Ciò che possiamo licenziare

venerdì 12 giugno 2015

De Luca denuncia la Bindi che però non sarà condannata. E neanche processata.

De Luca non conosce l’art.68 della Costituzione. È quello che Madri e Padri della Costituzione vollero per l’immunità dei parlamentari. Nonostante due legislature in Parlamento, ma si è piazzato decimo nella classifica degli assenteisti.

I fatti sono purtroppo noti e, come diceva Flaiano la situazione è grave ma, oggettivamente, non è seria. Il 29 maggio a due giorni dalle elezione regionale in Campania, la Presidente della Commissione Antimafia, Bindi Rosaria in arte Rosy, comunica l’elenco dei candidati cosiddetti “impresentabili”. Impresentabili perché condannati o inquisiti per i reati più vari dall’abuso d’ufficio a quelli di mafia e camorra e qualcuno passando attraverso concussione e corruzione e anche, ma questo non è stato detto, per aver ingnomignosamente offeso le istituzioni che rappresenta.  D’altra parte l’Italia è un grande paese in grado di poter assorbire di tutto. E talvolta anche un pochetto di più.

Ovviamente tutti quelli iscritti nella lista si sono risentiti, chi più chi meno. Tra quelli che si sono risentiti di più c’è stato De Luca Vincenzo che correva, ed ha vinto, per la poltrona di governatore della regione. E il risentimento è stato tale che il 2 giugno, appena sicuro di essere stato eletto, ma non ancora nominato, ha deciso di denunciare la Rosaria Bindi per diffamazione. Apparentemente ci sta. Nonostante la condanna che il De Luca ha racimolato, in primo grado, per abuso d’ufficio e due procedimenti in corso: uno per Sea Park (associazione a delinquere e concussione) e l’altro per Crescent(abuso d’ufficio, n’ata vota, falso ideologico e lottizzazione abusiva). Insomma, robetta. Di cui comunque non si parla più.  

D’altra parte, ognuno è libero di sentirsi diffamato come crede. C’è chi diffamato non si è sentito mai, il caso del divo Giulio Andreotti è stato esemplare e chi si offende anche quando viene pescato con le mani nella marmellata. Che poi proprio di marmellata non si tratta. Magari.  ma il mondo è bello perché avariato.

Comunque l’idea di denunciare per diffamazione la Bindi, deputato e presidente della Commissione Antimafia, un po’ peregrina lo è. Dato che la Rosy nazionale ha inserito il nome di De Luca Vincenzo nell’elenco degli impresentabili nella sua qualità di presidente di una commissione parlamentare a questo deputata. Non solo la motivazione  per tale inserimento le arriva dritta dritta dal casellario giudiziario ma anche dalle disposizioni della legge Severino. Parrebbe sufficiente. In più l'atto in questione  è stato agito dalla Bindi anche in quanto parlamentare. Che c’entra?

C’entra, eccome se c’entra. Infatti all’articolo 68 la Costituzione recita: «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.»  
E sì, guarda un po' come è cinico e baro il destino, questa è proprio la situazione nella quale si trova Rosaria nostra,. Ma nessuno lo dice. Nessun giornalista lo scrive. In nessun talk show la questione salta fuori. Ovviamente non ne fa menzione, per delicatezza somma e innato bon ton, la stessa Bindi che probabilmente della querela di Vincenzo O' sindaco si fa un baffo. 

Certo De Luca queste cose dovrebbe saperle non foss’altro che per essere stato stipendiato dal parlamento una prima volta dal 2001 al 2006 e una seconda dal 2006 al 2008. Però che Vincenzo se ne sia dimenticato non è strano essendosi classificato al decimo posto come deputato più assenteista. Evidentemente qualche prerogativa dei parlamentari gli deve essere sfuggita. Anche se la Giunta per le Autorizzazioni ha negato l’utilizzo di alcune sue intercettazioni telefoniche.  Senz’altro con giusta motivazione. Quindi anche lui fu beneficiato dalla norma.

Né d’altra parte in questa sua crociata, santa, contro la Bindi a De Luca è stato d’aiuto il figlio Piero, laureato in giurisprudenza, referendario alla corte di giustizia dell'Unione europea, oltre che dal 2013 membro della direzione nazionale del Pd. Ma quando Vincenzo s'impunta non sente ragione come all'ultima direzione del Pd quando, alle due del mattino, sforando il tempo a lui assegnato, si è lanciato nella esilarante imitazione di Crozza. Il pubblico in sala si è divertito ed ha applaudito calorosamente. Alla direzione del Pd sanno riconoscere i comici di razza. Almeno quelli.    

6 commenti:

  1. roba da impero romano d'oriente

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  2. Francesco Luigi Borini12 giugno 2015 alle ore 17:09

    Eppoi ben sapendo dell'art.68 perché bindi e non tuttsla commissione?.
    Secondo me si è causato un precedente per successiva pulizia nei non renziani del partito.

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  3. Avrebbe fatto una migliore fortuna se fosse rimasto zitto in "attesa di giudizio"

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  4. non conoscevo il ruolo del figliolo.

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  5. Quanta buffonaggine!

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  6. Come sono contenta, grazie Castruccio! Son qui che mi deprimo e dispero ogni giorno davanti a fatti che sembrano sempre piu' impossibili da capire e giustificare (ma a che punto siamo arrivati signora mia!) e frutto di menti che sembrano appartenere ad una razza sconosciuta. Per qui intendo i grandi Stati Uniti. Ed ecco che trovo consolazione nel Vicario Imperiale! C'e' di peggio! Ed e' proprio nel mio paese natio! E fa uno schifo terribile che uno non puo' nemmeno immaginarsi. E ci si sente isolati, smarriti, stralunati. Ma uinti si vince, cioe' vincono loro. Fino a che non ci si unisce noi e li si butta fuori da questa palla che e' il nostro povero mondo.

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