Ciò che possiamo licenziare

lunedì 4 maggio 2015

I black bloc, Milano, Giuliano Ferrara e gli altri

Dopo lo scassamento del 1 maggio Milano si rimette in ordine. Ferrarailgrasso non apprezza. Luca Sofri fa lo spiritoso, Rondolino diventa di regime e Scalfarotto si scopre poeta. Questi i veri danni dei casseur.


Giuliano Ferrara, che su twitter si firma ferrarailgrasso con il classico disegno dell’elefante colorato di rosso, ha commentato quanto successo a Milano dopo i fatti del 1 maggio. Come noto la città ha deciso di ripulire immediatamente i segni della devastante azione dei black bloc. Molti volontari già il 2 maggio erano nelle strade armati di pennelli per cancellare dai muri le stupide scritte mentre altri armati di scope, ramazze e palette si davano da fare per raccogliere le macerie.  Poi per essere certa che il messaggio fosse ben chiaro una cospicua parte della cittadinanza, si parla di circa ventimila persone, ha deciso di scendere in strada. La manifestazione oltre che di massa è stata civile, anzi civilissima e silenziosa. L’esatto opposto di quella di due giorni prima. Il che era ovvio.

Il commento di ferrarailgrasso alla manifestazione e al lavoro dei volontari ha suonato così: «Ultima trovata sinistra milanese. Prima allevano i maiali. Poi puliscono il truogolo delle loro deiezioni #buffonateipocrite» Il commento è decisamente ferrariano, chi potrebbe dubitarne e lo si evince dalla classe e dalla indubbia profondità del pensiero. D’altra parte da chi ha organizzato una manifestazione a base di mutande dal sottile titolo «in mutande ma vivi» (nel 2011) e poi un’altra dal velato, ma sincero e forse anche un tantinello autobiografico slogan «siamo tutti puttane» (2013) difficilmente ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. Se avesse taciuto sarebbe stato un atto sommamente trasgressivo quasi come aspettarsi che un esibizionista tenga chiuso l’impermeabile. E per ferrarailgrasso ballare sulle punte della finezza è la sua seconda natura. Nessuno riesce a trattenerlo. Neanche il ricordo di essere stato un figlio di papà del comunismo italiano. Almeno un po’ di riconoscenza verso la sinistra ci starebbe. Ma questa non è moneta corrente, almeno da quelle parti.

A commento del tweet di ferrarailgrasso appare dopo neanche un minuto (puntuale verrebbe da dire) la chiosa di Luca Sofri che con il probabile intento di essere spiritoso scrive:«@ferrarailgrasso beh, anche a vederla così, non vedo contraddizioni. È quello che si fa di norma.» Immediatamente ritwittato dal maestro. Che ad essere sinceri vien da collocare la frasetta più nell’ambito del non sense che in quello dello humor. Salvo il fatto che non intendesse avallare il teorema ferrariano. E senz’altro non tenendo conto che i succitati maiali non hanno certo favorito, politicamente parlando, gli organizzatori della manifestazione. Come d’altra parte insegna la storia. Ma, anche qui, i figli di papà non sono necessariamente tenuti a conoscere la storia.

Poi c’è stato chi ha apprezzato la reazione della città. Tra questi gli abituali strumentalizzatori.  Tra gli altri c’è Fabrizio Rondolino, neorenziano sdraiato sulla linea: «Ma che bella questa cosa di Milano, commovente, bellissima. A me sembra l'atto di nascita dell'Italia che sceglie Renzi #NessunoTocchiMilano» Come se un milanese civile debba a forza essere renziano e viceversa. Che renziani doc con qualche magagna se ne trovano in lizza per le regionali e nei ministeri. Poi c’è lo Scalfarotto Ivan che si scopre animo poetico e twitta:« Mi piacciono i tuoi quadri grigi /Le luci gialle i tuoi cortei/Milano sono contento che ci sei.» Chissà se Milano può dire altrettanto dell’Ivan. Poi a stretto giro aggiunge: «Milano, sono contento che ci sei: L'articolo Milano, sono contento che ci sei sembra essere il primo su Ivan S...http://bit.ly/1zpvmos » Non sappia la mano destra cosa fa la sinistra.

Il fatto certo è che i black bloc sono una iattura infinita,politicamente e non. Non solo perché ben addestrati, quasi una milizia, e ben equipaggiati, figli di papà. Veri nuovi vandali che dove passano rompono, incendiano, devastano e poi oltre ai cocci si lasciano dietro una scia di retorica che alla fine è il danno peggiore che a ramazzare quella non ci si riesce mai.


4 commenti:

  1. chissà cosa allevava Ferrara ai tempi di Valle Giulia.

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  2. Bellissima questa smentita della Rolex, che ovviamente ha ragione , come si fa a dire che è un Rolex per più autentico? Peròmi fa venire in mente un episodio degli anni 70 quando dopo una contestazione a l'allorasegretario della UIL Benvenuto sui giornali venne il titolo "Benvenuto accolto con il lancio di uova ed altre immondizie" protesto' la UIL, i contestatori.... E i produttori di uova sostenendo, a ragione , che le uova non sono immondizie http://www.corriere.it/.../noexpo-rolex-contro-governo...

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  3. Non si capisce perchè Alfano se la prenda con la Rolex accusandola di farsi pubblicità e non con Renzi che ha tirato per primo in ballo I Rolex. La frase sui Rolex , come quella sui "teppistelli figli di papà" contribuisce a confermarmi nell'idea che il linguaggio di Renzi sia più retrò di quanto il nostro capo di governo ami far credere. Sono frasi che riportano ad una certa destra abituata a cogliere la storia dal buco della serratura , un linguaggio ancor più diffuso in una destra democristiana abituata da troppo tempo a vivere marginalmente la politica in regioni storicamente della sinistra. Praticamente un linguaggio da figli di papà ( magari col rolex) in regioni dove spirava un vento a loro non gradito.

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    1. certo che se l'AD di Rolex Italia cominciasse a chiedere i carichi pendenti a chi acquista uno dei suoi montre correrebbe il rischio di veder calare la sua quota di mercato. Tra l'altro mi pare che anche Lupi senior abbia un Rolex d'acciaio mentre il figlio l'ha d'oro. ma quello del figlio è un cadeau della nazione. L'Ad dovrebbe far finta di nulla e godersi questa extra notorietà. Come ben diceva Napoleone bene o male purché se ne parli.

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