Ciò che possiamo licenziare

giovedì 18 settembre 2014

A Giuliano Ferrara piace il triangolo in amore (politico)

Gli amori (politici) di Ferrara da Craxi in incognito a Berlusconi con dichiarazioni pubbliche e ora Renzi. Continuando ad amare Silvietto. E' come tifare Roma e Lazio in contemporanea e nel giorno del derby. Magari vuol forzare la geometria e farsi un harem (politico).


Giuliano (l'apostata) Ferrara continua a stra-amare. Prima Craxi, senza dichiarazioni esplicite, quasi in incognito, che il Bettino non era tipo da prendere per gioco certe affermazioni e poi lasciarle impunite. Poi Berlusconi con infuocate dichiarazioni d'amore mandate a mezzo stampa. Che neanche Romeo ci avrebbe mai pensato per Giulietta.Ma il Silvio è un dadaista che ha iniziato suonando il piano sulle navi da crociera e stare al centro del palcoscenico anche solo per interposta citazione gli piace. E poi lui, il Silvietto, è uno che ama le barzellette e il Giuliano ha tutto per essere il tipo giusto per raccontarle. E adesso Renzi. Sempre con attestati pubblici da far arrossire anche la più scatenata delle valchirie berlusconiane. Ma non si pensi che il nuovo amor renziano scacci quello antico. Anzi, la passione per Renzi rinfocola quella berlusconiana. Che a sua volta fa più vigoroso il trasporto d'amorosi sensi per il fiorentino. Perché i due, Berlusconi e Renzi, sono amati dal Ferrara in contemporanea e di eguale passione. E ciascuno  sa dell'altro e un pochino i due si piaciucchiano. Insomma un triangolo bello e buono. Forse dei più perfetti e forse dei più forsennati. Che al confronto la storia di Jules e Jim con Catherine pare un bigino per le suore Clarisse.

Difficile però rimane impassibili di fronte a tanta travolgente passione e non essere anche un po' spiazzati. Va bene che l'amore supera gli ostacoli più ardui e travolge le barriere più spesse ma come si possono amare i due campioni di schieramenti avversi? Avversi almeno nella teoria visto l'attuale triste gioco politico. Sarebbe come mettere il sale nel caffè o lo zucchero nella pastasciutta o come, contemporaneamente, tifare per la Roma e per la Lazio. E magari durante il derby. O, nei tempi andati, essere bartaliano e contemporaneamente coppiano. Una volta Bartali passò la borraccia a Coppi, sorta di larghe intese ciclistica, ma fu cosa di un momento finì lì. Insomma, come vedere destra e sinistra votare insieme per eleggere il capo dello stato. Per una volta ci stà.

Va bene che i due, il vecchio tronco ed il giovane virgulto, amano smodatamente sia l'apparire sia il potere ma hanno fini politici (almeno in teoria) diversi: uno oltre impegnarsi a schivare gli articoli del codice penale pensa a come togliere regole su tutto mentre l'altro, per fare un esempio, non vuole consumare  suolo e quindi mettere(rebbe) quindi regole più dure. Almeno per le concessioni edilizie.
Ecco: come si fa ad amare, anche pubblicamente, due così diversi?

Forse la voglia smodata di dare amore del Giuliano gli deriva da un antico desiderio insoddisfatto: la brama bulimica di essere amato che senz'altro la manciata di lettori de il foglio non soddisfa. E la poca autorevolezza ne va di conseguenza: un editoriale sul il foglio ad un governo o ad un politico non riesce a procurare neanche un raffredore in autunno. E mettere al vento mutande o pitturarsi siccome immagina debbano fare le meretrici certo non aiuta. E allora? Non resta che amare smodatamente e soprattutto pubblicamente un capo per sperare in un poco d'amore di ritorno. Forse tanta passione risponde ad un trauma d'adolescenza: quando a soli 22 anni fu  spedito dalla direzione del Pci a Torino, ad assumere la carica di responsabile del coordinamento proviciale Fiat. Uno shock che deve avere devastato il suo tenero ed acerbo cuore così tanto da farlo diventare un assetato d'amore. Perché un conto era giocare nel grasso ventre del partitone comunista dell'epoca vivendo al Testaccio nel palazzone definito il Cremlino romano, bozzolo tutto amore, coccole e inni dell'armata rossa e altro battere i denti a Mirafiori. Per il suo bene, dissero, e per fare carriera. 

A Torino il giovane Ferrara scoprì l'esistenza degli operai e anche cosa vuol dire avere a che fare con due padroni duri: la Fiat e il partito. E allora lui piccolo (lo è sempre stato), fragile (forse quando era infante) e senza padre politico accanto s'è messo alla ricerca del suo surrogato. E quindi via alla sarrabanda: dai miglioristi a Craxi, da Craxi a Berlusconi e da questo al duo Berlusconi-Renzi. Si spera non voglia ulteriormente forzare la geometria inserendo altri (teorici) opposti: magari tirando nel partouze (politico) anche D'Alema. Giusto per fare un esempio. Salvo che l'obiettivo del Giulianone non sia di costruirsi un harem. Nel qual caso: auguri.

1 commento:

  1. riuscì anche ad amare contemporaneamente Craxi e la Cia

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