Ciò che possiamo licenziare

domenica 14 settembre 2014

Piccole storie crescono

Sette anni per decidere se un investimento può essere fatto, si tratta di 70 milioni. La Bosina senza i finanziamenti dello Stato chiude e i leghisti varesini credono nella padania ma non tanto da finanziarne la scuola. Per la Moretti, ex portavoce di Bersani, la bellezza è un valore anche in politica, magari lo racconterà anche al parlamento europeo. Maria Rosaria Rossi cerca soldi per Forza Italia e minaccia i deputati di non ricandidarli. Auguri Italia.

Maria Rosaria Rossi
Lasettimana  ha visto i titoli di prima pagina monopolizzati dai fatti di sempre: il solito iperattivismo renziano, le tipiche bacchetate dell’Europa, le faide all’interno dei partiti e quella, ormai finita tra Marchionne e Montezzemolo. C’è stato qualche spazio anche per le “piccole” notizie che tuttavia sembrano significativi indicatori della situazione del Paese. 

Di Allison Deighton il grande pubblico non sapeva nulla fino ad un paio di giorni fa quando a cominciato ad occupare qualche colonnina nelle pagine interne del Corriere della Sera (12 e 13 settembre). La signora Allison è americana, sposata con il sottosegretario al Tesoro nel governo Cameron, di cui porta il cognome e di lavoro fa l’immobiliarista. Sei anni fa, diconsi sei anni fa, con un socio ha comprato un terreno in quel di Nardò, Puglia, per costruire un mega resort stellare composta da 250 villette. Investimento 70milioni e un qualche centinaio di posti di lavoro. Secondo Mrs. Deighton nessuno in Puglia è interessato al suo investimento mentre secondo Vendola e la sua assessore all’Urbanistica, Angela Barbanente, la costruzione non rientra nei parametri paesaggistici. Che potrebbe pure essere. Dopo il primo rifiuto il ricorso al Tar e adesso l’ attesa della decisione del Consiglio di Stato. Il punto non sta, paradossalmente, su chi abbia ragione ma che: primo le regole non siano chiare e secondo che siano necessari sei e forse sette anni per sapere se, come e quando i progetto potrà andare avanti o addirittura fermarsi. E questo dopo che s’è già acquistato il terreno. Che se le carte fossero state chiare magari neanche lo si comprava. Adesso la ministra Federica GuidiGuidi interviene. Per sanare una stortura burocratica o perché sono in ballo settanta milioni, a prescindere? Concepibile un simile fatto altrove nel mondo?

In quel di Varese chiude una scuola: la Bosina, proprietà e gestione di Manuela Marrone seconda moglie di Umberto Bossi. La scuola portava come sottotitolo «Libera scuola dei popoli padani» ma viveva, forse prevalentemente di sovvenzionamenti dello Stato italiano. Come dire allevarsi una serpe in seno. La storia inizia nel 1998 con l’idea di forgiare i futuri nuovi padani e pensava di farlo insegnando loro il dialetto. Cosa che forse non gli doveva venire troppo difficile, magari il dialetto lo conoscevano già.  E così anno dopo anno e fiananziamento dopo finanziamento (statale) e presenza dopo presenza del marito al governo e elargizione dopo elargizione da parte di Belsito Francesco la Bosina è arrivata ad avere anche 360 alunni. Poi i finanziamenti spariscono il marito viene fatto fuori dal partito e in più viene inquisito dalla magistratura, i voti calano e la cassa del partito piange. A questo punto le famiglie ritirano gli alunni che un conto è credere nella padania e altro è sovvenzionare la scuola della moglie di Bossi. Ecco che la scuola fallisce. Evidentemente non era troppo solida. Culturalmente. E magari neanche così ben radicata nel territorio. Come se tutto questo non bastasse gli insegnanti sono in credito di diversi stipendi. Manuela Marrone in Bossi dice ci credere nel progetto, se così è non avrà difficoltà ad investirvi i suoi risparmi e magari anche quelli del marito. Sarebbe poco padano non saldare il conto degli insegnanti.

Rosy Bindi in parlamento da sei legislature ha pensato bene di attaccare le giovani ministre del governo Renzi, fanno parte dello stesso partito, con argomentazioni vagamente maschiliste, Chi mai l’avrebbe immaginato? Che oltre a tutto hanno strana somiglianza con le battute berlusconiane che la ferirono.. Che dire? Comunque a dimostrare che il Pd non è partito di trinaricciute è intervenuta la Moretti. Per intendersi quella Alessandra Moretti che è stata portavoce di Bersani durante le primarie del 2012 quando Renzi fu sconfitto e che poi si è scoperta renziana quando nel dicembre 2013 Renzi ha vinto diventando segretario. Insomma una dalle convinzioni profonde. E questo rallegra. Per Alessandra Moretti la bellezza in politica è un valore e, a ben interpretarla, suggerisce che si dovrebbero essere belli anche i ministri maschi. Forse vorrebbe trasformare le consultazioni politiche in casting? Potrebbe anche essere un’idea. Che la sua a ben guardarla non è molto distante da quella della Bindi che non è molto distante da quella del domiciliato di Arcore. E poiché è stata pizzicata, come altri personaggi pubblici, dai paparazzi ha pensato bene di suggerire loro di seguire anche i parlamentari e ministri maschi. Poi già che c’era ha stilato un elenco dei belli in parlamento. Chissà se vorrà esportare il suo pensiero forte anche nel parlamento europeo. Giusto per farsi conoscere.

E poi c’è il caso di Maria Rosaria Rossi. Forza Italia nonostante il capo sia miliardario è alla canna del gas. I soldi sono finiti e fra un po’ non sapranno come pagare l’affitto e la bolletta della luce. Allora il domiciliato di Arcore decide di affidare a Maria Rosaria il reperimento dei fondi. Questa, un vero mastino, si mette in caccia e va a bussare cassa da deputati e senatori che non hanno versato le quote al partito. Lo fa con la delicatezza degna di Giuliano Ferrara: o si paga la quota o ci si scorda la prossima candidatura. Sarà efficace, forse, ma messa così assomiglia alla richiesta di una tangente. Cosi funzionano i partiti?


Quattro pezzi d’Italia, ma forse l’Italia non è tutta qui. O no?

1 commento:

  1. Per fortuna scrivi '"o forse l'Italia non è tutta qui", verissimo. Ma certo non si fa sentire molto! Per le 4 storielle ti ringrazio, mi è utilissimo sapere da dove provengo. Pensavo che dopo il fascismo il paese avrebbe fatto meglio, Certo che le storie denotano bassezze inimmaginabili. Quasi rimpiango Andreotti...(non è vero)

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