Ciò che possiamo licenziare

lunedì 3 agosto 2015

Serrachiani e Boschi si dichiarano “meno peggio” di Salvini e Grillo

La pubblicità comparativa va maneggiata con cura e talvolta meglio tacere che fare autogol. Il caso della vicesegretaria Serracchiani e della ministra Boschi. Renzi non  sarà contento di loro. mentre invece Salvini e Grillo sì

Nell’epoca del marketing e della pubblicità comparativa quando non si è esperti, ma solo apprendisti stregoni e con lezioni mal digerite, fare dei marchiani errori di comunicazione è un attimo.

Questa volta è il caso del duo Serracchiani-Boschi che per esorcizzare la minoranza del loro stesso partito evocano i nemici più agguerriti: Salvini e Grillo. Bizzarro modo di vendere il proprio prodotto: la norma dice di enfatizzarne i pregi e di non parlare della concorrenza. Poiché parlare degli avversari può essere pericoloso ed è materiale da maneggiare con cura. Qualche volta, ma assai raramente lo si fa e comunque, direbbe Maria Laura Rodotà, per farlo bisogna essere dei ganzi o delle ganze. Nel caso specifico nessuna delle due partecipanti allo spot (corsera 3 agosto, pag 11) sembrano in grado di ricoprire il ruolo ganzesco.

Affermare come fanno le due aspiranti stregonesse del mrkt (abbreviazione gergale di quelli che la sanno lunga stante per marketing) che:«Si può anche mandare a casa il governo, ma bisogna aver ben chiaro che l’alternativa si chiama Salvini e Grillo.» al di là di ogni ragionamento (si fa per dire) politico è, prima di ogni altra cosa, un grossolano errore di comunicazione.

Dalla frase si deduce che:
a)      se si manda a casa il governo e si dovesse di conseguenza andare ad elezioni politiche anticipate il duo Serracchiani-Boschi non è certissimo di sfangarla (vocabolo feltriano, nel senso di Vittorio), in altre parole di riuscire a vincere;
b)      se si dà il punto a) si evince che il sopraccitato duo sa bene di aver alcune (magari tante) cosucce da farsi perdonare in primis dal loro elettorato d’elezione e in secundis da tutti quegli altri che si vorrebbe attrarre e che piddiini non sono mai stati. Per intenderci ex pci e ex dc di simil sinistra;
c)      posti logicamente i punti di cui sopra si può facilmente arguire che i due spauracchi citati, ovviamente il Grillo e il Salvini, siano sì pessimi ma solo un cicinin più del pd e governo renziano. Infatti la frase potrebbe essere decodificata con un semplice: «attenzione, Grillo e Salvini sono peggio di noi.» Che come referenza non è proprio il massimo. Anche perché al politicamente corretto «sono peggio» si possono sostituire varianti assai più esplicite e colorate anche se meno educate. Ma qui, per tradizione, si sta con madama creanza e con il signor decoro;
d)     la pubblicità comparativa di solito la si usa per irridere e ridicolizzare l’avversario (il bambino che acquista due lattine di Coco-Cola non per berle per usarle come rialzo per arrivare a inserire la sua moneta nel dispenser di Pepsi) e non come spauracchio. Giusto per memoria storica era il Berlusconi che “spaventava” l’elettorato minacciando l’arrivo dei comunisti. Peraltro nonostante il trito refrain tre volte su cinque gli è andata male;
e)      sempre che quella sorta di meta minaccia non stia a nascondere una meta promessa: «lasciateci fare e un posto per voi ci sarà anche nel prossimo parlamento.» Che non solo sarebbe poco etico, ma l’etica nel belpaese da diversi anni sembra seguire strade tutte sue, ma anche un pochetto squallido:
f)   se il primo punto ha un suo senso logico e data la pretesa-presunta-attribuita autorevolezza della signora Searracchiani e della signorina avvocato Boschi si dà per certo che uno dei due, o Salvini o Grillo, possa vincere le elezioni le quali, detto così e con tutta la leggerezza possibile, di solito rappresentano la volontà popolare. Questo processo nei manuali di sociologia politica si chiama democrazia e in questi, sempre di solito, viene esplicitato che i governi nascono dalle libere urne. Ma forse il duo Serracchiani-Boschi a questo binomio sequenziale: elezioni-governo, non è completamente assuefatto. E un ripasso non gli farebbe male.      
                                                           
Gli italici non sempre sono stati elettori attenti e riflessivi e l’era berlusconiana del novello millennio ne è la prova ma magari hanno imparato che chi promette cattedrali lo fa solo perché è incapace di montare una 
tenda canadese.

5 commenti:

  1. Ecco avete detto una cosa sacrosanta:state mute respirate col naso

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  2. Vittorio Fossombroni6 agosto 2015 alle ore 15:03

    Se lo dicono loro ... Però in politica esiste un antidoto all'autoreferenzialita' : il voto democratico. Proprio quel voto che il loro principale sta' cercando di far sparire!

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  3. Quanti falsi d’autore che circolano nel nostro penalizzato Paese. Tantissimi azzecca garbugli di nota fama che esordiscono quali tecnici politici salvatori della Patria, ignorando e disapplicando ciò che dice l’attuale Costituzione Italiana. Stanno facendo rigirando nella tomba il buon Corrado della trasmissione la Corrida, ve la ricordate? Artisti allo sbaraglio. Ma sta di fatto che questo non è un gioco. Otto sucidi al giorno dovuto alla crisi economica, questo è il risultato. Siamo l’unico Paese che ha una alta pressione fiscale totale del 73% con tutta l’ Europa che a più riprese a sollecitato i governi italiani di intervenire. Ad oggi niente di nuovo sotto il sole italiano come affermava il buon profeta Quelet quello delle Sacre Scritture. Eppure una soluzione c’è per ridare dignità giustizia e diritto, applicarla nostra Costituzione agli articoli 2 e 3 con il 53 della Cost. si eliminerebbe sia l’evasione fiscale, l’elusione e la corruzione, questo dice la nostra Costituzione. Da oltre vent’anni nessun governo ha fatto le cose giuste sul campo finanziario che come noto hanno sempre colpito, e continuano a colpire i 38 milioni di buste paga e i pensionati. La ricetta la trovate sul sito www.articolo53.it un sito fatto di semplici cittadini attivi e senza nessuna colorazione politica, ma i partiti continuano ad ignorare.

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  4. anche perché c'è il rischio che il buon cittadino medio italiano si identifichi di cuore con i "più peggio"

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