Ciò che possiamo licenziare

venerdì 13 marzo 2015

Boschi, Bersani, Berlusconi, Bagnasco, Battisti: settimana cruciale

Settimana ricca di eventi quella appena trascorsa che, se non ci fosse Enrico Mentana che lo ripete ad ogni inizio di telegiornale,  la si potrebbe definire addirittura cruciale. I cinque big  hanno il cognome che inizia con la "b".

I protagonisti sono (quasi) sempre i soliti e proprio non si capisce come non gli venga a noia ripetere in continuo la stessa parte in commedia. Si fosse a Broadway  la cosa potrebbe anche andare ma non si può contrabbandare il “teatrino della politica italiana” con il Fantasma dell’Opera, troppo il dislivello emotivo per non dire di quello culturale.  

Boschi: la principessa della settimana.
Senz’altro il titolo Maria Elena Boschi se lo merita ché, se non fosse per l’età e per lo status di single, potrebbe ambire a quello di regina. Ma ha tempo e, in fondo è da solo poco più di un anno che sta replicando il suo personaggio di adolescente (adesso arrivano fino ai 36 anni) impegnata a governare.  La sua riforma costituzionale è passata alla Camera con un voto maramaldo: hanno votato a favore coloro che l’avversano e contro chi l’ha scritta. In entrambi i casi si è trattato, hanno sottolineato ghignando i renziami, di gente che tiene famiglia e in taluni casi anche un mutuo sul groppone. In teoria la riforma dovrebbe semplificare, verbo caro nientepopodimenoche al Calderoli, ma se il paradigma è l’articolo 70  che da una riga passa a una sbrodolata legulea c’è poco da stare allegri. Comunque ha tenuto testa al giornalista Damilano almeno nella forma se non nella sostanza dato che certe affermazioni possono essere difese solo reiterandole piuttosto che spiegandole.  Laddove l’ottusità fa premio sulla ragione.

Bersani: l’uomo del penultimatum.
All’inizio la battaglia sulla costituzione doveva essere quella risolutiva ma poi l’ex segretario Bersani ha deciso che per il bene della “ditta” avrebbe votato a favore pur non condividendo. E ha spostato l’ultimatum, sempre che sia l’ultimo e non il penultimo o addirittura il terzultimo, alla legge elettorale. Da ciò si capisce che bene l’on. Bersani non ha mai lavorato e tanto meno vissuto all’interno di una vera ditta. Comunque sia si sta facendo sfogliare come una cipolla, strato dopo strato perdendo terreno. Forse ha in mente la storia degli Orazi e dei Curiazi ma deve averla digerita male. L’Orazio scappava davanti ai tre Curiazi per dividerli e quando si fermava ne faceva secco uno. Qui invece solo di fuga si tratta. Twitta uno di quelli a lui più vicini, il senatore Gotor Miguel, che la partita è lunga, il che può anche essere ma dimentica quel che diceva Boskov:«la partita finisce quando l’arbitro fischia.» E nel caso specifico il fischietto l’hanno in bocca gli altri.

Berlusconi: la madre di tutte le assoluzioni
La Cassazione ha confermato la correttezza formale della sentenza della Corte d’appello di Milano: Berlusconi è innocente sia per la concussione sia per la prostituzione minorile. Ai colpevolisti rimangono i dubbi mentre gli innocentisti si rafforzano nella loro precedente idea. La logica purtroppo, o per fortuna, non è univoca e quindi ci stanno tutte e due. Quel che è oramai acclarato è che Berlusconi sia un bugiardo e questo per ammissione del suo avvocato difensore professor Franco Coppi che ha detto: «difficile dimostrare che (a quelle cene) si parlasse di Dante o Benedetto Croce.» Lo si sapeva, ma questa è autorevole conferma. Comunque i processi berlusconiani sono ancora una lista lunga, per fortuna del professor Coppi che avrà altre possibilità di esibirsi in Cassazione, e di emettere fatture, e per sfortuna degli italici che magari meriterrebero un cicinin di meglio.

Bagnasco: il naso della Chiesa
A quanto pare la Chiesa cambia il titolare della ditta (per dirla alla Bersani) ma non il vizietto di cacciare il naso nelle questioni italiche. Lo facesse con uguale regolarità e impegno in Francia o in Spagna o in Austria se ne vedrebbero delle belle. Comunque personalmente la cosa non mi da fastidio, è come andare al circo: più  gente entra più bestie si vedono. Così dopo L’Avvenire e il monsignor Galantino segretario generale della Cei ha detto la sua anche il cardinal Bagnasco che della Cei è presidente, invitando Berlusconi  a valutare il contesto prima di tornare in politica. Come se mai ne fosse uscito. Laddove è chiaro l’invito a starsene a casa. Certo un bel giro di valzer da quando monsignor Fisichella gli dava la comunione. Giusto per dire quella più famosa che altri fiancheggiamenti se ne trovano nelle annate dei giornali.

Battisti: non si riesce a riprenderselo
Non c’è verso, ogni volta che l’Italia perde uno dei suoi figli non riesce a farselo ridare da chi lo ha trovato o rubato. Non ci si riesce da tre anni con i due marò o da una settimana con il comandante dell’Idra Q e da molti più anni con Cesare Battisti. I primi tre sono persone normali che hanno avuto incidenti sul lavoro l’altro invece è un delinquente comune passato negli anni di piombo alla lotta armata ed ha ucciso nel rapinare. Comunque neanche lui si riesce a farselo restituire e dire che era in Francia, a portata di mano. Adesso è in Brasile ma pare che la cosa non faccia differenza. All’Italia vengon bene solo le restituzioni che sono a pagamento ma quelle son atti da ladroni.

È probabile che la settimana prossima sia uguale a questa ma l’ottimismo della volontà lascia qualche speranza.

4 commenti:

  1. Caro Castruccio mi son permesso di carpirtela con questo commento "Castruccio con la sua solita verve commenta la settimana tutta all' insegna dell' iniziale B, Boschi Bersani, Berlusconi, Bagnasco, Battisti. E le avventure di questa settimana dei nostri con iniziale B. non possono che essere classificate che come B minor , come la nota sonata di Litz che non a caso inizia con un "lento assai". Però coraggio , dopo è previsto un allegro energico ... speriamo !

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  2. L'arrivo del tuo blog mi sconvolge ogni volta, un po' perchè vedo quanto non so più ma soprattutto pechè distribuisci fendenti che...fendono! Se non conoscessi il mio paese e non sapessi chi è il Vicario Imperiale butterei via tutto urlando "ma mi prendono per scema con queste fandonie da maniaco politico?" Questi episodi dei signori e signorine B fanno cascare le braccia e il primo mi sembra un quiz: come si fa a far passare una proposta non avendo ul numero? Il tutto sembra un'esagerazione di un mitomane ma è invece un incubo, con il terrore di una fine tragica che corre sul filo. Se almeno la fine si portasse via anche tutti i B, anzi tutti dalla A alla Z.

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  3. Paolo Penacchio " ha detto la sua anche il cardinal Bagnasco che della Cei è presidente, invitando Berlusconi a valutare il contesto prima di tornare in politica. " ; non molto tempo addietro monsignor Fisichella affermava, dinnanzi ad una saracca di berlusconi, che anche le bestemmie vanno contestualizzate . Speriamo che i due monsignori si mettano d'accordo e che si rendano conto che berlusconi che torna in politica potrebbe far aumentare il numero di poco lodevoli imprecazioni verso i santi del paradiso da parte degli italiani ; il tutto contestualizzato, ben si intende.

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  4. a parte il fatto che quella volta filologicamente non aveva torto, perché la bestemmia con cui nelle nostre campagne si intervallano le parole era messa in bocca al protagonista di una barzelletta come al solito insulsa, sulla taglia inadeguata dell'uomo... adesso il contesto evocato da Bagnasco consiste fra l'altro in un mondo cattolico per cui Berlusconi, grazie per i servigi, è diventato un impaccio perché sputtanante e perché hanno di meglio. Mi vien da pensare che per capire bene i contesti, senza i quali i testi vengono fraintesi, bisogna avere due caratteristiche un po' clericali: non essere tanto moralisti e non essere tanto credenti. Ma qui mi fermo, perché tirerei fuori Mann e altre antiche cose mal digerite

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