Ciò che possiamo licenziare

giovedì 9 aprile 2015

Le televisioni non aiutano più Berlusconi. E neanche il carisma

.Adesso che il suo partito è quarto nessuno parla più di conflitto d’interessi e neppure dello strapotere delle televisioni. E anche sul carisma qualche dubbio emerge: te lo danno o ce l’hai? Magari è l’ora di tornare a parlare di contenuti.

Giorni tristi per Berlusconi Silvio i suoi due giocattoli preferiti, Forza Italia e il Milan, veleggiano in cattive acque.Entrambi si trovano nella media classifica e di vincere il campionato o le elezioni neanche se ne parla. Stando ai sondaggi, il partito racimola meno della metà dei voti del Pd, il trenta per cento in meno di quelli del Movimento 5 Stelle ed è setto, pure se di decimali anche, anche alla Lega Nord. Cose da non credere. Eppure lui è sempre lui, quegli che gli stanno attorno, salvo qualche transfuga, qualche espulso e qualche altro finito dietro le sbarre o ai domiciliari, sono alla fine sempre gli stessi. E anche le televisioni che possiede oggi sono le stesse che possedeva nel 1994 anno della sua prima vittoria elettorale. E il suo conflitto di interesse è ancora vivo e vegeto come al momento della sua discesa in campo, orrida espressione da becero tifoso da bar dello sport che ha mal digerito le radiocronache di Nicolò Carosio. Questi diceva che le squadre entrano in campo anche perché di solito gli spogliatoi erano e sono interrati. Quindi sotto il campo, quindi scenderci diventa difficile.


Adesso di conflitto di interessi si parla poco o nulla, forse perché il Berlusconi sembra non vincere più. Che poi, a ben vedere e senza essere troppo sofisticati il Berlusconi in quanto a conflitto di interessi non è stato certo il primo nella storia repubblicana anche se, forse ma non è detto, il più originale. Prima di lui si sono cimentati in politica anche altri che erano industriali in proprio o per procura. Il senatore Agnelli Umberto, degli Agnelli della Fiat oggi FCA, ma non era membro del governo mentre invece lo è stata sua sorella Susanna che, per più governi, ha ricoperto il ruolo di sottosegretario e infine anche ministro agli Affari Esteri. O anche il caso dei Merloni, i Merloni di Fabriano, che sui nobili scranni hanno portato Aristide (il padre fondatore) Francesco (il figlio) e ora Maria Paola (la nipote), un en plein. Giusto per citare solo i primi casi che vengono in mente.

Neppure si menziona più lo strapotere delle televisioni del biscione, che sempre quelle sono. Quelle che a detta dei maligni, anche se con l’aiutino di Bruno Vespa, gli hanno permesso di vincere le elezioni nel 1994 e poi nel  2004 e infine nel 2008.  E nonostante loro, sempre le stesse, di perderle  per tre volte. Anzi adesso con il digitale terrestre ed il satellite ne ha pure di più, ma nessuno ci fa caso. Ma adesso, che nonostante le televisioni il Berlusconi perde pezzi, si può forse cominciare a pensare che, con qualche probabilità, vinceva perché così piaceva alla maggioranza tra i votanti degli italici. E a corollario si può aggiungere che non basta essere maggioranza per avere ragione anzi, chiosa Hannah Arendt, qualche volta la maggioranza ha pure torto. Che poi se ci fosse stato qualcuno disposto ad ascoltare, un semplice studente di comunicazione d’impresa già allora avrebbe potuto spiegare che un media è solo un media, cioè un mezzo e quel che conta è quel che ci si mette dentro, ovvero i contenuti. Perché in caso contrario basterebbe pomparci un po’ di denaro  per ottenere risultati ma anche su questo punto la Arendt ha opinioni diverse. Oltremodo  condivisibili.  Al netto delle sofisticate e acute teorie di McLuhan.

Per soprammercato neanche il carisma lo aiuta più. Il leader che riusciva a folgorare e convertire chiunque gli passasse vicino con la sola imposizione delle mani adesso non riesce a tenere a bada neppure Sandro Bondi che dei suoi convertiti ha rappresentato il prototipo, nonché il poeta adorante,  Per non dire della di lui moglie. Un disastro su tutta la linea. Che forse può aiutare a pensare che il carisma lo si riceve come grazioso dono dai miracolati astanti piuttosto che possederlo in proprio.


Allora magari torna utile riprendere a discutere di contenuti ricordando che si può ingannare uno tante volte, tanti una volta ma non tutti tutte le volte.

2 commenti:

  1. Non è che perchè adesso berlusconi non vince nonostante le sue televisioni , ciò significhi che per il passato non possano essere state determinanti, Solo che ormai è come quei cantanti che finiscono col suscitare emozioni solo nelle manifestazioni di vecchi italiani all'estero.

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  2. Più delle televisioni, mezzo, valgono i contenuti e la disponibilità dell'ascoltatore (ricevente) a recepire il messaggio. Oggi come ieri. Il mezzo permette di ottenere solo l'obiettivo di notorietà.

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