caso di Giulio Regeni sta dimostrando dignità e rigore. Ha ritirato immediatamente la missione della ministra Guidi, convocato l’ambasciatore dell’Egitto e il ministro degli esteri Gentiloni sta chiedendo il coinvolgimento italiano nelle indagini. Per ora quindi si sta tenendo la barra dritta, ma per quanto ancora? Altri potrebbero sostituire l’Italia nel commercio e magari anche nella gestione dei giacimenti di gas. E allora ci si accontenterà di un paio di capri espiatori e di altre simili bazzecole o si deciderà che la dottrina di Ernesto Carbone è buona solo per il cestino?

5 commenti:

  1. Io metterei le equazioni differenziali e le derivate parziali nei programmi della scuola dell'obbligo.

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  2. interessante storia di un ministro della agricoltura "in pecore" ( sono tra coloro che mai han studiato di greco e di latino e può accadermi di confondere).

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  3. Arte e cultura, scuola, università e ricerca, salute e sostegno sociale, lavoro, economia e finanza, diritti politici e Costituzione, tutto alla deriva, nel mare in tempesta per l’umanità afflitta.
    L’auspicio? Il richiamo al civismo politico e alla responsabilità del popolo sovrano senza sovranità, ai cittadini senza cittadinanza, per mettere mano insieme e "dal basso", all’attuazione della Costituzione difendendola, conoscendola e diffondendola, a partire dalla scuola.
    Tanti obiettivi intermedi, un solo oggetto e un solo obiettivo finale, entrambi comuni e condivisi per il diritto alla dignità della vita di ogni essere umano. Per questo è sufficiente l'attuazione della Costituzione (l'oggetto).
    Per il ruolo dell'Italia in Europa e nel mondo, cominciare a dare una mano al Comitato per il No (Riforma della Costituzione Renzi-Boschi) e al Comitato per il SI (per scongiurare l'Italicum, la legge elettorale che promette con pochi voti di portare un uomo solo al comando).
    Se fosse un sentimento di pericolo avvertito da tutti i cittadini italiani, si potrebbe anche pensare come l’assunzione di un impegno contro l'Impero delle partitocrazie e del potere della finanza globale e delle multinazionali che governano il Mondo.
    Allora, sarebbe possibile definire con certezza l’obiettivo finale e unico: votare rappresentanti del popolo sovrano degni e capaci di perseguire il bene comune e dare ruolo all’Italia nel conteso europeo e internazionale per la pace. Costoro dovranno, per legge, configurare metodi e strumenti utili per la democrazia partecipativa del popolo sovrano per le funzioni di controllo sull’esecutivo.
    Se l’obiettivo fosse colto, allora si ptrà attaccare il centro del problema: la finanza e la moneta.
    Sulla moneta, occorre renderla strumento neutro di misura di un bene scambiato sul mercato. Tutto il resto vien da sé.
    Una riflessione? Provi a immaginare che la moneta che compensi nel tempo la circolazione come misura del valore di un bene continui nella sua funzione ciclica, mentre la moneta debito stampata come carta moneta, una volta recuperata, perché l’obbligo di pagare i debiti è tassativo, viene eliminata dalla circolazione.
    Per questo occorre che, o si ritorni alla sovranità monetaria e alle banche pubbliche; oppure, l’Euro è la moneta di scambio sulla “clearing house” europea che ne definisce l’oscillazione di valore calcolata sull’economia reale di ogni paese, assumendo il valore di targa dalle oscillazioni di un panel di monete estere, uniformando comunque le contabilità e i criteri di rilevazione statistica per i Paesi della UE. Questo renderebbe il denaro finanziario solo orientato alla pura speculazione e al gioco e, nella libertà, ognuno può decidere di rischiare in proprio, ma come una vera e propria lotteria, fuori dal circuito bancario dell’economia reale e delle coperture di Stato. Ma c’è ancora dell’altro, e funziona, non foss’altro che l’artificio delle costruzioni umane, artificio è. Quel che conta è che la visione di “sistema” dimostri come i sistemi siano misurabili e uno è sempre il migliore, finchè tra l’innovazione e la riconfigurazione dispositiva degli elementi noti, non risultarà migliore nel tempo un nuovo sistema. L’atteggiamento è la disponibilità culturale al dubbio e ad essere ricorsivi nell’analisi dei risultati possibili. Buona vita a noi tutti.

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  4. Candidati Senza Voce7 febbraio 2016 alle ore 23:10

    I politici sono delle prostitute ed una volta che fanno marchette per gli italiani non ci lamentiamo. Se hai notato CSV ha ampiamente dimostrato che coprire le statue era assolutamente inutile perchè anche in Iran sono pieni di statue nude del periodo assiro babilonese. Insomma i politici hanno fatto una marchetta inutile!

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  5. L' Indignazione e' Solo una Farsa : per i Nostri Rappresentanti Istituzionali Conta Solo il Cash...

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