Ciò che possiamo licenziare

martedì 2 giugno 2015

Regionali 2015 hanno perso tutti. Ma son contenti.

Renzi ha quasi gli stessi voti di Bersani e non è bello. La minoranza Pd si intesta quel che non è suo. Berlusconi sembra sempre più il Milan. Salvini come Almirante: voti in frigorifero. M5S deve aspettare per intonare la ola. L’unico che vince è il partito dell’astensione, ma non ha un leader da mandare in Tv, meno male.

Alla fine di ogni elezione i leader di tutti partiti raccontano di quanto siano stati soddisfacenti i risultati.  Il gioco è frustro. Numeri alla mano, tutti si affannano a dimostrare di aver vinto. Quelli della prima repubblica erano maestri in quest’arte. Riuscivano a scoprire termini di confronto nelle più sperdute lande del Paese. Anche PierLuigi Bersani lo fece e nel 2012 elevò Budrio, cittadina nota fino ad allora per la produzione delle ocarine, al rango di Stalingrado d’Italia. Le risate furono grasse.

Le regionali del 2015 passeranno agli annali come le elezioni dei felici e vincenti mentre invece dovrebbero essere quelle dei perdenti e piangenti. Unica eccezione è Alfano: lui piange comunque. D’altra parte non riuscirebbe a risultare vincitore neppure se ottenesse il 100% dei voti. A prescindere.

Renzi sta scoprendo di non essere la reincarnazione del Plantageneto. Se fin ad ora ha pensato di essere un monarca assoluto dovrà ricredersi e accontentarsi di essere un re condizionato da baroni. I cinque governatori Pd sono risultati vincenti in proprio e quindi con qualche diritto da vantare in loco ma anche nel partito. Così come si faranno più aggressivi anche gli altri baroni quelli della vecchia ditta che saltarono sul carro trasformandolo da un potenziale a vincitore di fatto. Ricordi Renzi che il salto della quaglia è a doppio binario viene ma anche torna.

Minoranza Pd. Quelli della ditta non hanno ancora capito di essere fuori. Non dal Pd ma dal gioco tout court. Possono rompere non non incidere. Soprattutto perché Renzi ha raccolto gli stessi consensi di Bersani. I voti di Pastorino non sono loro ma di quelli che vogliono un effettivo cambiamento, in meglio, della politica. E questo non sarà opera né di Cofferati né di Civati: troppo zavorrato con il vecchio il primo e troppo leggero il secondo. Tocca ancora aspettare il Godot.

Berlusconi va in simbiosi con il Milan: la sua ostinazione a non voler mollare il comando sta portando il suo partito verso il baratro. Il colpo di fortuna ligure è ampiamente sovrastato dai risultati di Toscana, Puglia e anche Veneto dove i suoi contano poco o nulla. Che soddisfazione ci sia a distruggere la propria creatura lo può spiegare solo Freud.

Matteo Salvini incassa 256mila voti in più delle precedenti tornate elettorali, doppia Berlusconi ma… Ma la vittoria in Veneto  da ascriversi a Luca Zaia, un vero democristiano, e dalle altre parti i suoi consensi sono ininfluenti. Voti messi in frigorifero come furono quelli dati ad Almirante.

M5S perde 900mila ma complessivamente si piazza come secondo partito tuttavia il risultato non è omogeneo e comunque  non è determinante. Benino sì, ma da qui a intonare la ola ce ne corre.

Il partito dell’astensione incrementa i voti alla grande e rappresenta oramai il 50% dei votanti. Se si sommassero anche le schede bianche sarebbe maggioranza assoluta ma per fortuna non ha un leader da mandare in tv e neanche che possa fare il Presidente del Consiglio. Più consensi attrae più perde il Paese.

6 commenti:

  1. Marco Novefebbraio Capodaglio2 giugno 2015 alle ore 22:09

    Dai Castruccio a forza di cambiare verso e' tornata la prima repubblica , quando,dopo,ogni elezione avevano vinto tutti

    RispondiElimina
  2. Renza continua a guardare ai suoi avversari interni come fossero la causa dei voti che vengono meno e sembra non voler capire che non serve nessun suggeritore a gran parte degli elettori che si sono stancati delle sue castronerie.

    RispondiElimina
  3. è la possibilità lasciata alle chiacchiere di influenzare il voto.

    RispondiElimina
  4. esercizio di prosa qualunquista. E poi?

    RispondiElimina
  5. Per uscire dal qualunquismo potremmo parlare delle proposte concrete di Renzi. ? La proposta di legge elettorale per il senato ad esempio , che sembra quasi scomparsa di vista forse perchè ci si è resi finalmente conto di quale grossa sciocchezza si trattasse. E che dire del progetto per la scuola che è suonato come punitivo verso gli insegnanti , visto che quando vi sono dei problemi invece di scendere laicamente nei dettagli ed affrontare problema per problema, è meglio chiedersi di chi è la colpa se le cose vanno male? A me sembra che se vi è una prosa qualunquistica in circolazione sia proprio quella di Renzi, cosa che all'inizio sembrò essere il suo punto di forza, ma che non può bastare quando si è contemporaneamente capi di governo e segretari di un partito piuttosto complesso .

    RispondiElimina
  6. caro Perari Maurizio io da sempre propongo di estrarre tra tutti i cittadini un campione casuale rappresentativo dove le chiacchiere stanno a zero i soldi pure e la rappresentanza al 95%

    RispondiElimina