Ciò che possiamo licenziare

mercoledì 24 settembre 2014

De Bortoli sente odore di massoneria.

Chi è il peggior nemico di Renzi? Cosa c’è scritto nel patto del Nazareno? C’è forse la massoneria dietro quel patto? Sciocco luogo comune o il direttore del Corsera sa qualcosa di importante? Se è così lo dica. E sia sincero.

Con il tono del fratello maggiore che dà consigli a quello più giovane ed un po’ scavezzacollo Francesco de Bortoli nel suo editoriale (Corsera, 23settembre) ha messo in guardia il giovane Renzi. dal peggior nemico. Che a detta del direttore del Corriere, è proprio il Renzi stesso. Fatica vana perché chi è affetto da bulimico egocentrismo non mortificherà certo il suo modo d’essere solo perché qualcuno glielo consiglia. Ma non è tanto questo saggio ancorché inutile consiglio quel che colpisce nell’editoriale debortoliano quanto un criptico accenno «allo stantio odore di massoneria.»

In dettaglio de Bortoli scrive: «Sarebbe opportuno conoscere tutti i reali contenuti [del patto del Nazareno]. Liberandolo da vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e non ultimo dallo stantio odore di massoneria.»

Ora che nessuno la racconti giusta sul patto siglato lo scorso 18 gennaio tra Renzi ed il domiciliato di Arcore è lapalissiano. Richiedere spiegazioni dopo oltre otto mesi da quella data è un po’ ridicolo. Così come fu ridicolo Toti, consigliere politico del domiciliato di cui sopra  quando con grande serietà affermò che si trattava di quattro o cinque punti scritti sulla carta del pane. Giusto un promemoria. Aggiunse anche, il Toti, che lui quel foglietto non l’aveva visto ma che aveva saputo da chi l’aveva visto per davvero che era proprio un foglietto da niente. Come se fosse necessaria chissà quale pergamena per dare spessore ad un accordo. Una volta i contadini si sputavano nelle mani e se le stringevano. E tanto bastava e il contenuto era chiaro a tutti.  Comunque il direttore del maggior giornale nazionale arriva un po’ tardi. Quella richiesta, retorica, è già stata fatta da quasi tutti: da Travaglio al M5S. a Repubblica (bisogna tenersi aggiornati sulla concorrenza) a qualcuno della minorarza del Pd. Gli unici a non chiedere nulla sono stati Angelino Alfano e quelli di Scelta Civica, ma con entrambi non bisogna essere troppo esigenti. D’altra parte a nessun richiedente è pervenuta risposta e così alfaniani ed ex montiani si sono risparmiati la fatica. Di pensare.

Tornando al punto, una domanda al direttore: in cosa consiste lo «stantio odore di massoneria?» Quali sono gli elementi che lo portano a questa sibillina affermazione? Forse che il direttore sa qualcosa che nessun altro conosce? Ha delle informazioni di prima mano?  Magari anche solo delle evidenze o meno, ancora meno, dei segnali deboli di un qualche complotto che veda i «figli della vedova» tessere oscure trame? La sensazione è che stia diventando un luogo comune tirare in ballo la misteriosa massoneria per ogni questione. E così nel bestiario dei luoghi comuni accanto «ai giovani che non sono più come quelli di una volta» e alle  « mezze stagioni che non ci sono più le » o che «la colpa è tutta dei sindacati»  fino ad arrivare ai «poteri forti», banale tautologia dalemiana, come se ci potesse essere un potere non forte, ci si può aggiungere anche questa.  Evviva la creatività.

Se invece il de Bortoli sa qualcosa la tiri fuori con la grinta del giornalista di razza. A proposito di giornalista di razza c’era anche lui nel furibondo coro che ha protestato per il nuovo ingresso del Farina Renato nell’ordine dei giornalisti?  Così raccontando quel che sa sventerà eversive manovre non butterà sabbia negli occhi del lettore e soprattutto darà sostanza alla frase con cui inizia il suo editoria: «Devo essere sincero.»

Al piacere di leggerla direttore de Bortoli.

8 commenti:

  1. se domani berlusconi e Renzi tirassero fuori un foglio dicendo ecco il patto del nazareno, non verrebbe meno l'idea che mostrano delle cose per poterne celare meglio altre. E' il metodo degli incontri faccia a faccia tra i soli due leader; che è sbagliato nella Repubblica di Venezia quando il doge riceveva un ambasciatore straniero non poteva mai farlo da solo, una volta che ciò avviene non rimane che prestar fede o(d elegantemente fingere di farlo) e giudicare dai fatti concreti che sono succeduti a quell'incontro riservato. Quanto al profumo di massoneria , un giornalista come De Bortoli poteva lasciar perdere certi stereotipi che , oltre tutto, non si capisce in cosa si sostanzierebbero. E' stato un superiore incognito di quelli alla Leo Taxil a richiedere ad entrambi di incontrarsi,, , hanno deciso di richiedere entrambi di entrare in una loggia massonica , che per riecheggiare antiche storie e più recenti vicende, invece che volterianamente Alle sette sorelle si chiamerà alle dodici olgettine, hanno deciso che, in onore allo scozzesismo, in luogo del 35 per cento per poter formare un governo senza avere ila maggioranza dei voti dei cittadini, basterà il , simbolicamente più pregnante, 33 per cento, o per odore di massoneria si intende semplicemente che hanno deciso che per i lavori pubblici non importa quanto capaci siano i muratori ma che le commesse siano equamente divise ? Od hanno deciso di comune accordo il nome del prossimo presidente Rai che invece che De Bortoli si chiamerà chissà come, cosa che non ha un gran odor di massoneria, ma magari un odor di fregatura potrebbe anche averlo

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    1. All'epoca della Repubblica Veneta e dei Dogi la parola "peracottaro" non aveva ancora corso

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  2. Ma noooooo!!!
    Per Perché esiste???????

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  3. sull'Huffington Post ci sono un po' di dietrologie plausibili, anche perché nella storia il Corriere è stato più oggetto che strumento di analisi storica. Si parte da due dati di fatto: De Bortoli è in partenza non per sua scelta; nell'azionariato RCS stanno duellando da un lato Fiat, anzi come si chiama adesso, e dall'altra Intesa Della Valle (socio di Montezemolo ora in rotta con Fiat) eccetera. I renziani sarebbero convinti che il suggeritore di de Birtoli sia Bazoli di Intesa, e dietro ci sarebbe Prodi convinto che il patto del Nazareno lo escluda dal Quirinale. Certamente c'è un appoggio esplicito di Marchionne e Elkann e una presa brusca di distanze da parte del resto dell'azionariato RCS. Tu dici: la libertà di espressione del giornalista. Fa parte della tua libertà di espressione dirlo.

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    1. Che Prodi aspiri ancora alla carica di Presidente della Repubblica dopo le consulenze alla Cina pare cosa surreale. E la dice anche lunga sull'approccio al senso della politica. Anche se nulla può essere escluso in questo paese dadaista. Di solito, nei Paesi seri, le consulenze si fanno dopo aver abbandonato la presidenza non prima di entrarci. Che poi a risfoliare la biografia del prof. Prodi (a parte l'essere inviso a D'Alema) grandi meriti non si trovanono. E la sua presidenza Iri sta lì a dimostrarlo.

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    2. comunque non tutto quel che è scritto sui giornali è vero...

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  4. Mi trovo nella inusuale situazione di essere d'accordo con Cruciani che a "la zanzara di radio 24" ha definito l'accenno alla massoneria il punto più debole di tutto l'articolo, assimilandolo agli interventi di un loro ascoltatore (o almeno presentato come tale) che ogni tanto telefona sbraitando che è tutto un complotto della massoneria , di bildebeg, della trilateral... ). Per il resto l' articolo di De Bortoli (che mi sta antipatico) ha diversi punti convincenti

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  5. E se De Bortoli avesse semplicemente intenzione di vendere più copie solleticando i complottisti anti-massoneria?? In genere la soluzione più semplice è quella che si rivela essere esatta.

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